Cosa porterà il federalismo in montagna?

Purtroppo si ipotizzano tagli del 30% nei trasporti pubblici locali, nella sanità e nel sociale.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2010 19:56
Cosa porterà il federalismo in montagna?

“La manovra varata dal Governo produrrà effetti disastrosi sui piccoli comuni mettendo in serie difficoltà i sindaci che saranno chiamati a gestire l’emergenza”. E’ questa la sintesi di una giornata di lavori organizzata in Casentino, alla quale hanno partecipato politici, sindaci, rappresentanti di comunità montane, organizzazioni sindacali, cittadini. Purtroppo, è stato rilevato, si ipotizzano tagli del 30% nei trasporti pubblici locali, nella sanità e nel sociale. Un altro rischio - ha sottolineato il sindaco di Castel San Niccolò, Renzetti, è quello di fermare gli investimenti, anche se ci sono le risorse, a causa del patto di Stabilità. E sopratutto c’è da chiedersi cosa porterà il federalismo in montagna. “La mia impressione - ha detto Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana - è che quando si parla di federalismo si pensa solo alle grandi città e non si ha alcuna considerazione dei piccoli comuni montani.

I quali, va ribadito ancora una volta, hanno diritto ad una corretta perequazione e ad una indennità compensativa per le fonti che mettono a disposizione di tutto il territorio”. Bisogna capire come fronteggiare questa situazione che mette in difficoltà anche la Regione che è costretta a rivedere i rapporti con la montagna. Se dovesse decidere di passare le competenze alle Province si svuoterebbe la montagna di servizi e poi di persone. Si rischierebbe di mettere in crisi la governance montana e con questa si porterebbe la montagna a chiudere per fallimento. Non si deve dimenticare, al contrario, che il Comune è la vera fabbrica di montagna soprattutto quando fa capo alla Comunità montana che, grazie alle funzioni associate, riesce a soddisfare quasi tutte le esigenze delle popolazioni locali. Giurlani ha concluso invitando i presenti a parlare di più con la gente ed ascoltarla.

Un invito anche a forze politiche e sociali ad essere più presenti nelle decisioni e di non limitarsi a contestare quello che fa il Governo. “In definitiva - ha concluso Giurlani - occorre che venga perseguita una vera politica per la montagna, sia a livello nazionale che regionale”.

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