Arci e Acli, metà dei circoli rischiano la chiusura definitiva

Dl Ristori, in Toscana oltre 1 circolo su 2 escluso dalla manovra. La protesta: “Necessario cambiarlo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 ottobre 2020 12:32
Arci e Acli, metà dei circoli rischiano la chiusura definitiva

Firenze, 30 ottobre 2020 - Più della metà dei circoli Arci e Acli della Toscana non beneficerà delle misure previste nel Dl Ristori e rischia di chiudere definitivamente: il decreto prevede infatti che il contributo a fondo perduto erogato dall’Agenzia delle Entrate con una procedura semplice e veloce sia riservato solamente ai circoli possessori di partita Iva escludendo così gli enti del Terzo settore che non svolgono attività commerciali.

“In Toscana rimangono esclusi ben più della metà dei nostri circoli” spiegano Gianluca Mengozzi, presidente di Arci Toscana, e Giacomo Martelli, presidente di Acli Toscana. Questa disparità di trattamento, ingiustificata, porterà moltissimi circoli, costretti alla chiusura fino al 24 novembre dalle nuove misure anti Covid (contenute nel Dpcm del 24 Ottobre 2020), a non essere nelle condizioni di riaprire quando sarà possibile farlo, per riprendere le loro attività già fortemente penalizzate dall’emergenza sanitaria.Questo vuol dire la cancellazione di presidi sociali e culturali di vitale importanza sul territorio, oltre alla chiusura di attività di rilevanza economica, alla perdita di posti di lavoro sia diretti sia nell'indotto (dipendenti, fornitori, imprese dello spettacolo e della cultura).

“Il danno non è solo economico ma anche sociale: se i nostri circoli chiudono le comunità si impoveriscono”.Per Mengozzi e Martelli la scelta del governo di sospendere le attività dei “centri culturali, dei centri sociali e dei centri ricreativi” è incomprensibile: “Penalizza il mondo associativo, impedendo quel prezioso contributo che le associazioni danno alla coesione sociale, mettendo a rischio la tenuta della rete di comunità che sostengono” ribadiscono Arci e Acli della Toscana che chiedono al governo di rivedere la chiusura dei circoli “in un momento in cui la loro attività sarebbe più che mai necessaria” e invitano i parlamentari toscani a sollecitare la revisione di questa norma, “per evitare un danno non solo per i circoli ma per l'intera comunità”.

LA NOTA DI ARCI SIENA. L’Arci provinciale di Siena, con i suoi 95 circoli chiusi nei giorni scorsi a seguito dell’ultimo DPCM per contenere la diffusione del Covid-19, lancia l’appello “Curiamo la socialità” alle istituzioni e ha organizzato presidi nella giornata di oggi, venerdì 30 ottobre, in diverse zone della provincia. L’iniziativa, promossa dall’Arci a livello nazionale, ha preso il via questa mattina e andrà avanti nel pomeriggio coinvolgendo i circoli di Abbadia San Salvatore, Colle di Val d’Elsa, Guazzino (Sinalunga), Montallese (Chiusi), Piazze (Cetona), Montepulciano, Murlo, San Lorenzo a Merse e Scalvaia (Monticiano), Sarteano, Siena, Sinalunga, Sovicille, Torrenieri (Montalcino), Trequanda e Ulignano (San Gimignano).

Questa mattina, inoltre, la presidente dell’Arci provinciale di Siena, Serenella Pallecchi, ha consegnato al Prefetto di Siena, Maria Forte, l’appello, che è già stato sostenuto dall’onorevole Susanna Cenni e dai sindaci dei Comuni di Abbadia San Salvatore, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Cetona, Chianciano Terme, Chiusdino, Chiusi, Montalcino, Murlo, Pienza, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sovicille, Torrita di Siena e Trequanda.

L’appello “Curiamo la socialità”. “Le misure anti Covid dell’ultimo DPCM - si legge nell’appello - comportano la chiusura degli oltre 4mila circoli Arci presenti in tutta Italia fino al 24 novembre. Un colpo durissimo per la nostra associazione, per tutti i suoi soci e socie e per i tantissimi circoli che rischiano in questo modo di non riaprire. Accettiamo con responsabilità la sospensione delle attività culturali, sociali e ricreative, ma chiediamo che venga consentito ai nostri circoli di poter continuare a svolgere la loro funzione essenziale, soprattutto in un periodo di crisi sociale come quella che stiamo vivendo.

