Gasolio: Impennata del prezzo rischia di far appassire la floricultura toscana

Coldiretti contesta la circolare dell’agenzia delle Dogane: impensabile aumentare la pressione fiscale in un momento come questo. Intanto si studia un progetto di rilancio del settore da sottoporre a Martini e ai suoi “eredi”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 novembre 2009 16:15
Gasolio: Impennata del prezzo rischia di far appassire la floricultura toscana

L’ultima spallata alla floricoltura toscana potrebbe arrivare dal caro gasolio. Il settore, considerato da sempre un comparto trainante dell’economia agricola della regione, è attraversato da una crisi strutturale, grave e profonda: crisi, che si è tradotta in un calo preoccupante della produzione e delle imprese e su cui il costo dell’energia ha un peso determinante. Così la circolare dell’agenzia delle Dogane del 3 novembre, che sospende l’esenzione dell’accisa sul gasolio utilizzato per le coltivazioni in serra, in Toscana, potrebbe avere un effetto devastante.

“Nella nostre regione – dice Coldiretti – la floricoltura in serra interessa circa 233 ettari: il 72% dei quali è a copertura stagionale, il 18% a copertura fissa. Il 90% della superficie complessiva viene riscaldato: il 25% con impianti che assicurano in modo costante il mantenimento della temperatura sopra i 15 gradi; il resto con quello che viene comunemente definito riscaldamento di soccorso. La fonte più diffusa per il riscaldamento è sicuramente il gasolio, impiegato in sette serre su 10.

Questi pochi dati – denuncia ancora la maggiore organizzazione agricola toscana – dimostrano la gravità del provvedimento”. E aggiunge: “E’ impensabile gravare il settore con costi fiscali aggiuntivi proprio nel momento in cui - sostiene la Coldiretti - si discute della necessità di un loro contenimento per il rilancio dell’economia. La circolare è stata emanata “anche in assenza di un’espressa abrogazione - sottolinea la Coldiretti - e della norma nazionale”, sulla base della “declaratoria di incompatibilità dell’esenzione in questione formulata dalla Commissione Europea” nei confronti della quale però il Ministero delle Politiche Agricole ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europea.

"L’esenzione dell’accisa sul gasolio è fondamentale - spiega Coldiretti - per la competitività delle imprese italiane che si devono confrontare sul mercato con partner comunitari dove il costo dell’energia è inferiore e dove vengono erogate agevolazioni per abbattere il costo delle fonti energetiche, con paesi extracomunitari favoriti da un clima più caldo, dove si pratica dumping sociale e si utilizzano pratiche di coltivazione bandite dall’Unione Europea. E’ necessario - conclude Coldiretti - che venga immediatamente ripristinata l’esenzione dell’accisa per il riscaldamento delle serre, con una soluzione compatibile con le norme comunitarie, per garantire il futuro delle imprese orto florovivaistiche italiane e toscane”.

Il problema del prezzo del gasolio che, in seguito a questo provvedimento è schizzato in alto del 22% in un solo giorno, si somma in Toscana a una serie di questioni aperte, analizzate con attenzione dal gruppo di lavoro che, in Coldiretti, si occupa del settore e del suo rilancio. “Le cause della crisi sono diverse. A cominciare dal mercato che, sempre più globalizzato, viene invaso dalle produzioni di paesi extraeuropei dove si produce a costi molto ridotti, anche per le minore spese derivanti da manodopera ed energia.

A fare la differenza sono soprattutto i costi della mano d’opera e dell’energia, ma non vanno sottovalutati neppure gli aspetti ambientali; da noi infatti sia le tecniche di produzione che la gestione dei rifiuti seguono regole precise per tutelare l’ambiente”. Per uscire dal tunnel delle difficoltà, secondo Coldiretti, occorre innanzi tutto qualificare il fiore “made in Tuscany” con una certificazione etica-ambientale che attesti l’adozione di processi rispettosi dell’ambiente e della mano d’opera.

Per un settore che si caratterizza anche per la necessità di forti investimenti strutturali, il difficile accesso al credito è un’altra delle questioni poste sul tappeto dal gruppo di lavoro. Un capitolo a parte riguarda l’organizzazione dei mercati floricoli, in particolare quelli di Pescia e Viareggio, nati in periodi in cui la floricoltura aveva numeri diversi ed esigenze diverse, che devono ripensare il loro ruolo e trovare il modo di lavorare in sinergia. Ultimo neo messo in luce dall’organizzazione agricola è la difficoltà delle imprese floricole toscane di accedere agli incentivi previsti dal Piano di Sviluppo Rurale. I temi annunciati saranno elaborati in forma di proposta progettuale per il rilancio del settore, da presentare al presidente Claudio Martini, per sollecitarlo ad adottare interventi a breve, anche attraverso quanto previsto nella Finanziaria regionale per il 2010, in corso di definizione; e ai candidati in lizza per conquistare la carica di Governatore della Toscana, ai quali Coldiretti sottoporrà progetti e iniziative di più ampio respiro.

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