Uffici postali minori a rischio, un tavolo istituzionale

Un tavolo regionale permanente per monitorare l'evolversi della situazione riguardo alla riduzione dell'attività o alla chiusura degli uffici postali dei piccoli comuni montani e nelle aree rurali disagiati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2011 18:26
Uffici postali minori a rischio, un tavolo istituzionale

Firenze - Un tavolo regionale permanente per monitare l’evolversi della situazione riguardo alla riduzione dell’attività o alla chiusura degli uffici postali dei piccoli comuni montani e delle aree rurali disagiate. Regione, Upi, Anci e Uncem si sono incontrati oggi pomeriggio a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze per fare il punto su una situazione che rischia di avere gravi ripercussioni in molte zone della Toscana.“Ci sono al momento – ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi – almeno una sessantina di comuni, più o meno piccoli, che rischiano la riduzione dell’attività o la chisura dei propri uffici postali.

La chiusura in particolare riguarderebbe circa venti realtà. Insieme ai presidenti di Upi, Anci e Uncem Toscana abbiamo deciso di costituire questo tavolo per monitorare costantemente la situazione. Personalmente mi attiverò con il Ministro Romani per sottoporgli la situazione”. Tra i primi passi concordati dal tavolo c’è la necessità di fissare un incontro con Poste Italiane. “Sarebbe opportuno capire dal direttore regionale di Poste Italiane – ha aggiunto Rossi – quali sono le intenzioni effettive.

Spesso riduzione dell’attività o chiusura vengono decise in maniera unilaterale. Ritengo invece indispensabile un confronto per far capire loro che gli enti locali sono disponibili, con il sostegno della Regione, ad individuare forme di intervento che evitino la cessazione dell’attività. Si potrebbero ad esempio utilizzare uffici comunali o esercizi pubblici, pensare all’impiego di giovani che svolgono il servizio civile, oppure capire come avvalersi di sistemi innovativi e flessibili. Sul servizio postale – ha concluso Rossi – le regioni non hanno competenze dirette.

Spetta alla Stato garantirlo, specialmente nelle zone montane o rurali dove le fasce della popolazione più penalizzate finirebbero per essere quelle anziane”.

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