Gino Strada: dalla parte delle vittime

L’invito è di leggere il libro, per non disimparare ad indignarci davanti alle ingiustizie e per confrontarci con noi stessi, per domandarci infine: “E io da che parte sto?”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2010 16:55
Gino Strada: dalla parte delle vittime

Ieri, alla libreria Feltrinelli, il libro intitolato “Gino Strada - Dalla Parte delle Vittime” del giornalista Mario Lancisi è stato presentato da Ornella De Zordo e don Alessandro Santoro. L’argomento del libro è stato introdotto dalla De Zordo, la quale ha spiegato come l’autore chiarisca che l’opera non sia una biografia, bensì un trattato sul “caso Strada”, sull’esperienza diretta di Gino e dell’associazione da lui fondata: Emergency.

Spiega la De Zordo come nei capitoli si ripercorrano 17 anni di guerre, in ordine cronologico, da quando Emergency è nata, nel 1994, ad oggi. In questa spiegazione vengono messe in luce le tappe dell’impegno e delle difficoltà affrontate da chi ha scelto di andare nei luoghi di guerra (Kosovo, Afghanistan, eccetera) a curare i feriti, mettendosi contro la politica istituzionale. Don Santoro prende poi la parola chiedendo a tutti di raccogliersi nel silenzio in ricordo di Teresa, la moglie di Strada mancata nel 2009, sottolineando l’importanza di avere vicino delle persone care che ci siano di sostegno.

Per Don Santoro Gino Strada è stato in grado di fare ciò che ha fatto non solo grazie alla vicinanza della moglie, ma anche per ciò che ha visto, come emerge dalle stesse parole di Strada: “Un giorno non ce l'ho più fatta. Ho sentito il bisogno di scoprire l'altra faccia del mondo, di andare a fare il chirurgo di guerra. Poi, non mi è più stato possibile tornare sui miei passi: avevo visto troppo dolore, troppe ingiustizie, la dignità e i diritti umani troppe volte calpestati”. Continua don Santoro dicendo che ognuno, nel proprio piccolo, può essere in grado di fare del buono: basta essere più accoglienti con chi ci sta attorno, saper distinguere tra oppressi e oppressori e avere il coraggio di schierarsi.

L’autore per primo rivendica il diritto di essere di parte, adottando un punto di vista, quello delle vittime. Solo così, mettendosi nei loro panni, si potranno vedere le cose in maniera diversa e agire di conseguenza. Per don Santoro, avendo lanciato un segnale diverso dicendo le cose così come stanno, Strada è stato preso di mira dalla politica diventando una spina nel fianco della società: 90% dei civili morti in guerra, 80% delle risorse al 20% della popolazione, denuncia delle cause politiche degli scontri tra Oriente ed Occidente dopo l’11 settembre del 2001, eccetera. L’autore Mario Lancisi chiude l’incontro spiegando che l’approfondimento del caso Strada è l’ultimo step di un percorso di studi che è partito dalla figura di don Milani, seguita da quella di Randelli e di Sofri.

Tutti personaggi uniti da un filo conduttore ideale: la capacità di vedere la realtà attraverso gli occhi dei poveri e lo scandalo che hanno suscitato opponendosi al potere ed al perbenismo. Il cuore del libro ed il suo punto di partenza è la parabola del buon samaritano, che sa mettere al centro non chi si piega, chi cura e rialza, ma la vittima stessa. Con questo elogio al radicalismo di Strada, che pone cioè alla radice le vittime, Lancisi intende aprire una finestra su una cruda realtà.

L’invito è di leggere il libro, per non disimparare ad indignarci davanti alle ingiustizie e per confrontarci con noi stessi, per domandarci infine: “E io da che parte sto?” di Silvia Languaso

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