Spi-Cgil Toscana: ricerca sulla qualità dei servizi sanitari

Amiata, Lunigiana e Val di Chiana, le zone “più anziane”: a “rischio povertà” nel Casentino. Alfio Savini, Segretario Generale: “C'è ancora da fare. Le pubbliche amministrazioni si aprano ai cittadini nella programmazione dei servizi”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 maggio 2010 22:39
Spi-Cgil Toscana: ricerca sulla qualità dei servizi sanitari

Firenze– Il servizio socio-sanitario in Toscana è nel suo complesso ancora efficiente e di buona qualità ma occorre che le pubbliche amministrazioni facciano un passo in più per migliorare le politiche di assistenza in particolare delle persone non autosufficienti in vista anche dell'aumento della popolazione anziana e del ridursi delle risorse economiche a causa della crisi. A questo si aggiunge che la collaborazione tra Comuni e Asl – nella programmazione ed erogazione dei servizi – spesso è insoddisfacente. E' quanto emerge dalla ricerca che lo Spi Cgil della Toscana ha realizzato sulle esperienze dei Piani di zona, delle attività di integrazione socio-sanitaria e sulla spesa sociale e che ha presentato questa mattina all'Hotel Albani di Firenze.

Presenti, Alfio Savini, Segretario Generale SPI CGIL Toscana Daniela Cappelli, Segretario Cgil Toscana Patrizio Nocentini, Responsabile integrazione socio\sanitaria e non autosufficienza della Regione Toscana, Celina Cesari, Segretaria nazionale Spi. “Viviamo in una regione che si caratterizza per la presenza di un sistema avanzato di politiche sociali” - ha spiegato Alfio Savini, segretario generale dello SPI CGIL, “tuttavia riteniamo che, relativamente agli anziani, il sistema delle tutele necessiti di miglioramenti, di una più incisiva collaborazione istituzionale e tra soggetti sociali diversi, e, soprattutto, di una maggiore apertura all’esterno delle pubbliche amministrazioni, sia per quanto riguarda la comunicazione di informazioni e dati sulle prestazioni sociali, sia relativamente alla partecipazione di utenti dei servizi e cittadinanza alla programmazione e alla rendicontazione delle attività sociali”.

Alcuni dei dati della ricerca La ricerca ha analizzato l’evoluzione socio-demografica della popolazione anziana. Tra 1992 e il 2009 è cresciuta la quota dei “grandi vecchi” (over 80 anni), che pesa ormai per il 7,1%. In Italia sono il 5,6%. I soggetti in età pensionabile sono passati dal già elevato 26% del 1992 all’attuale 30% per la Toscana. In Italia sono il 26%. L’indice di vecchiaia più alto si rileva nelle zone dell’Amiata Grossetana (306,1), Lunigiana (286,2) e nell’Alta Val Cecina.

Le condizione degli anziani. La differenza è grande a seconda delle zone delle zone prese in esame. Significativo è il dato relativo al grado di copertura delle pensioni di vecchiaia sul totale delle persone con età superiore ai 65anni. Nel 2009, si passa dal 46,2% rilevato nella zona Apuane al 69,7% di Valdarno inferiore ed Empoli. Gli importi Le pensioni medie di vecchiaia erogate agli anziani oscillano tra i 692 euro pro – capite rilevati in Valdichiana aretina e i 1.072 euro della Val di Cornia.

E’ importante inoltre segnalare il dato sull’incidenza degli assegni sociali corrisposti agli anziani privi di pensione da lavoro. Questa forma di assistenza riguarda circa 30 anziani ogni 10.000 ultra65enni nella zona Senese, mentre si rivela molto più consistente (84,1 assegni ogni 10mila anziani) nelle Apuane. Sempre per quanto riguarda la domanda sociale, la ricerca dello SPI CGIL ha preso in esame consistenze e dati reddituali e patrimoniali relativi alle dichiarazioni ISEE, circa 212mila nel 2008 a livello regionale.

La zona con il più alto numero di dichiarazioni ISEE praticamente a “rischio di povertà”, è il Casentino (64,1 ogni 1000 residenti). Servizi persone non - autosufficienti - Dalla elaborazioni dei dati forniti dalla Regione nel 2009 emerge che in Toscana il numero delle segnalazioni di casi di fragilità degli anziani (provenienti da uffici pubblici e altri punti sensibili) è pari a 64,3 ogni 1.000 ultrasessantacinquenni (con punte massime di oltre 200 segnalazioni nell’Amiata Grossetana e minime fino a 9 in Val Tiberina). Gli inserimenti in residenze per anziani (RSA) (n.

prestazioni programmate) risultano pari a 7,4 ogni 1.000 anziani, di cui 4/1000 di carattere permanente e 3,4 temporaneo. Gli inserimenti programmati nell’assistenza domiciliare integrata (diretta) sono 21 ogni 1.000 anziani, quelli per l’assistenza domiciliare (indiretta) – che si basa sull’apporto delle assistenti familiari – si attestano a 7,3 anziani ogni 1000 anziani. Infine, per i Centri diurni l’indice di inserimento rilevato è di 1,6 ogni 1000 anziani.

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