Rossi ha incontrato le rappresentanze dei lavoratori del Maggio

Intanto la vicecapogruppo del Pdl, Giocoli, in una lettera aperta defisce "farsa" il Consiglio comunale che si è tenuto nel ridotto del Teatro Comunale con "i contestatori già schierati in prima" e l'assenza di un dibattito sulla vicenda.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2010 19:10
Rossi ha incontrato le rappresentanze dei lavoratori del Maggio

Incontro a breve con il sindaco di Firenze Matteo Renzi, partecipazione alla manifestazione indetta dai sindacati a Roma per il prossimo 17 maggio, eventuale ricorso contro il decreto d'urgenza del ministro Bondi perché incentrato su materia che è in concorso con le Regioni. Sono le azioni immediate a favore della fondazione del Maggio proposte alle organizzazioni dei lavoratori dal presidente della Regione Enrico Rossi, che ha ricevuto i rappresentanti sindacali insieme all'assessore alla cultura Cristina Scaletti.

"Prioritario, e anche bello – ha sottolineato tra l'altro Rossi - sarebbe anche poter richiamare subito a lavorare a Firenze il giovanissimo primo flauto Paolo Tabaglione, che se ne è dovuto andare a Monaco. Sarebbe una risposta esemplare contro il precariato giovanile e l'indicazione di una inversione di tendenza. Invece, a quanto pare, il governo sembra privilegiare la scelta di un federalismo alla rovescia, mettendo a carico di Regioni ed Enti locali impegni crescenti a fronte di tagli indiscriminati dei contributi statali.

Così sta facendo nella cultura come nella scuola". Nel medio periodo, il presidente ha indicato ai rappresentanti sindacali altre azioni possibili, a partire dalla necessità di un diverso sistema di gestione della fondazione lirica. "Sono necessari interventi di razionalizzazione delle spese e dell'organizzazione, su cui proprio le organizzazioni sindacali hanno già dichiarato la propria disponibilità a trattare, certo nel rispetto della qualità e dei diritti del lavoro – ha aggiunto Rossi -.

Per questo occorre rafforzare la presenza di privati nel consiglio di amministrazione, per il quale mi impegno inoltre a sollecitare la nomina dei rappresentanti della Regione da parte del Consiglio. Ma centrale è anche, pur nel rispetto della fiorentinità del Maggio, la partecipazione della intera Toscana, della metropoli Toscana di tre milioni e mezzo di abitanti, alla difesa di un patrimonio prestigioso che appartiene a tutti". "Certo che occorrerà impegnarsi per ottenere forme di defiscalizzazione dei contributi che attirino i fondi privati nella cultura – ha aggiunto l'assessore Scaletti -.

Solo così si potranno raggiungere livelli di finanziamento che mettano il Maggio come tutte altre fondazioni italiane a livelli di concorrenzialità con enti come, ad esempio, l'Opéra di Parigi che, da sola, riceve quanto i nostri quattordici organismi lirici". (di Dario Rossi) Intanto la vertenza approda in Provincia La mobilitazione dei lavoratori e del sindacato del Teatro Comunale Fiorentino contro il decreto del Governo sulle Fondazioni lirico-sinfoniche è seguita, condivisa e sostenuta da molti gruppi consiliari della Provincia di Firenze e dal presidente della Giunta Andrea Barducci.

Rilevato l'impegno che Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze hanno assunto sui contenuti e le motivazioni della mobilitazione dei lavoratori, le commissioni provinciali Lavoro e Cultura hanno convocato per giovedì 13 maggio, alle ore 15, le organizzazioni sindacali del Maggio Musicale per un'audizione, alla presenza del Presidente della Provincia, dell'assessore al Lavoro e dell'assessore alla Cultura. I due presidenti delle Commissioni, Andrea Calò e Alessandro Cresci, sottolineano l'importanza di questo incontro che avverrà alla vigilia della manifestazione delle Fondazioni liriche italiane contro le politiche del Governo.

Calò e Cresci ribadiscono il proprio impegno a contrastare ogni processo di precarizzazione (nel caso specifico, del corpo di ballo) e impoverimento culturale che trova nella vicenda del Maggio Musicale Fiorentino una pericolosa conferma di tendenza. Esprimono la loro solidarietà ai lavoratori. La lettera aperta che la vicecapogruppo del Pdl a Firenze Bianca Maria Giocoli

Lettera aperta Al Ministro Sandro Bondi Al Sindaco di Firenze Al Presidente del consiglio comunale Al Sovrintendente del Maggio Quanto avvenuto ieri pomeriggio durante la seduta del Consiglio comunale, svoltosi nel ridotto del Teatro Comunale, mi spinge a scrivere oggi questa lettera per manifestare e far conoscere al Ministro, tutto il mio sconcerto, la rabbia e la grande delusione per come è stata gestito e come si è svolto quello che sarebbe dovuto essere, invece, un momento di serio confronto istituzionale. La farsa, perché di ciò si è trattato, a cui io ed i colleghi del mio gruppo abbiamo partecipato era già stata predisposta ad arte, con i contestatori già schierati in prima fila e con una trama che era tutto fuorché un Consiglio comunale, visto che i consiglieri comunali (tranne i capigruppo e pochi altri) non sono potuti neanche intervenire e addirittura, con una procedura a dir poco irrituale e forzata, il dibattito è stato interrotto e poi ripreso, il tutto al fine di far votare un documento con la conseguenza che lo stesso sia pressoché nullo e senza effetto. Il mio intervento, che per il Ministro Bondi allego in copia, già dalle prime frasi in cui venivano riportati solo numeri e dati di bilancio, è stato più volte interrotto con fischi, urla e contumelie dal pubblico, in un clima da stadio e non da tempio della lirica. Il tutto senza che da parte del presidente del Consiglio comunale o del sindaco si facesse alcunché, nonostante le mie ripetute rimostranze, per far smettere offese e vituperi in modo da consentirmi di svolgere serenamente e legittimamente il mio intervento. Sorvolo sul comportamento tenuto da qualche consigliere di maggioranza che ha ritenuto di fare anche illazioni offensive sull’assenza al dibattito del nostro capogruppo Galli, costretto a casa per motivi di salute.

Meno male che almeno il sovrintendente Giambrone, insieme ad un dipendente del Maggio, è venuto a porgermi le sue scuse. Come consigliere comunale con oltre dieci anni di anzianità ed esperienza, anche come vicepresidente del Consiglio e come capogruppo, posso affermare con assoluta certezza che quello di ieri è stato uno dei momenti più bassi e mortificanti del dibattito consiliare cittadino a cui abbia assistito. Io credo nelle istituzioni, credo nel confronto democratico e civile, credo che ascoltare chi la pensa in modo difforme sia un momento importante e non solo l’occasione o il pretesto per manifestare con inciviltà il proprio dissenso. Quelli che ieri si vantavano di essere i paladini della Cultura con la c maiuscola si sono rilevati agli occhi di tutti e non solo ai miei, bisognosi prima di tutto di una buona dose di educazione, rispetto delle istituzioni e della democrazia. Ma evidentemente avevamo colpito nel giusto e, come si sa, la verità fa male.

Al ministro Bondi va il mio modesto incoraggiamento ad andare avanti e a continuare in questa importante riforma.

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