Pergola: Gabriele Lavia in Macbeth

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 aprile 2009 23:37
Pergola: Gabriele Lavia in Macbeth

Grande richiesta per il Macbeth di Gabriele Lavia al Teatro della Pergola. Essendo già da tempo esaurite le recite serali e la pomeridiana straordinaria di giovedì 7 maggio, per soddisfare tutti coloro che continuano a cercare biglietti per l’atteso allestimento shakespeariano il Teatro e la compagnia hanno messo in programma un’ulteriore replica straordinaria pomeridiana che si terrà sabato 9 maggio alle 15.45. I tagliandi sono già in vendita. Tragedia dell’affanno: l’affanno di voler conquistare il potere e di non raggiungerlo mai.

Tragedia della certezza dell’essere. Tragedia del tempo umano lineare, il tempo di una esistenza fatta di “Domani.domani” un tempo fatto di paura. Tragedia del tempo di un Uomo Nuovo condannato al “fare” per “potersi fare”. Re o altro ha poca importanza. Un uomo condannato alla paura di perdere ciò che ha raggiunto col suo "fare" e che vive nella ambigua incertezza di essere qualcosa e non essere mai nulla con certezza, dubbioso interprete di una soggettività in pezzi. Così Gabriele Lavia sul Macbeth di Shakespeare, che affronta nella duplice veste di regista e protagonista, nella nuova produzione della compagnia Lavia Anagni.

Alla Pergola, il teatro che salutò la prima del Macbeth di Verdi, ecco ora l’originale, la tragedia di Shakespeare – forse la sua più cruenta - quella tragedia che dal 1605 ha attraversato i secoli con la sua aura oscura di tormenti, magia, amore, con le sue atmosfere tetre e sanguinarie, intrise di sete di potere, ambizione e ambiguità. Una corona di carta e una spada d’acciaio. Sono gli oggetti che non a caso Lavia indossa e brandisce nella prima foto dello spettacolo. Lui, che già ne fu protagonista nel 1987, oggi si accosta a Macbeth con una maturità di diversa e da un diverso punto di vista, quel punto di vista che lui esemplifica citando il celebre quadro “Gli Ambasciatori” di Holbein (se si osserva frontalmente il dipinto si nota in basso una stranissima macchia; se invece si cambia prospettiva e ci si pone lateralmente, quella macchia si rivela il teschio della morte).

C’è grande attesa e curiosità, dunque, per questa nuova interpretazione di Gabriele Lavia, maestro di teatro sempre in grado di scavare nei grandi classici in una chiave di lettura inedita e sorprendente, col supporto potente dei suoi storici collaboratori, che ne concretizzano ombre e visioni. Firmano le scene Alessandro Camera, i costumi Andrea Viotti, le musiche Giordano Còrapi, le luci Pietro Sperduti. Accanto a sé, per il ruolo difficilissimo della sanguinaria Lady, Lavia ha voluto Giovanna Di Rauso, giovane attrice che, dopo il diploma nel 1996 alla Scuola del Piccolo di Milano, si è subito rivelata sui palcoscenici italiani in ruoli importanti, 1° Premio Hystrio “Giovani talenti” nel 1999 e segnalata nella terna degli Olimpici del Teatro 2007 come miglior attrice non protagonista, nonché anche ottima interprete cinematografica de La Terra di Sergio Rubini nel 2006 e della recente opera prima di Lisa Romano Se chiudi gli occhi.

Nel ruolo di Duncan e della 1^ apparizione Maurizio Lombardi; Macduff e Malcom sono rispettivamente Biagio Forestieri e Patrizio Cigliano, Banquo è Mario Pietramale. Completano il cast Alessandro Parise (Ross), Michele Demaria (Seiton), Daniel Dwerryhouse (Donaldbain e 2^ apparizione), Fabrizio Vona (Lennox), Andrea Macaluso (Angus e Dottore), Mauro Celaia (Cawdor), Giorgia Sinicorni, Chiara Degani e Giulia Galiani (le tre streghe).

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