In particolare, chiediamo che siano consentite almeno le attività previste dallo stesso DPCM per gli esercizi commerciali, quali somministrazione di cibi e bevande ai propri soci, che per i circoli rappresentano l’unica forma di autofinanziamento. I circoli, fin dalla prima riapertura dopo il lockdown, hanno adottato con rigorosità i protocolli anticontagio previsti dalle linee guida nazionali, mettendo al primo posto la tutela della salute pubblica. Adesso riteniamo che le interpretazioni contenute nella circolare del Ministero dell’Interno siano profondamente e incomprensibilmente ingiuste nei confronti della nostra associazione e chiediamo a gran voce una loro revisione”.

La voce dei circoli. “La socialità non è solo un passatempo”, dice Rita Toccaceli Blasi, presidente del Circolo Arci di Sarteano, rilanciando l’appello insieme ad altri presidenti di circoli Arci attivi in provincia di Siena. “Siamo consapevoli della situazione di emergenza in cui ancora ci troviamo in tutta Italia - afferma anche Martina Anselmi, del Circolo Arci di Vescovado di Murlo - e non chiediamo di essere privilegiati rispetto ad altri, ma solo di poter continuare a far parte della quotidianità dei nostri soci.

A Vescovado di Murlo, il Circolo Arci è parte viva e vitale del paese e chiuderlo significa perdere un pezzo della quotidianità per molte persone. Stavamo rialzando la testa adesso. Con fatica, impegno e grande senso di responsabilità, riuscivamo a essere ancora il luogo in cui vecchie e nuove generazioni trovavano il loro luogo di riferimento. Questo è quello che vogliamo continuare a fare per la nostra comunità”. A lei si unisce Andrea Franci, Circolo Arci Ruffolo, Siena, che dice “l’emergenza sanitaria è ancora preoccupante e da tenere sotto controllo, ma è eccessivo e ingiusto chiudere la somministrazione nei circoli Arci, già attenti a sanificazione e sicurezza, lasciando aperte altre strutture a fini commerciali”.

I presidi si svolgeranno nella giornata di oggi, venerdì 30 ottobre davanti ai circoli: Circolo Arci Viola Club ad Abbadia San Salvatore; Associazione Per L’Agrestone a Colle di Val d’Elsa; Circolo Arci Guazzino (Sinalunga); Circolo Arci Piazze a Piazze (Cetona); Collettivo Piranha, a Montepulciano; Circolo Arci Vescovado di Murlo e Circolo Arci La Nuova Idea a Murlo; Circolo Arci San Lorenzo a Merse e Circolo Arci Il Barbicone a Scalvaia (Monticiano); Circolo Arci Lavoratori di Sarteano; Circolo Arci Montallese (Chiusi); Circolo Arci Nova Ulignano (San Gimignano); Circolo Ricreativo Culturale Sportivo Sovicille; Circolo A.s. Torrenieri (Montalcino) e Circolo Arci Resistenti Trequanda. A Siena, i presidi si svolgeranno presso Motus Danza, Circolo Arci Ruffolo; Circolo Arci Cultura e Sport; Circolo Arci Il Risorgimento ai Due Ponti; Circolo Arci Sant’Andrea.

LASTRA A SIGNA. “Già da mesi i circoli ricreativi del nostro territorio sono in sofferenza, sotto la pressione di forti difficoltà economiche, costretti a lasciare a casa dipendenti e a investire ingenti risorse per la sanificazione dei locali e per mettersi in regola e adeguarsi alle normative e ai protocolli di sicurezza. Adesso una ulteriore batosta per queste realtà, con la circolare del ministero che ha chiuso totalmente le loro attività, compresa quella dei ristoranti e bar al loro interno”.E’ quanto dichiarano il sindaco Angela Bagni e il vicesindaco e assessore allo sviluppo economico Leonardo Cappellini che lanciano un appello proprio a favore dei circoli ricreativi e culturali.“Al danno si aggiunge la beffa: ovvero che dal Decreto Ristoro sono esclusi quei circoli che fanno soltanto attività istituzionale e che quindi si reggono solo sul volontariato.

Dopo aver parlato con i circoli del nostro territorio – hanno aggiunto Bagni e Cappellini- e ascoltato le loro ragioni, chiediamo anche noi, come già avanzato da molti esponenti politici regionali e nazionali, un ripensamento a livello nazionale ma soprattutto chiediamo che siano salvaguardate queste realtà che in Comuni come il nostro sono presidi di solidarietà e di inclusione”.

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