Il rapporto Irpet 2008 sulla scuola

Simoncini: "Considerare la scuola un costo da tagliare e non un bene sul quale investire porta conseguenze gravissime in termini di qualità, conseguenze che possiamo già toccare con mano anche in Toscana".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 settembre 2009 16:50
Il rapporto Irpet 2008 sulla scuola

"E' indispensabile ed urgente una svolta nelle politiche nazionali sulla scuola. A dispetto della costante crescita di iscritti infatti, l'attenzione del governo su quella che per noi resta la leva fondamentale per un rilancio dello sviluppo e per la crescita culturale e sociale del paese, si sta allentando. Considerare la scuola un costo da tagliare e non un bene sul quale investire porta conseguenze gravissime in termini di qualità, conseguenze che possiamo già toccare con mano anche in Toscana".

L'ha detto l'assessore all'istruzione formazione e lavoro Gianfranco Simoncini concludendo oggi in Consiglio regionale il Rapporto Irpet che ha fotografato il pianeta scuola in Toscana. La Regione fa la sua parte, ha spiegato l'assessore, visto che, pur non avendo competenze dirette, ha comunque destinato una quota crescente del suo bilancio per arricchire le opportunità di scolarizzazione, per garantire l'accesso alla scuola dell'infanzia, potenziare l'edilizia scolastica, ampliare il diritto allo studio, sostenere l'innovazione didattica, permettere l'accoglienza degli studenti stranieri e disabili.

Un insieme di attività che ha visto la Regione impegnare complessivamente per la scuola 36 milioni del suo bilancio. "A fronte di ciò dal governo vengono solo tagli e, in particolare nella scuola primaria, il peggioramento è già palpabile". Queste attenzioni, d'altra parte, fanno sì che in Toscana la situazione sia sostanzialmente in equilibrio. "Ma se la dispersione scolastica si mantiene su livelli quasi fisiologici - osserva Simoncini - ci sono fenomeni che non dobbiamo sottovalutare.

Essere stranieri o provenire da una famiglia straniera, ad esempio, condiziona molto il percorso scolastico, così come in generale le origini e condizioni socio-culturali della famiglia. Il rapporto Irpet sottolinea che la scuola, anche in Toscana, non è uno strumento di mobilità sociale. Non siamo ai livelli evidenziati da Don Milani all'inizio degli anni '60, ma abbiamo ancora molto da fare". Sulla dispersione scolastica, in particolare, si è concentrata la seconda parte del rapporto. Il fenomeno, contrassegnato dai ritiri prima della fine del corso di studi o dagli esiti negativi, cresce con il crescere del livello degli studi.

Quasi inesistente nella primaria dove il 99% degli scolari registra un esito positivo (0,4% i ritiri e 0,3% gli esiti negativi), sale nelle medie inferiori dove gli esiti negativi sono il 3,9%. In generale si registra una maggiore incidenza di bocciature. Alle superiori in ribasso la percentuale di studenti che si ritira (circa 1%), anche perchè ormai il biennio rientra nell'obbligo. Qui incide molto il tipo di scuola (negli isit ituti professionali, tecnici e licei artistici gli esiti negativi sono rispettivamente il 20%, il 15,6% e il 15,8% del totale (la media per tutte le scuole è del 13%).

Nei licei la percentuale si abbassa al 7,6%). Il rapporto evidenzia come in Toscana assumono particolare rilevanza le differenze di genere (i risultati delle studentesse sono sempre migliori) e quelle fra giovani italiani e stranieri. Gli alunni stranieri sono il 65% degli alunni ritirati lungo il ciclo di studi. Nella scuola superiore il dato non è rilevante perchè gli stranieri in genere rinunciano in partenza ad iscriversi a determinate scuole. Oltre il 42% degli stranieri si iscrive agli istituti professionali, solo uno studente stranieri su cinque va al liceo.

Quanto al genere le ragazze scelgono prevalentemente la formazione liceale (53,6%). Alle superiori, il 90% di loro alla fine dell'anno registra un esito positivo, mentre per i maschi si scende all'82%). E ancora: il 94% delle femmine si diploma, mentre per i maschi la percentuale scende al 90%. di Barbara Cremoncini

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