Moschea a Firenze. Renzi: ''Un luogo in cui si prega non fa paura''

Roselli, Cellai e Tenerani (PdL): “Da Empoli non esclude il centro storico: noi escludiamo che abbia letto il piano strutturale”. Razzanelli: “Non è una semplice operazione urbanistica. Occorre sapere cosa ne pensano i fiorentini”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 marzo 2011 12:49
Moschea a Firenze. Renzi: ''Un luogo in cui si prega non fa paura''

Il sindaco Matteo Renzi si dice tranquillo sulla vicenda, in fin dei conti "un luogo in cui si prega non può far paura" però al tempo stesso deve vedersela con il suo Piano strutturale a Volumi Zero e con l'assenza fisica di spazi nel centro storico. Vero è che sostiene ancora l'inziativa privata rilanciando la frase "se c'è un progetto e la volontà di investire.." già usata in altre circostanze poi arenatesi strada facendo. Lo stesso primo cittadino sostiene però "Non vedo spazio utile dentro Firenze per realizzare una simile opera".

La comunità islamica rilancia "La paghiamo noi". Proviamo a fare mente locale ed azzardare una location gettonatissima? E se a Castello.. “Siamo rimasti esterrefatti nel leggere le dichiarazioni dell'assessore Da Empoli sul tema moschea: ci domandiamo se parli a titolo personale o a nome della Giunta che rappresenta, e quindi del Sindaco Renzi. L'altra cosa sorprendente è che l'assessore alla Cultura faccia in più di una occasione riferimento al piano strutturale della città, dimostrando chiaramente di non averlo nemmeno letto e di non conoscere, oltre alla normativa, nemmeno elementi decisivi della storia della nostra città”.

Questa la dichiarazione dei consiglieri del PdL Emanuele Roselli, Jacopo Cellai e Mario Tenerani. “Se davvero avesse letto il piano strutturale – hanno aggiunto i tre esponenti del PdL –, avrebbe ritrovato scritto, a pagina 88 della relazione, ciò che ogni assessore alla cultura già avrebbe dovuto sapere, e cioè che ‘l'insediamento storico fiorentino - il centro storico quindi - nella sua eccezionalità già Patrimonio Mondiale dell'UNESCO dal 1982, non può che essere riconosciuto come centralità simbolica da tutelare in ogni elemento che lo compone.

Ma mentre sulla tutela del patrimonio edilizio esistente è stato raggiunto nel tempo un livello di sensibilità, di attenzione e di regolamentazione consolidato, che attiene al linguaggio della tradizione urbanistico-edilizia, non altrettanta maturità si è raggiunta nel trattare elementi che interferiscono con l'immagine complessiva (cartelli stradali, dehors, ecc...)’. Davvero vorremmo sapere come un assessore che ha votato pochi mesi fa questo testo, e che millanta di conoscerlo tanto da citarlo trattando un argomento così delicato come la moschea, possa dichiarare: ‘Il Comune ha il dovere di garantire una prospettiva realizzabile, ed è convinto che si debba investire con decisione su questa iniziativa senza alcuna pregiudiziale, e dunque senza affatto escludere il centro storico’. Quello che noi possiamo escludere con certezza è che l'assessore Da Empoli abbia letto il piano strutturale, dato che non è a conoscenza del fatto che il centro storico di Firenze è patrimonio dell'UNESCO da quasi 30 anni.

Evidentemente per lui la moschea è paragonabile a un dehors e ‘rispecchia il linguaggio della tradizione urbanistico-edilizia fiorentina’. Qualcuno potrebbe spiegare all'assessore alla cultura che Firenze era città di case torri e non di moschee?” “Quanto al merito dell'argomento moschea – hanno sottolineato i consiglieri –, il PdL ha sempre inteso difendere i diritti sanciti dalla Costituzione fra i quali la libertà di fede e di culto. Innanzitutto è bene precisare che la costituzione (art.19) difende esplicitamente il valore della libertà di culto e non della ‘libertà ad avere un luogo di culto’.

Ma al di là dell'interpretazione delle norme, non possiamo non guardare con una certa perplessità a chi rivendica e difende la libertà religiosa solo a giorni alterni. Non abbiamo infatti sentito una parola, in tutti questi mesi, innanzitutto dall'imam Izzedin Elzir, né di condanna degli attentati e delle persecuzioni, né di solidarietà alle vittime - non ultimo il ministro Bhatti - che ogni giorno vengono uccise nel mondo per la loro fede cristiana. Senza un reale principio di reciprocità, sulla questione moschea sarà difficile arrivare a una soluzione.

Non si tratta di una questione ideologica, ma di una diversa e concreta concezione di persona e di libertà che impedisce a molte persone in molti paesi islamici di vivere e professare liberamente la propria fede, o a molti islamici di convertirsi al cristianesmo senza rischiare la propria vita.” “Troviamo inoltre singolare che tra i ‘paladini’ della libertà religiosa vi siano persone che non hanno speso una sola parola in difesa del crocefisso nelle aule scolastiche. Se esistono posizioni ideologiche sulla questione, non sono certo tra coloro che, consapevoli della propria storia e della propria identità, chiedono solamente che venga realizzato e promosso, nei fatti, il principio di reciprocità.

