E' crisi: fatturati in calo del 15%. Diminuiscono anche le presenze (-3%)

Le previsioni danno infatti un 2010 sui livelli del 2009 ed un piccolo incremento dei fatturati (tra l’1% e l’1,5%) nel 2011. Solo nel 2012, e purché in assenza di ulteriori sconvolgimenti, si tornerà ad una crescita del 3%-4%.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 gennaio 2010 18:18
E' crisi: fatturati in calo del 15%. Diminuiscono anche le presenze (-3%)

Per le aziende del settore alberghiero di Firenze è vera e propria crisi. È quanto emerge da una ricerca statistica effettuata da STR Global, società di rilevazione alberghiera, sull’andamento del settore nelle principali città Europee. L’indagine, condotta a Firenze su un campione di 4.342 camere nella fascia di categoria 5-3 stelle, ha infatti evidenziato, nel 2009, una flessione contenuta di presenze ( -3%) e un calo pesante dei fatturati ( - 15,8%) rispetto all’anno precedente.

La perdita risulta equamente distribuita tra le diverse categorie, ma le strutture alberghiere a 5 e 4 stelle, in maggiore sofferenza nei primi sei mesi dell’anno (con perdite di fatturato superiori anche al 20%), hanno registrato una ripresa nell’ultimo semestre, a scapito delle categorie più basse (da 3 stelle in giù). Oltre alla riduzione delle tariffe, determinata da una clientela sempre più alla ricerca delle migliori offerte, alla crisi che ha colpito le aziende fiorentine di fascia superiore ha contribuito anche una crescita smisurata dell’offerta, cui non ha corrisposto una adeguata domanda. Da una ricerca fatta dalle associazioni alberghiere di Firenze risulta infatti che, dal 2000 al 2009 ,gli alberghi a 5 stelle nel capoluogo toscano sono cresciuti del 117%, quelli a 4 stelle del 60% e quelli a 3 stelle del 17%. La crescita smisurata delle piccole o piccolissime strutture (bed & breakfast, affittacamere eccetera) ha invece comportato una diminuzione degli alberghi a 1 e 2 stelle. “Firenze è caratterizzata da un mercato molto più orientato al turista che non al business e da un diminuito appeal sui congressi - è il commento di Giancarlo Carniani, presidente Cna Turismo -.

L’unico segmento ancora in grado di tenere è proprio quello del turismo tradizionale dove però, alla flessione dei mercati tradizionalmente molto forti (Regno Unito e Stati Uniti in testa), si accompagna la tenuta o la crescita di alcuni mercati (quello interno e quelli asiatici), assai meno propensi alla spesa”. L’andamento di Firenze è in linea con quello delle altre principali città turistiche italiane: anche Roma perde infatti il 15,3% nei fatturati e il 2,9% di presenze, mentre Venezia marca un -14% di fatturato ed un - 3,5% di presenze.

Più grave, invece, appare la crisi di Milano ( - 18,9 e – 9,4%), condizionata, forse, dalla maggior prudenza delle aziende nella programmazione di viaggi e trasferte di lavoro dei propri dipendenti. Non stanno meglio neanche le grandi capitali europee: i morsi della crisi si sono fatti sentire anche a Londra, Parigi e Madrid (quest’ultima vanta in assoluto il peggior risultato, con una perdita di oltre il 25%) “La crisi che si è abbattuta sul settore - prosegue Carniani - sta avendo forti ripercussioni anche sul mondo del lavoro.

Le aziende alberghiere della città sono costrette a licenziare o a non confermare dipendenti a termine. Per la prima volta nella storia della città di Firenze alcune hanno addirittura chiuso durante l’inverno. Una situazione molto grave e che non credo possa risolversi con trovate singolari e poco efficaci come i “buoni vacanza” proposti dal Ministro Brambilla – conclude Carniani -. E’ necessario fare investimenti sulla cultura di questa città, sulla sua vocazione congressuale, ormai appannata da strutture non più in grado di ospitare grandi eventi, e su una programmazione pluriennale certa e condivisa tra pubblico e privato” Secondo l’istituto di ricerca Phocuswright, uno dei più accreditati a livello europeo, l’uscita dal tunnel è ancora lontana.

Le previsioni danno infatti un 2010 sui livelli del 2009 ed un piccolo incremento dei fatturati (tra l’1% e l’1,5%) nel 2011. Solo nel 2012, e purché in assenza di ulteriori sconvolgimenti, si tornerà ad una crescita del 3%-4%.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza