PdL: “Ecco l’elenco degli immobili che il Comune non venderà”

Stella e Alessandri: “Il patrimonio immobiliare non appartiene al sindaco ma alla città”. La capogruppo di perUnaltracittà De Zordo: "Pericoloso svendere. La città rischia di bruciare tutto e subito"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2010 19:26
PdL: “Ecco l’elenco degli immobili che il Comune non venderà”

“Come pensa il Sindaco di far quadrare il bilancio comunale? Vendendo il patrimonio immobiliare del Comune di Firenze. Come pensa di vendere il Patrimonio immobiliare? Nessuno lo sa. Quanto vale il patrimonio inserito nelle alienazioni? Nessuno lo sa”. Questo il commento all’annunciato piano delle alienazioni del patrimonio immobiliare del sindaco Matteo Renzi da parte dei consiglieri del PdL Marco Stella e Stefano Alessandri. “Ormai siamo abituati agli spot del Sindaco Renzi e del suo modo di amministrare – hanno aggiunto i due esponenti del centrodestra –, prima si annunciano le cose, poi staremo a vedere se è possibile farle e come farle.

Non possiamo che essere contrari alla vendita del patrimonio immobiliare, a maggior ragione se serve per coprire buchi di bilancio; non dobbiamo mai scordarci che il patrimonio immobiliare del Comune di Firenze, costruito negli anni, non appartiene a Renzi, ma alla città ed ai fiorentini, quindi prima di essere venduto occorre una seria valutazione. Occorre capire a cosa servono eventualmente le vendite, quale sono le opere da finanziare e quali i benefici per la collettività”. “Dall’elenco fornito dal Sindaco – hanno proseguito Stella e Alessandri –, rileviamo alcune criticità che vogliamo porre alla sua attenzione: ci sono alcuni immobili che il Comune di Firenze ha ereditato o frutto di alcune donazioni, che lo stesso atto di donazione vincola o alla funzione pubblica, o non prevede la vendita, come per esempio l’immobile di via Nicolodi dove ha sede l’Istituto dei Ciechi.

Ci sono immobili dove hanno sede enti pubblici difficilmente spostabili o per i quali occorre molto tempo, come per esempio gli uffici di via Giotto o quelli occupati all’università di via di San Salvi. Ci sono immobili che hanno avuto un cambio di destinazione sui quali pende una sentenza della corte costituzionale e quindi in attesa di definizione come per esempio il teatro comunale e gli immobili di piazzale Michelangelo. Ci sono poi immobili sui quali sono stati investiti soldi pubblici perché avevano destinazioni e finalità pubbliche, come per esempio l’ex meccano tessile, chi risponderà dei soldi spesi? Ci sono immobili che il Comune ha già provato a vendere, ma le aste sembrerebbero andate già deserte come gli appartamenti di piazza Santo Spirito.

Poi ci sono le discoteche Meccanò e Central Park sulle quali esiste un contenzioso con l’amministrazione comunale rispetto alle costruzioni e dei vincoli precisi della Soprintendenza legati alla realizzazione del parco delle Cascine”. “Per finire con gli immobili occupati – sottolineano ancora Stella e Alessandri –, come il Cpa, che difficilmente hanno un valore sul mercato. Spero che il Sindaco abbia tenuto conto di tutte queste variabili nell’indicare la cifra stimata rispetto alle vendite.

Al Sindaco Renzi vorremmo anche chiedere: come ha calcolato il valore degli immobili? Sono già state fatte le perizie? I 500 milioni di euro annunciati come sono stati calcolati? Vorremmo ricordare che la stima per la vendita del teatro comunale era di 44milioni di euro, salvo che poi la gara è andata deserta”. “Invitiamo il Sindaco Renzi quando si parla di alienare il patrimonio pubblico a pensare meno agli annunci e più alla città e ai fiorentini” concludono i due esponenti del PdL. “Sappiamo tutti benissimo quanto importante sia per Firenze costruire il nuovo auditorium della musica, e sappiamo altrettanto bene che la costruzione del nuovo auditorium passa anche attraverso la vendita del vecchio teatro comunale; infatti l’impegno del Comune è investire i soldi che vengono dalla vendita del vecchio per costruire il nuovo.

Dovessero venir meno quei soldi si rischia di non costruire il nuovo auditorum della musica?”. E’ quanto chiedono al sindaco Renzi i due consiglieri del centrodestra Marco Stella e Stefano Alessandri. “Dopo che il primo avviso d’asta pubblica per il teatro comunale è andato deserto, con base d’asta 44milioni di euro – aggiungono Stella e Alessandri –, apprendiamo dai giornali che, mentre il Comune ha messo il secondo avviso d’asta per una base di 35milioni di euro, il Sindaco ha annunciato che esiste una sentenza della corte costituzionale che complica la vendita.

Mi domando se queste parole del sindaco non avranno ripercussioni sull’asta, e cosa succederà se anche la seconda asta dovesse andare deserta”. “Certo è che la vicenda è molto complicata. A cosa si riferiva il Sindaco? Quale sarebbe la sentenza della Corte Costituzionale? Si riferisce forse al cambio di destinazione del teatro comunale? – proseguono i due consiglieri –. Se cosi fosse siamo molto preoccupati. E’ evidente che dopo le parole del Sindaco, qualsiasi investitore che volesse comprare il teatro comunale, oggi avrebbe molte esitazioni, vista la situazione non chiara.

Ci domandiamo, chi ha sbagliato in questa vicenda?”. “Per l’importanza e la valenza che ha la costruzione del nuovo auditorium della musica – concludono Stella e Alessandri –, chiediamo che Renzi venga lunedì in consiglio comunale a fare chiarezza sull’intera vicenda e a rassicurare sule sorti della costruzione del nuovo auditorium della musica”. “Vendere il patrimonio immobiliare del Comune è un'operazione rischiosa, che impoverisce l'Ente pubblico, e rischia di bruciare cospicue risorse in nome di interventi, pur importanti, ma comunque temporanei”.

E' il pensiero della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo in merito alle alienazioni annunciate dall'amministrazione comunale nella ricerca di fondi per equilibrare il bilancio. “Il rischio – ha sottolineato De Zordo – è che in questo modo si utilizzino gran parte delle risorse a disposizione di Firenze, e che nei prossimi decenni la città non abbia più a disposizione nessun bene immobile su cui poter contare”. “Il sindaco Renzi non deve sentirsi autorizzato ad utilizzare tutte queste risorse per fare sfoggio di grandi operazioni e al tempo stesso garantirsi un consenso personale – ha aggiunto De Zordo – alienare i beni comuni che, lo ricordiamo, sono patrimonio della collettività, potrà far mancare in futuro le garanzie ipotecarie perché il Comune possa contrarre, ad esempio, un mutuo.

L'operazione rischia dunque di essere oltremodo pericolosa”. “Tra l'altro – ha concluso la capogruppo di perUnaltracittà – il sindaco ha dichiarato di voler operare una politica di investimenti, senza però chiarire di quali operazioni intenda avvalersi”.

Notizie correlate
In evidenza