Ambiente, Capraia: via libera alla nuova zonazione

Fraudolente le concessioni per visitare l’isola di Montecristo, ma non c'è alcuna discarica abusiva

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 luglio 2016 09:26
Ambiente, Capraia: via libera alla nuova zonazione

Firenze– Via libera, con voto unanime, in commissione Ambiente presieduta da Stefano Baccelli (Pd), alla nuova zonazione a mare dell’isola di Capraia. Dopo venti anni dall’istituzione del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, la sua terza isola per estensione, e una tra le realtà insulari più isolate, avrà un’area marina protetta in sostituzione dei vincoli posti con il decreto istitutivo del Parco (luglio 1996).

Una “riperimetrazione”, ha spiegato il presidente dell’Ente Giampiero Sammuri, “largamente condivisa, concertata, partecipata, votata all’unanimità dal Consiglio comunale” che risponde alla necessità di conciliare “esigenze di tutela ambientale con attività turistiche ed economiche della popolazione locale”. Tecnicamente la nuova zonazione si attua attraverso una variante al Piano del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano approvato nel 2009.

Variante che ha ottenuto il voto unanime della commissione del Consiglio regionale nella seduta di oggi, martedì 12 luglio, e che prevede due aree di tutela integrale (in sostituzione dell’attuale zona 1); tre zone B2 dove è consentita anche la pesca artigianale ai soli pescatori locali; una piccola area di tutela archeologica a nord; una zona B2 lungo la costa, che i capraiesi chiamano “cerniopoli”, dove è vietata la pesca ma non le attività subacquee e la navigazione; una zona C, dove sono consentite tutte le attività sostenibili.

Il tutto circondato da una vasta zona D nella quale sono vietate la pesca a strascico e le altre attività impattanti, ma dove è consentita la pesca, anche quella subacquea autorizzata e contingentata, sia per numero di praticanti che per dimensione e quantità di prede. Soddisfazione per una proposta che ha “saputo interpretare le esigenze del territorio” è stata espressa dal presidente della commissione che ha anche sollecitato la pubblicazione sui siti ufficiali di Giunta e Consiglio.

Alcune autorizzazioni già rilasciate per visitare l’isola di Montecristo sono state revocate nei giorni scorsi dall’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Follonica del Corpo forestale dello Stato a carico di un soggetto che ha violato il regolamento di accesso alle visite. A seguito di una segnalazione, è stato accertato che un uomo esercente l'attività commerciale di noleggio imbarcazioni aveva fatto presentare richiesta di autorizzazione ad altre persone a lui collegate, per ottenere la disponibilità esclusiva di alcune date.

La condotta non integra reato, ma elude la regolamentazione che prevede che un soggetto possa fare richiesta solo una volta ogni anno. Dopo di che attraverso forme di pubblicità più o meno palesi, reclutava visitatori a 150 euro l'uno, vendendo il passaggio a Montecristo. L'accaparramento di date per gli accessi all'isola di Montecristo sottrae disponibilità ad altri visitatori ed è contrario allo spirito che sta alla base del rilascio dell'autorizzazione, che è quello di rendere il più possibile visitabile la Riserva, nel rispetto degli stretti parametri che l'esigenza di protezione impone e secondo i principi di trasparenza, imparzialità e rotazione.

Non è mai esistita una discarica di rifiuti tossici sull’Isola di Montecristo, anzi i rifiuti ingombranti ed in particolare quelli che vengono spiaggiati dal mare sono regolarmente smaltiti dal Corpo forestale dello Stato. La Riserva naturale dello Stato resta incontaminata, visto che i rifiuti che vengono prodotti sull’Isola sono portati a terra, grazie al collegamento garantito dalla motovedetta in dotazione. Anche i materiali ingombranti sono stati trasportati con l’intervento del Comune di Portoferraio che ha garantito la collaborazione della società che gestisce i rifiuti sull’Isola d’Elba.

Le operazioni di trasporto dei materiali si sono svolte lo scorso 18 giugno, quando i vari rifiuti sono stati temporaneamente depositati in prossimità dell’imbarco, sotto il portico. Quanto agli abusi edilizi, si tratta di edifici costruiti dalla Società Oglasa che aveva in concessione l’Isola negli anni ‘60 del secolo scorso. Il Corpo forestale dello Stato ha subito provveduto ad abbattere gran parte dei fabbricati, mentre il porticato era stato lasciato in piedi perché, in accordo con la Soprintendenza, per il suo abbattimento occorrevano tecniche troppo costose per non danneggiare l’edificio sul quale era stato addossato, il cosiddetto Rifugio dei Pescatori, di costruzione ottocentesca.

Oggi, grazie a fondi messi a disposizione dalla Comunità europea, esiste un programma che vede Parco e Corpo forestale dello Stato uniti per portare a termine azioni di conservazione e si procederà anche al definitivo abbattimento del porticato nel 2017. Grazie agli investimenti del Parco Nazionale, inoltre, è stato possibile dotare l’isola di un impianto di produzione dell’energia elettrica mediante pannelli fotovoltaici eliminando le emissioni sonore e inquinanti del generatore diesel.

È stato installato un impianto di videosorveglianza che semplifica il lavoro del Corpo forestale dello Stato nel garantire il rispetto delle norme di protezione.

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