ASL, Lazzeri: “10.096 dirigenti per un costo di oltre 940 milioni”

“Ecco dove l’assessore Scaramuccia deve intervenire se vogliamo risanare i conti della Sanità toscana. Ogni toscano spende per i dirigenti 257 euro, ogni lombardo solo 197”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 luglio 2011 14:00
ASL, Lazzeri: “10.096 dirigenti per un costo di oltre 940 milioni”

«Dove deve intervenire l’assessore Scaramuccia per risanare i conti della sanità toscana? In totale, nelle ASL toscane ci sono 10.096 dirigenti per un costo complessivo di oltre 940 milioni di spesa». È quanto sostiene Gian Luca Lazzeri, consigliere regionale della Lega Nord Toscana e membro della commissione sanità, prendendo in mano i dati dei bilanci 2009. «La sanità toscana ha un grande male – continua – e questo è rappresentato dal numero esorbitante di dirigenti e dal loro costo.

Tutta la burocrazia degli enti locali è esagerata, è la più costosa d’Italia e forse del mondo. Non a caso l’assessore Nencini sta cercando faticosamente e, tra mille veti, di dare vita ad una riforma degli enti locali, con accorpamenti e fusioni. In questo contesto, brilla il comparto sanitario dove le sole Aziende Sanitarie, ma molti di più sono gli enti del settore, totalizzano oltre 10.000 dirigenti con una spesa annuale di circa 940 milioni di euro e un costo medio di circa 100.000 euro.

È evidente – prosegue l’esponente del Carroccio – che il risanamento della sanità deve passare per una rivisitazione della dirigenza, la quale da sola assorbe poco meno del 40% di tutta la spesa del personale sanitario. Ci pare, invece, che si voglia soprattutto colpire il settore infermieristico e medico, soprattutto quello territoriale. Fino a quando l’assessore Scaramuccia non ragionerà di questi numeri, si parlerà di interventi insufficienti e non capaci di incidere realmente».

Sul meccanismo di selezione e di nomina avuto fino ad oggi, Lazzeri chiede «metodi e sistemi diversi, trasparenza assoluta e premialità delle professionalità. Infatti, da molte parti si levano accuse di una politicizzazione eccessiva della dirigenza sanitaria. Anche su questo punto occorre fare chiarezza, ma sono sicuro della sensibilità dell’assessore Scaramuccia». Per quanto riguarda le funzioni amministrative delle singole Asl, per il consigliere della Lega Nord «è assurdo che vengano gestite da quasi 200 dirigenti.

Per fare bilanci, seguire la contabilità e fare pagamenti basta un ufficio centralizzato. Se il bilancio dell’Asl di Massa, invece che fatto in casa, fosse stato fatto da una struttura appositamente creata in Regione per tutte le strutture sanitarie, avremmo ottenuto indubbi vantaggi quali: un bilancio veritiero, un bilancio predisposto secondo criteri omogenei, un enorme risparmio di costi per il personale dedicato a questa attività. Fare un’unica struttura che gestisce i servizi tecnico-amministrativi delle aziende sanitarie – ancora Lazzeri – è la soluzione anche per risolvere le anomalie degli ESTAV che, a causa della loro errata costituzione giuridica, mettono le aziende fornitrici in condizione di non potersi avvalere del regime della sospensione IVA.

IVA che non viene pagata secondo la data di emissione della fattura, ma alla data del pagamento. In questo caso, il vantaggio sarebbe stato che l’IVA non sarebbe stata pagata secondo la data di emissione della fattura, ma al momento del reale incasso. Gli ESTAV conoscono gli stessi ritardi nel pagamento dei fornitori di un ente pubblico, ma i fornitori sono costretti a pagare l’IVA delle forniture con immediatezza come per i clienti privati. Tra questi brilla l’ESTAV Centro i cui ritardi di pagamento sfiorano ormai i 300 giorni».

Per Lazzeri, «che sia possibile operare riducendo i costi della dirigenza sanitaria lo si capisce facendo un paragone con la Regione Lombardia, dove ciascun abitante spende per la dirigenza sanitaria 197 euro mentre in Toscana ciascuno di noi ne paga ben 257. In Toscana, infatti, i dirigenti sono circa 1 ogni 350 abitanti, in Lombardia circa 1 ogni 500. La sanità lombarda si dice che sia la miglior sanità nel nostro Paese».

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