Sei settembre, il giorno dello sciopero

A Firenze l'appuntamento è alle 9 in piazza Santissima Annunziata. Domani, giorno dello sciopero e delle 10 manifestazioni toscane dovrà, la Cgil non sarà sola: tantissime le adesioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 settembre 2011 17:52
Sei settembre, il giorno dello sciopero

Firenze – Domani, giorno dello sciopero e delle 10 manifestazioni toscane dovrà, la Cgil non sarà sola. Sono 100 i pullman prenotati che porteranno i manifestanti nei rispettivi capoluoghi di provincia. Tranne qualche eccezione (Firenze, Lucca e Prato), i sindaci delle città capoluogo saranno in piazza, molti di loro prenderanno la parola dal palco, e da quello di Livorno il sindaco Cosimi parlerà a nome di ANCI Toscana. Ci sarà, com'è noto ormai da giorni, il presidente della regione, ci saranno i presidenti di provincia, tantissimi sindaci e amministratori provinciali, comunali e regionali. In Piazza ci saranno anche i rappresentanti delle forze politiche di cento sinistra e dell'associazionismo democratico. La Cgil è certa che saranno tantissimi, la stragrande maggioranza dei partecipanti, coloro che scenderanno in piazza senza essere iscritti alla Cgil, senza tessera sindacale o con la tessera degli altri sindacati.

Una certezza che deriva anche da alcune adesioni niente affatto scontate e che sono arrivate in queste ultime ore. E' il caso dei rappresentanti FIM CISL all'interno della RSA dei Cantieri Benetti Azimut di Viareggio e della Ulm di Siena, senza contare i messaggi di adesione personale che ci sono arrivati da iscritti agli altri sindacati. In piazza con la Cgil e con i lavoratori “in difesa della Costituzione” anche l'Italia dei Valori “Un attacco alla Costituzione e al mondo del lavoro – dice in una nota il segretario Idv Toscana, Fabio Evangelisti - .

In questo breve assunto sono racchiusi, al tempo, la natura perversa della manovra finanziaria (bis) che ha visto la luce ad Arcore grazie, si fa per dire, al lavoro di Berlusconi, Tremonti e Bossi, in questi giorni al vaglio del Parlamento, e i motivi più profondi dello Sciopero Generale indetto per domani, 6 settembre, dalla Cgil di Susanna Camusso.Uno sciopero che è nato e cresciuto sotto la stella dei troppi distinguo, soprattutto a sinistra (dal Partito Democratico a quelli degli altri sindacati confederati), al quale noi di Italia dei Valori abbiamo invece deciso di aderire da subito e con ferma convinzione per difendere i capisaldi della nostra democrazia: il lavoro, i diritti sanciti dalla Costituzione, un nuovo modello di sviluppo”. “Tre punti chiave sui quali noi di Italia dei Valori abbiamo costruito da tempo il cardine della nostra proposta di alternativa di Governo – continua Evangelisti - , con il nostro quotidiano impegno sul territorio al fianco dei lavoratori, nelle crisi aziendali (che non hanno risparmiato la Toscana), in difesa del lavoro e dei (dimenticati e vituperati) diritti dei lavoratori.

Tre punti cardine che hanno rappresentato l’essenza stessa dei tre referendum (in difesa dei servizi pubblici, per una legge uguale per tutti, per un sviluppo fondato sulla green economy) che abbiamo faticosamente e caparbiamente lanciato e promosso fino alla vittoria del 12 e 13 giugno scorso. Tre punti discriminanti sui quali noi di Idv siamo convinti sia necessario costruire una coalizione di centrosinistra, senza distinguo, senza esitazioni, con l’unico obiettivo di mettere in piedi un’alleanza fondata su un programma chiaro e condiviso: lavoro, diritti, sviluppo sostenibile”. “Invece, insieme a questa manovra iniqua e depressiva (libertà di licenziamento con l’abolizione dell’articolo 18, debole lotta all’evasione fiscale, tagli al welfare, difesa senza quartiere di ogni privilegio…) - conclude Evangelisti - assistiamo sgomenti a un certo cerchiobottismo a sinistra di chi “decide di non decidere” e rinuncia di fatto alla costruzione di un’alternativa di centrosinistra.“Basta!”, è il grido che si è levato da ogni piazza del Paese lo scorso maggio.

Basta! è l’urlo di indignazione che anche domani si leverà dai cortei di ogni città d’Italia. Perché è finito, e da un pezzo, il tempo delle strategie attendiste e dei distinguo. Ecco, allora, che scendere in piazza al fianco della Cgil – e in Toscana saremo presenti in tutte le piazze della regione, da Firenze a Pisa, da Massa a Siena, da Grosseto a Prato e così via – assume oggi un significato più ampio della sola, per quanto legittima e imprescindibile, protesta contro la Finanziaria che affossa il Paese.Per questo, noi di Italia dei Valori, a margine dei cortei allestiremo i nostri gazebo per proseguire nella raccolta firme per promuovere il referendum per l’abrogazione della legge elettorale nazionale, il Porcellum, e la legge di iniziativa popolare per l’abolizione delle Province: un nuovo modello di sviluppo passa anche, infatti, dall’armonizzazione dei costi della politica e dell’apparato statale e da un ritorno a una vera democrazia partecipata in mano ai cittadini.Siamo convinti che quello di domani non sarà un giorno di protesta isolato, ma l’inizio di un movimento di mobilitazione trasversale per restituire al Paese una diversa prospettiva di crescita e sviluppo”.

“Il problema non è tanto la manovra, il problema è che la manovra non c’è più e dal Parlamento dovranno comunque uscire provvedimenti che incontrino il favore dei mercati e delle istituzioni europee. Da questo punto di vista lo sciopero di domani, indetto dalla Cgil, rischia di essere troppo precipitoso". Lo dice il senatore del Pd Andrea Marcucci. “La scelta della Cgil è certamente legittima – continua Marcucci -, ma credo che il PD debba rispondere con i fatti, rappresentando in Aula in queste ore drammatiche l'interesse generale del paese e dettando ad un governo allo sbando una manovra economica seria, equa eche risponda ai parametri fissati da Bruxelles.

I lavoratori che scenderanno in piazza meritano rispetto e solidarietà ma come altri nel Pd avrei preferito che si proseguisse sulla strada del del patto sociale del 28 giugno e con l’accordo di tutte le sigle sindacali”

Notizie correlate
In evidenza