L'odio in rete: un evento formativo per giornalisti

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A Firenze il 26 giugno, organizzato da Europe Direct in collaborazione con il Cospe e l'Ordine dei Giornalisti della Toscana

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Europe Direct Firenze
24 giugno 2019 18:51
L'odio in rete: un evento formativo per giornalisti

La definizione di hate speech – incitamento all’odio non è così semplice trattandosi di un fenomeno purtroppo in espansione che comporta inevitabilmente un dibattito di carattere giuridico e culturale su quali siano i confini della libertà di espressione. La Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo riconosce la libertà di pensiero, di coscienza e di religione all’art. 9, la libertà di espressione all’art. 10 ma riconosce anche il divieto di discriminazione per motivi di sesso, razza, colore, lingua, religione, opinioni politiche o di altro genere etc. Un punto fermo è stata la definizione scaturita da una raccomandazione del Consiglio d’Europa del 1997 che ha definito il “discorso di incitamento all’odio” come comprensivo di tutte le forme di espressione miranti a diffondere, fomentare, promuovere o giustificare l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o altre forme di odio fondate sull’intolleranza, tra cui l’intolleranza espressa sotto forma di nazionalismo aggressivo e di etnocentrismo, la discriminazione e l’ostilità nei confronti delle minoranze, dei migranti e delle persone di origine immigrata. La facilità di accesso ad Internet, l’anonimato degli autori e la rapidità della diffusione delle immagini via web ci ha fatto assistere ad una esclation di atti di intolleranza o cyberbullismo nei confronti delle persone.

L’odio genera sofferenza e spesso dai discorsi di odio si è arrivati alle azioni di violenza fisica o di istigazione al suicidio, e nei casi più gravi di suicidio delle vittime. L’odio prende di mira sia singoli individui che gruppi che sono già vulnerabili per età (anziani), per appartenenza religiosa (musulmani, cristiani), per status (richiedenti asilo, immigrati) o per disabilità. Nel 2016 la Commissione Europea ha varato un “Codice di condotta sull'illecito incitamento all'odio online” per dare una risposta adeguata al fenomeno.

Si è arrivati ad una quarta rivalutazione del Codice e si cominciano a registrare dei risultati positivi. Le società informatiche (Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube) entro 24 ore valutano l'89% dei contenuti segnalati e rimuovono da Internet il 72% dei contenuti ritenuti illeciti incitamento all'odio, contro il 40% e il 28% rispettivamente, nel 2016, anno in cui il Codice è stato varato. Nel 2018, infine, quattro nuove società hanno deciso di aderire al Codice: Google+, Instagram, Snapchat e Dailymotion.

Anche la piattaforma francese di giochi online Webedia (jeuxvideo.com)) ha annunciato nel 2019 la sua partecipazione. Per migliorare lo strumento è ovviamente richiesto un feedback delle aziende informatiche agli utenti. In un recente incontro che si è tenuto alla Normale di Pisa sul tema Medioevo e modernità tra la storica Chiara Frugoni e il cantautore Vinicio Capossela, Capossela ha definito la rete come la nuova peste: “Questo nuovo modo di rapportarsi dovuto al web rompe i rapporti sociali come la peste del Medioevo.

Ognuno pensava a salvarsi, come ora, si perse il senso di umanità e di comunità”. Combattere quindi questo fenomeno dell’odio online è una battaglia che ci vede impegnati tutti, dalla famiglia alla scuola, dalle associazioni, alle istituzioni e soprattutto chi fa comunicazione. E’ stata pensata infatti per i giornalisti una giornata di formazione sul tema “Raccontare le migrazioni per contrastare i discorsi di odio” che si terrà a Firenze il 26 giugno nel complesso delle Murate, dalle ore 9,00 alle 16,00 presso la Sala Wanda Pasquini di Murate Idea Park in Piazza Madonna della Neve

La giornata formativa è organizzata in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Toscana e prevede il riconoscimento di 6 crediti professionali per la prima parte e 4 per la seconda.

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