Olivicoltura: produzione 2008 abbondante e di ottima qualità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2008 15:10
Olivicoltura: produzione 2008 abbondante e di ottima qualità

In un vertice che si è svolto oggi presso la Provincia di Firenze è stata messa sotto osservazione l’olivicoltura di qualità, uno dei settori di maggior interesse economico (e non solo) della produzione agricola provinciale, che, con i suoi oltre 5 milioni di piante, distribuiti su 26.000 ettari, e un centinaio di frantoi attivi, concentra oltre un terzo dell’intero patrimonio olivicolo regionale. Un settore su cui si sono concentrati negli ultimi tre anni gli sforzi dell’Ente provinciale, che ha sostenuto specifiche iniziative (in collaborazione con la Camera di Commercio), contribuendo all’acquisto degli agevolatori meccanici della raccolta o dei contenitori di stoccaggio sotto azoto o alla certificazione dell’olio Dop delle Colline di Firenze.
L’incontro, presieduto dall’Assessore provinciale all’Agricoltura, Pietro Roselli, ha riunito intorno al tavolo i principali attori dell’intera filiera ed è servito a fare così il punto della situazione, proprio nei giorni in cui vanno ultimandosi le operazioni di raccolta.
Dalla discussione è emerso un quadro complessivamente positivo, pur con alcune zona d’ombra, legate alla insoddisfacente remunerazione per gli olivicoltori (undicimila, solo nell’ambito provinciale, sia professionali che hobbisti).

Tutti i partecipanti al vertice hanno parlato di una produzione 2008 “a cinque stelle”: abbondante e di ottima qualità. Un dato positivo che arriva dopo il tracollo dello scorso anno, quando un po’ tutta l’olivicoltura toscana fu colta di sorpresa da condizioni climatiche anomale e da un’altrettanto anomala invasione di mosca olearia. Anche i dati qualitativi lasciano ben sperare, con i responsi dei primi panel-taste che registrano ovunque il segno più. “I nostri olivicoltori sono sempre più orientati dare al mercato un prodotto di eccellenza – osserva l’Assessore provinciale all’agricoltura Pietro Roselli – prova ne è il fatto ad esempio che, confortati dai più recenti orientamenti agronomici, la stagione di raccolta si va sempre più concentrandosi nel tempo, tre o quattro settimane al massimo, in modo da cogliere il momento in cui il frutto presenta le migliori proprietà, sia sensoriali che salutari”.
Un orientamento che sempre più viene apprezzato dal consumatore attento, non solo locale, e che sta “imponendo” una riorganizzazione dell’intera filiera, per evitare situazioni di fragilità o colli di bottiglia, come per la questione dell’utilizzo delle sanse esauste e delle acque di vegetazione ottenute a fine ciclo, in questi ultimissimi anni finite sotto i riflettori e su cui si vanno concentrando gli sforzi di Enti e produttori.

I tanti frantoi toscani infatti, sfornano oggi in pochissimo tempo un ingente volume di sanse e di acque reflue; apparentemente uno scarto, ma che in realtà imboccano vie di utilizzazione ad alta tecnologia, capaci di non disperdere nulla della generosa drupa. Nei sansifici ad esempio (due in tutta la Toscana, a Castelfiorentino e Radicandoli), dopo aver estratto l’olio residuo rimasto intrappolato, si tentano oggi nuove strade, dal riuso come biomasse energetiche del nocciolino e delle sanse secche, all’estrazione di importanti principi chimici (come i polifenoli).

Ingenti volumi dunque, specie in annate “di carica” come questa, che possono far protrarre la lavorazione secondaria negli stabilimenti e provocare qualche lamentela nell’area, per le emissioni odorigene. “Si stanno comunque valutando – spiega ancora Roselli – alcune soluzioni tecniche per migliorare ulteriormente l’intero processo produttivo: spandimento nei campi come fertilizzante, accumulo temporaneo presso gli stessi frantoi (ulteriormente incentivato, anche grazie alle modifiche ai bandi regionali emanati di recente che privilegiano gli investimenti di realizzazione o potenziamento di aree o contenitori, in cui stoccare momentaneamente questi sottoprodotti, per poi avviarli alle successive fasi), realizzazione di un unico impianto su area regionale di pre-essiccazione delle sanse”.

In particolare su quest’ultimo aspetto, la Regione Toscana si è impegnata a convocare un tavolo tecnico per valutare, anche con il supporto di Arsia, la fattibilità di questa interessante soluzione tecnica, capace di attivare le economie di scala necessarie perché il pre-trattamento delle sanse riduca l’impatto di questa lavorazione secondaria.

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