I Modena City Ramblers sul palco della Flog

A quindici anni di distanza dal loro esordio tornano le melodie ed i ritmi irlandesi dei Modena City Ramblers per pogare fra una Guinnes e l'altra con il pensiero che corre a Dublino, Galway o le Isole Aran.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 marzo 2010 14:17
I Modena City Ramblers sul palco della Flog

Dopo l'esaltante concerto dello scorso gennaio, quando fuori dalla Flog rimasero qualche centinaio di persone, sabato 27 marzo i Modena City Ramblers replicano la loro performance per accontentare i tanti fans che potranno così godere della loro musica. I Modena City Ramblers festeggiano i tre lustri dall'uscita del loro storico primo disco Riportando tutto a casa con un particolare Tour che li vede protagonisti nei piccoli\grandi Club ed in alcuni teatri della penisola, grazie alla celebrazione on stage di quell'esordio tanto amato da tutti i fan della band! Un concerto che tra le altre particolarità sarà anche evocativo di un periodo - forse l'ultimo - dove i grandi cambiamenti sembravano ancora possibili.

Un salto nel passato per riprendere una scaletta impostata sui live di quel periodo, che sapevano di sudore e di Guinness, amore per l'Irlanda e voglia di cambiare quell'Italia della prima Repubblica. Per l'occasione, tra le fila dei "delinqueint ed Modna", torna un vecchio compagno fondatore della band, Luciano Gaetani, a dar manforte nel ricreare il tipico sound del primo periodo Ramblers, quel "Combat Folk" ormai divenuto vera e propria definizione di stile musicale. Un'occasione per far festa insieme, pogare e riflettere su come, quanto e se, siano o meno cambiate l'Italia e la sua società in questi quindici anni.

La copertina del CD, vista oggi, racconta di un Paese che ha perso i suoi ultimi veri eroi, Falcone e Borsellino, ma che ha mantenuto personaggi come "il cavaliere nero" riportato sulla prima pagina de Il Manifesto; una copertina che fotografa tra le altre cose la kefiah che ti mettevi al collo, un po' per stilosità (come accade ancor oggi con la t-shirt del Che) e un po' con la speranza che la pace arrivasse tra due popoli, che a tutt'oggi son ben lontani da questo risultato. Ma tra gli oggetti da "riportare a casa", c'erano anche strumenti musicali con una loro magia storica, in parte mediterranea ed in parte celtica come una fisarmonica, un bouzoki, un violino, un mandolino, un tin whistle, un organetto e una piva...

mentre oggi le pive le abbiamo solo nel sacco! Ma Riportando Tutto a Casa Tour è anche un'occasione imperdibile per riascoltare in un'unica serata tutti i vecchi classici della band, come "Quarant'anni", dove se ne aggiungi una quindicina e aggiorni un paio di nomi, realizzi che l'attualità di quella canzone tristemente in linea con i nostri tempi; o quella "Contessa", che il pubblico stufo di richiederla invano in questi ultimi anni si canta da solo nella pausa pre bis; o il "Bicchiere dell'addio", registrato con Mister Bob Geldof, che abbiamo levato e ancora leveremo...

Ognuno avrà il suo motivo per cercare nei cassetti della memoria un ricordo da abbinare ad un brano piùche ad un altro; per me è "Un giorno di pioggia" perché è in un giorno che li ho conusciuti... "Un giorno, guidati da stelle sicure ci ritroveremo in qualche angolo di mondo lontano, nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati o sui sentieri dove corrono le fate. E prego qualche Dio dei viaggiatori che tu abbia due soldi in tasca da spendere stasera e qualcuno nel letto per scaldare via l'inverno e un angelo bianco seduto vicino alla finestra" (Ninnananna). Ingresso 12/10 reuro (consigliata prevendita circuito Box Office).

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