In difesa della libertà di tutti, cristiani compresi” hanno concluso. “Come tanti fiorentini, sono anch’io preoccupato di quanto sta accadendo in alcuni paesi islamici. Le notizie riportate di recente dai quotidiani nazionali rivelano dati inquietanti. Secondo un sondaggio, citato in un articolo di Andrè Glucksmann pubblicato il 7 febbraio sul Corriere della Sera, l’82% dei musulmani egiziani è favorevole alla sharia e alla lapidazione degli adulteri, il 77% trova normale che si tagli la mano ai ladri e l’84% vuole la pena di morte per chi cambia religione.

Inoltre, non possiamo dimenticare che pochi giorni fa è stato ucciso Shahbaz Bhatti, ministro pakistano per le minoranze religiose, vittima della follia omicida dei gruppi integralisti islamici. Infine, è di oggi la notizia dell’uccisione di 10 cristiani copti in Egitto e di un’altra chiesa data alle fiamme. Questi atti di fanatismo devono essere condannati dall’iman di Firenze in modo assoluto, senza se e senza ma”. È quanto dichiara Mario Razzanelli, capogruppo di Lega Nord Toscana.

“Prima di aprire un dibattito sull’opportunità di costruire o meno una moschea, sarebbe bene che l’imam Izzedin Elzir facesse sapere ai fiorentini il suo pensiero e quello dei suoi fedeli riguardo agli argomenti citati nell’articolo di Glucksmann” ha aggiunto il capogruppo leghista. “La costruzione di una moschea non è una semplice operazione urbanistica di collocazione di un edificio. Si tratta di una questione ben più ampia e complessa che richiede una vera integrazione della comunità musulmana rispetto ai valori della nostra civiltà.

Comunque la posizione della Lega è chiara al riguardo: prima di costruire, occorre sapere cosa ne pensano i fiorentini” ha concluso Razzanelli. «Sulla moschea a Firenze diamo la parola ai cittadini. Facciamo come in Svizzera dove per ogni decisione viene interpellata la cittadinanza». A dirlo è l'onorevole Claudio Morganti, eurodeputato e segretario nazionale della Lega Nord Toscana. «Già a Firenze ci sono diversi luoghi di culto che creano degrado e disturbo ai fiorentini, ma qualora si dovesse pensare alla costruzione di una moschea, questi devono essere chiusi».

È categorico l'eurodeputato del Carroccio toscano: «bisogna dare voce al popolo. Basta con le imposizioni da questa Giunta. È l'ora che i fiorentini si esprimano e decidano democraticamente». “Sì alla moschea a patto però che sia soltanto un luogo dove si prega e non diventi un centro di indottrinamento dove potrebbero attecchire frange dell’Islam più integralista”. È quanto dichiara il consigliere del Gruppo Misto Udc verso il PdN Massimo Pieri “Da tempo si discute dell’ipotesi di aprire un luogo di culto per i musulmani in città e non siamo contrari per principio – ha spiegato il consigliere –.

Non è infatti più accettabile che, nel 2011, i fedeli dell’Islam siano costretti a pregare in scantinati o garage. Si tratta di una situazione incivile e per questo è giusto individuare uno spazio adeguato dove i musulmani possano riunirsi per pregare. Uno spazio che però non deve essere necessariamente a Firenze. Anzi, il ragionamento su una possibile localizzazione dovrebbe allargarsi anche al territorio dei comuni limitrofi e della provincia in generale, anche in considerazione del patrimonio artistico e culturale di una città come Firenze”.

“Ma – sottolinea Pieri – la moschea deve rimanere un luogo di culto, uno spazio dove i fedeli dell’Islam vanno a pregare come accade per i cattolici nelle chiese. Non deve diventare un centro di indottrinamento dove potrebbe prosperare l’odio predicato dalle frange più radicali ed estremiste dell’Islam. È questo che dobbiamo evitare: questo ci pare il cuore del problema”. Eros Cruccolini (SeL) plaude alla proposta dell’assessore Da Empoli per la nuova Moschea di Firenze.

"Seguendo le proposte di un grande uomo come Giorgio La Pira - ha spiegato Cruccolini- che ha portato e coltivato in questa città i “semi” del dialogo interreligioso perché vi germogliassero rigogliosi, non posso che apprezzare le proposte che vengono fatte, in particolar modo quella del riutilizzo di alcuni spazi in città (ad esempio l'aula bunker come scrive qualche giornale), perché soddisferebbe le esigenze della comunità islamica, senza creare imbarazzanti “impatti urbanistici”.

L’importanza di un dialogo interreligioso è un punto fondamentale per il futuro di tutte le comunità che vogliono svilupparsi e arricchirsi culturalmente in una società che si deve rinnovare e progredire". Cruccolini ha poi ricordato "che il Comune di Firenze ha istituito con questo scopo una Consulta per il dialogo con le confessioni religiose e che ospita periodicamente gli incontri dell’Associazione “Tempio per la pace”, in cui varie Comunità religiose si incontrano per momenti di meditazione.

Questo significa che i tempi sono maturi per questa scelta e che i soggetti da coinvolgere hanno già aperto un dialogo con le istituzioni. "

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