Cna, migliaia di posti di lavoro a rischio

Cna Toscana lancia l’allarme: grave incertezza e confusione per le imprese che hanno investito nel settore delle rinnovabili. E il centro sinistra manifesterà lunedì prossimo davanti alla Prefettura di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2011 19:46
Cna, migliaia di posti di lavoro a rischio

Firenze - CNA Toscana lancia l’allarme, il decreto sulle energie rinnovabili approvato dal Governo sta creando una situazione di grave incertezza e confusione per le imprese che hanno investito nel settore delle rinnovabili. Lo stesso avviene fra i cittadini con il risultato che il lavoro, in questo settore, uno dei pochissimi che non ha risentito della crisi, anzi in crescita continua e progressiva dal 2002 ad oggi, si sta completamente bloccando. E si parla di migliaia di imprese e decine di migliaia di lavoratori a rischio.

In Toscana, fanno sapere dalla Cna, le imprese del settore installazione impianti (elettricisti, idraulici, installatori e manutentori impianti di riscaldamento e condizionamento, ecc.) sono circa 40mila con circa 120.000 addetti; il 30% di queste imprese lavora nel settore delle energie rinnovabili, senza contare le imprese del settore produzione che operano per le energie rinnovabili. “Il decreto approvato dal Governo – commenta Maurizio Barsottini Presidente CNA Installazione e Impianti Toscana - sta causando il blocco di un sistema che ha creato benefici economici e occupazionali per il Paese.

E’ indispensabile che l’attuale sistema di incentivi resti in vigore per i 3 anni previsti dall'attuale decreto e che la nuova riformulazione non sia penalizzante per gli investimenti in corso. Bisogna ridefinire i meccanismi incentivanti in favore dei piccoli impianti, intervenendo in modo deciso contro la speculazione che si è realizzata in questi ultimi anni in tale settore”. Per questi motivi CNA Toscana chiederà un incontro al Prefetto in qualità di rappresentante del Governo per manifestare le proprie fondate preoccupazioni sul rischio legato a questo settore che ha rappresentato anche in questi anni di grave crisi un volano di sviluppo per le imprese e una fonte di occupazione. E tutto il centrosinistra (Pd, Idv, Sel, Federazione della Sinistra, Partito Socialista e Verdi, che hanno indetto la manifestazione) manifesta lunedì mattina davanti alla Prefettura in Via Cavour 1 a Firenze per ribadire la propria netta contrarietà al decreto ammazza-rinnovabili del Governo Berlusconi. Saranno presenti al presidio i Consiglieri Mauro Romanelli e Monica Sgherri (FedSin/Verdi), Vittorio Bugli (Capogruppo Pd), Marta Gazzarri (Capogruppo Idv), Pieraldo Ciucchi (Gruppo Misto - Psi), Maurizio De Santis e Beppe Brogi di Sinistra Ecologia e Libertà Toscana, il Presidente di Legambiente Piero Baronti, Fabio Roggiolani del Consorzio Foreever per le energie rinnovabili. "Ciò che appare folle e miope – spiega Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente - è che al contrario di ciò che sta accadendo in tutti gli altri paesi europei, in Italia non si vuole favorire un reale e concreto abbattimento delle emissioni climalteranti e della CO2 e quindi lo sviluppo di una green economy che abbia le fonti rinnovabili come strumento essenziale di innovazione e sviluppo.

Con l'attuale decreto si arresta il processo delle fonti rinnovabili in Italia e in Toscana, scoraggiando chiunque a installare impianti fotovoltaici e frenando fortemente lo sviluppo per il raggiungimento degli obiettivi vincolanti al 2020 e il Piano italiano per lo sviluppo delle rinnovabili presentato pochi mesi fa a Bruxelles. Tutto questo anche per la Toscana rappresenta un forte freno alle potenzialità di sviluppo che avrà effetti gravi e dannosi, visibili già nel 2011: arresto del processo virtuoso legato alla diffusione della generazione distribuita in tutto il territorio regionale e drastico calo dell'occupazione del settore”. "Per eolico, biomasse e idroelettrico la situazione è ancora più grave – commenta Piero Baronti, presidente Legambiente Toscana – viste le forti riduzioni previste per tutte le altre fonti rinnovabili.

Anche il valore dei certificati verdi, ad esempio, subirà comunque una retromarcia dannosa con il 22% di taglio retroattivo agli incentivi. Un provvedimento di questo tipo darebbe una vera e propria battuta d'arresto anche nella nostra realtà regionale al significativo sviluppo delle fonti rinnovabili che abbiamo visto in questi ultimi anni. Di fatto l'attuale Governo cerca di imporre la scellerata scelta del nucleare scoraggiando fortemente la diffusione delle fonti alternative di energia. La grande mobilitazione dei giorni scorsi dimostra in ogni caso la forza delle rinnovabili e il consenso che hanno tra i cittadini, e questo servirà a cambiare il decreto e far capire che le energie pulite sono l'unica alternativa all'attuale, costoso e inquinante modello energetico, e a battere il nucleare".

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