Giornalisti e studiosi si interrogano sul futuro dell'Iran

Partendo poi dalle immagini dei disordini fruite fuori dall’Iran grazie ai social media come Twitter e Facebook, ci sarà spazio per parlare del ruolo dei cittadini nell’informazione, dei nuovi media, della diffusione e importanza del citizen journalism.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2010 14:48
Giornalisti e studiosi si interrogano sul futuro dell'Iran

Le immagini, scioccanti, dei disordini a Tehran che seguirono le elezioni contestate del giugno 2009. Non tutti i cittadini iraniani le videro, censurati dal regime e dall’informazione di Stato. Ma le foto e i brevi video ripresi fortunosamente con i telefonini viaggiarono via internet in tutto il mondo. Alcune di quelle immagini saranno riproposte domani, all’Altana di Palazzo Strozzi (dalle ore 17), in un convegno dal titolo "Qui Tehran. Il movimento verde e la rivoluzione dei media", organizzato dal Comune di Firenze e dalla New York University. Al convegno, moderati dall’assessore alla cultura, interverranno il sindaco, l’editorialista de The New York Times Roger Cohen, appassionato tra l’altro del rapporto tra giornalismo tradizionale e nuovi media, che è stato in Iran nel periodo elettorale; Serge Michel, giornalista di Le Monde e precedentemente inviato speciale di Le Figarò a Tehran dove ha risieduto per molti anni, uno tra i migliori conoscitori del Paese, ha anche fondato e ora è presidente del Bondy Blog, blog sulle banlieu francesi, esempio di citizen journalism; Olivier Roy, professore dell’Istituto universitario europeo di Fiesole, ricercatore e studioso della regione mediorientale; e Paolo Woods, fotografo, che a Firenze, in occasione del festival Film Middle East Now che ha dedicato ampio spazio al cinema iraniano, ha inaugurato una mostra, ancora in corso fino al 14 marzo alla Galleria Fondazione Marangoni. Il convegno verterà sull’attuale situazione politica dell’Iran, i possibili scenari futuri e le conseguenze mondiali.

Partendo poi dalle immagini dei disordini fruite fuori dall’Iran grazie ai social media come Twitter e Facebook, ci sarà spazio per parlare del ruolo dei cittadini nell’informazione, dei nuovi media, della diffusione, dell’importanza e dei limiti del citizen journalism. (edl)

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