Crisi del pomodoro: anche in Toscana è grave

Gambetta Vianna (Lega Nord Toscana): “La Regione deve farsene carico. Le aziende del Sud giocano al ribasso. Oltre a una ricaduta per il 2011 c’è il rischio di prodotti scadenti provenienti dalla Cina”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 agosto 2010 15:14
Crisi del pomodoro: anche in Toscana è grave

Allarme pomodoro da industria, la crisi si allarga. La Toscana è alle prese con una crisi "molto grave" che rischia di avere "conseguenze negative" per la tutela della filiera che interessa la produzione e la commercializzazione. Gli assessori delle Province della Toscana investite da questa situazione chiedono alla Regione un incontro urgente a causa del trattamento riservato dal Governo con la Finanziaria all'agricoltura. Il pomodoro italiano è in crisi. Questo si sapeva già: è che potrebbe scomparire.

del tutto. E già dal prossimo anno. “La Regione – spiega il presidente del gruppo consiliare del Carroccio nonché membro della commissione Agricoltura, Antonio Gambetta Vianna – deve farsi carico della situazione supportando le aziende in difficoltà. La Lega Nord si sta già muovendo nella commissione Agricoltura”. Le incessanti piogge di aprile e di maggio hanno comportato un calo medio della produzione di circa il 30% e in più, secondo quanto riferito da vari assessori provinciali alle politiche rurali, l’industria di trasformazione non rispetterebbe gli accordi stipulati in questi giorni di pieno svolgimento della raccolta.

“C’è un gioco al ribasso sui costi – spiega il leader del Carroccio nel Parlamento toscano – da parte delle industrie di trasformazione del Sud. Sfruttando ciò che è successo quest’anno, tendono ad applicare la valutazione qualitativa peggiore al pomodoro toscano cercando di portare il prezzo a meno della metà di quello stabilito originariamente. Una svalutazione del genere, inoltre, porterebbe a una dura ricaduta anche sui costi per l’anno 2011. Il rischio – conclude Gambetta Vianna – è anche quello che a sostituire i pomodori toscani arrivino prodotti di bassissima qualità provenienti dall’estero, soprattutto dalla Cina”.

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