Assegni di ricerca su 5G e nuove tecnologie

Spinta al rinnovamento del manifatturiero dalla Giunta Regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 gennaio 2022 14:14
Assegni di ricerca su 5G e nuove tecnologie

Assegni di ricerca per modernizzare le aziende manifatturiere e favorire la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative, che si trasformeranno anche in nuovi posti di lavoro. La Regione Toscana ha riaperto il bando destinato a chi studia come utilizzare, a beneficio di micro, piccole e medie imprese del manifatturiero, il 5G, ovvero le connessioni ultraveloci mobili, ma anche l’analisi dei dati, l’intelligenza artificiale o la famosa blockchain, rivoluzione nata dal mondo dei bitcoin e delle criptovalute ma le cui potenzialità possono essere assai più ampie e non solo legate al mondo finanziario.

Il bando, pubblicato a settembre 2021, era scaduto il 3 novembre. A disposizione c’erano 812 mila euro per 29 assegni di ricerca: 28 mila euro per dodici mesi. Ne sono stati richiesti ed assegnati solo cinque e così la Regione ha riaperto i termini per presentare le domande, che saranno finanziate con i 672 mila euro rimasti. Per farsi avanti c’è tempo dal 1 febbraio 2022 fino alle ore 17 del 31 marzo. I progetti di ricerca, che saranno finanziati a fondo perduto, dovranno essere realizzati da organismi di ricerca pubblici in collaborazione con micro, piccole e medie imprese. Possono dunque presentare domanda le università statali, gli istituti di istruzione universitaria ad ordinamento speciale e gli enti di ricerca pubblici con sede legale o operativa in Toscana. Gli assegnisti devono essere laureati (laurea magistrale o vecchio ordinamento) e non aver ancora compiuto 36 anni quando sarà presentata la domanda.

Le domande si presentano attraverso il sito di Sviluppo Toscana.

“La competitività dei prossimi anni si baserà molto sull’innovazione e sulla capacità di innovarsi – commenta l’assessore all’economia della Toscana, Leonardo Marras – ed è necessario che questa rivoluzione coinvolga anche le imprese piccole, piccolissime a volte, e medie, che sono la parte numericamente predominante poi del nostro sistema economico”.

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