Servizi pubblici locali: crescono gli occupati in Toscana nei settori della tutela ambientale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 novembre 2008 14:33
Servizi pubblici locali: crescono gli occupati in Toscana nei settori della tutela ambientale

Firenze- Crescono produttività e occupazione nelle aziende dei servizi pubblici locali che si occupano di risorse idriche, gestione rifiuti, energia. La produttività delle aziende associate a Cispel in tre anni è salita addirittura dell'11%, mentre l'occupazione ha fatto registrare un + 2,18%, superiore rispetto alla media regionale, e il reddito medio dei lavoratori un + 4%. Sono circa 15.000 gli occupati, in larga parte operai; rimane strategico quindi l'obiettivo di innovare processi e tecnologie e qualificare sempre di più il personale.

Questo in sintesi quanto emerso dal seminario "Competitività e specializzazione del lavoro nei servizi pubblici locali", organizzato da Cispel Confservizi Toscana in Consiglio regionale, in occasione della Festa della Toscana. "Ora più che mai - ha affermato Erasmo D'Angelis, presidente della commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale, nell'intervento di apertura - c'è bisogno di idee e azioni per costruire nuovo lavoro, lavoro qualificato e specializzato, che tuteli l'ambiente e sappia sostenere l'economia, anche in momenti di crisi".

"Il settore dei servizi pubblici locali è strategico e può offrire un contributo concreto a questa sfida - ha continuato D'Angelis - Lo è perché rappresenta un settore in crescita, ad alto tasso di innovazione, portatore di know how avanzati. Investire sulla specializzazione, sulla qualificazione, sull'aggiornamento continuo dei lavoratori: è questa la scelta vincente sia per la salute e la crescita delle imprese, sia per un'occupazione buona e stabile". Al seminario hanno partecipato il direttore di Cispel Andrea Sbandati e il responsabile Ricerca Lorenzo Perra, rappresentanti sindacali, e inoltre Alessandro Moriani di Acque SpA, Antonio Breschi di Toscana Energia, Marco Frey della Scuola Superiore S.

Anna di Pisa e Claudio Lubello dell'Università di Firenze.
Come gestire le esternalizzazioni senza creare dumping tra i lavoratori e inficiare la qualità dei servizi? A questa domanda hanno provato a rispondere stamattina amministratori, rappresentanti di Cgil, dell’Arci e della Lega Cooperative in un seminario presso la palazzina ex Fila Gignoro a Firenze. L’appuntamento, che rientra nell’ambito della Festa della Toscana 2008, aveva come titolo .“Il precariato non è scomparso (anche se non ne parla più nessuno).

Qualità dei servizi, qualità del lavoro” In rappresentanza del Consiglio regionale hanno partecipato le consigliere Bruna Giovannini e Alessia Petraglia. Come ha spiegato Francesca Chiavacci, presidente dell’Arci di Firenze, l’obiettivo era confrontarsi su come, nel lavoro affidato attraverso appalti ed esternalizzazioni, la qualità del lavoro influisca sulla qualità dei servizi. “E di conseguenza vogliamo, insieme alle istituzioni – ha detto Chiavacci – capire come attrezzarsi affinchè la qualità del lavoro venga garantita”.
Numerose sono state le testimonianze di lavoratori e responsabili di cooperative e associazioni coinvolte nella gestione di appalti di servizi da cui è emerso un quando con molte ombre.

Anche nel caso in cui il rapporto di lavoro è a tempo indeterminato (per Legacoop il 90 per cento dei contratti) sussiste un forte sentimento di incertezza per la temporaneità degli affidamenti dei servizi e per l’aleatorietà delle risorse. Molto peggiore il caso di chi lavora in piccole cooperative, in cui spesso viene applicato il contratto più penalizzante anche nel caso di servizi di alto livello (ad esempio, il contratto delle pulizie per chi opera in settori culturali) e in cui il lavoratore è costretto a sobbarcarsi carichi di lavoro enormi per uno stipendio che non supera i 4 euro e 50 netti all’ora.

“Il mondo del precariato è variegato e non lo si conosce a sufficienza – ha detto Bruna Giovannini -. Ci sono enormi problemi legati al livello di retribuzione, della tutela e delle garanzie, senza contare che è risultato evidente dalle varie testimonianze che il lavoratore precario è molto più sottoposto al mobbing, perché non può permettersi di parlare per contrattare quantità e qualità del lavoro. E’ chiaro che questo non può che riflettersi sulla qualità dei servizi: non si può avere una buona qualità dei servizi con una bassa qualità del lavoro”.

“Queste testimonianze – ha proseguito Bruna Giovannini – devono spingere il Consiglio regionale a un’ulteriore e più approfondita riflessione sulla questione, una volta spenti i riflettori della Festa della Toscana. Dobbiamo comprendere a fondo e mettere a punto azioni positive in questa direzione, sia dal punto di vista legislativo che di interventi di governo regionale”.

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