WiFi gratuito: un'ora può bastare?

La realizzazione di un’infrastruttura come “Firenze Wifi” ha costi relativamente limitati per le casse pubbliche e rientra nella capacità di spesa degli enti locali. Ma allora perché limitare l'accesso al servizio per solo un'ora al giorno?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 novembre 2009 16:58
WiFi gratuito: un'ora può bastare?

di Nicola Novelli Nei giorni scorsi è stato presentato in Palazzo Vecchio il progetto di connessione senza fili attivata in dieci piazze e in due parchi di Firenze. Già prevista per il 2010 l’estensione anche alle fermate della linea 1 della Tramvia. La Provincia ha finanziato una grossa parte dell’intervento, mentre il Comune ha messo a disposizione la propria infrastruttura di rete in fibra ottica. Ogni utente, dopo essersi registrato, potrà accedere ai servizi informativi della Provincia e del Comune di Firenze e navigare on line gratuitamente per un’ora al giorno. L’obiettivo di “Firenze Wifi” è quello di facilitare l’accesso alle informazioni utili da parte dei cittadini, in particolar modo a tutto ciò che potrà favorire una mobilità urbana più efficiente e consentire di sfruttare a pieno le risorse turistiche e culturali del territorio.

La realizzazione di un’infrastruttura come questa ha costi relativamente limitati per le casse comunali e rientra nella capacità di spesa degli enti locali. Ciò sia per la realizzazione degli impianti necessari a fornire la connettività, sia per la manutenzione e l’erogazione del servizio. Ma se è così allora perché limitare l'accesso per solo un'ora al giorno? L'accesso alla rete wi-fi non è soltanto un'opportunita' di business, o un servizio per i turisti, come presentato anche mercoledì scorso dal sindaco Matteo Renzi, parlando della connessione Internet, che locali e ristoranti di Firenze dovranno obbligatoriamente garantire in futuro ai clienti.

L’accesso gratuito ad Internet consente di ridurre il digital divide, di aumentare le possibilità di crescita culturale della cittadinanza e di competitività delle attività lavorative, garantendo a tutti di poter usufruire dei servizi forniti dalla rete, anche nelle zone della città non raggiunte dai servizi ADSL ed anche da parte di chi è impossibilitato a sottoscrivere costosi abbonamenti. La mancanza di connessioni Internet su “banda larga” decreta una discriminazione sociale di fatto.

Internet è ormai uno strumento indispensabile per la promozione della cultura e dei saperi ed uno dei fattori più importanti per la modernizzazione delle attività professionali ed imprenditoriali e per la garanzia della trasparenza della Pubblica Amministrazione, per abbattere i costi della formazione scolastica e garantire alla Protezione Civile connessione stabile, anche in caso di necessità. Stiamo allora parlando non di un optional turistico, ma di una necessità culturale ed economica, che in alcuni paesi civili è stata decretata addirittura un diritto insopprimibile, come l'accesso all'aria e all'acqua.

Non è un servizio in più che può essere fornito come i fasciatoi per i bimbi, ma un'esigenza necessariamente da soddisfare come l'abbattimento di ogni barriera architettonica per i portatori di handicap. L'elargizione parziale di un accesso on line, ma solo per un'ora, solo in alcune piazze, e dunque nell'impossibilità ad esempio di stampare un documento visualizzato (che si fa? Si interrompe la connessione per salire su a casa e collegare il notebook alla stampante?) suona un po' come un primo passo, un piccolo esperimento, ma non risolutivo di un'esigenza che deve ancora trovare soddisfazione. Il Wi-fi stava nei Cento Punti? Mettiamo pure la crocetta sul manifesto elettorale.

Ma attenzione a credere di aver davvero investito sul futuro della città. I giovani fiorentini, la creatività e l'innovazione hanno bisogno di ben altro per essere incentivati. Singolare coincidenza, mentre Renzi realizza le piazze wi-fi, annuncia di liberalizzare la sosta e di eliminare il pagamento del parcheggio in ampie aree della città. Magari nelle stesse piazze del wi-fi. Gli elettori battono le mani in entrambi i casi, ma il nostro futuro sarà davvero diverso?

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