Promemoria sulle primarie: intervista a Marco Mayer

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 ottobre 2008 00:32
Promemoria sulle primarie: intervista a Marco Mayer

1) A Firenze primarie PD o di coalizione?
Se si formerà, come spero, una coalizione salda ed affiatata le primarie dovrebbero essere di coalizione senza artificiali distinzioni tra elettorato attivo e passivo. Non solo avranno il diritto di votare tutti i cittadini che dichiarano di condividere il programma della coalizione, ma non avrebbe senso impedire alle altre forze - qualora lo desiderino – di partecipare con un loro candidato. Anche se il PD alla fine esprimerà, com'è giusto che sia, il candidato per battere il centro-destra perchè escludere pregiudizialmente gli altri dalla possibilità di partecipare?
2)Qual’è il ruolo del PD nelle primarie?
Prima di tutto guai a confondere i piani.

Una cosa sono le primarie per le leadership nel partito, a livello nazionale e nel territorio; un’altra quelle per gli incarichi istituzionali, dal sindaco al premier. Chi vota per il candidato sindaco sceglie la persona che ritiene più adatta a vincere le elezioni e a governare
3)Come evitare la confusione dei piani?
In realtà le cose già state sperimentate; nel 2006 il centrosinistra ha fatto le primarie per il premier, un anno fa i leader del PD ce li siamo scelti con le primarie: Veltroni con il 75,81% e Manciulli l'88,4%.
4) Ma il 14 ottobre diversi "cavalli di razza" avevano deciso di non contendere a Walter la leadership del partito?
Alcuni osservatori sostengono che se fossero scesi in campo avremmo un quadro meno "opaco" delle diverse correnti (politico-culturali?) che oggi "agitano" la vita del PD.

Non sono d’accordo perchè il 14 ottobre dell’anno scorso non c'era ancora il partito. Ora è diverso: il PD è una grande forza e le differenze politiche emergeranno.
5)Non sono già emerse?
Non ancora, è vero che questa estate ci sono stati diversi incontri dai nomi colorati: ecodem, Red, youdem, democratici per la democrazia, Per, White, liblab, quarta fase, 360 gradi, 1000,ecc.. Un segno positivo, significa non solo che sono cadute le vecchie barriere tra DS Margherita e nuovi aderenti, ma che il partito è ricco di fermenti e di ricerca politica.

Tuttavia penso che nel secolo-postamericano che stiamo vivendo per definire le grandi opzioni politico-culturali del Partito (e poi le differenti posizioni) ci vuole ancora un pò di tempo e molto lavoro
6)Torniamo al ruolo del PD e delle eventuali altre forze nelle primarie?
I partiti sono il pilastro della democrazia e delle sue regole. Figuriamoci noi che democratici lo siamo (o lo dovremmo essere) per definizione terminologica. Ma è riduttivo pensare che un partito sia solo il soggetto che scrive le regole e ne controlla l’applicazione (a questo ci penseranno come alle primarie dell’anno scorso i "garanti" di Pierluigi Vigna).
7) E sulle regole?
Per evitare antipatiche incursioni dallo schieramento opposto si potrebbe chiedere ai votanti, oltre a sottoscrivere il programma di dichiare che non sono iscritti a partiti di centro-destra.

In Israele nelle primarie vinte dalla Livni hanno evitato questo rischio solo all'ultimo momento quando si sono accorti che negli elenchi degli elettori c'erano quasi 5000 persone iscritte al Likud. Ma è solo un'idea, su questo mi rimetterei all'opinione del professor Carlo Fusaro o di qualche suo collega.
8) Partiti non solo arbitri e allora che cosa?
Il PD, parlo del mio partito, deve essere un regista politico: definire i pilastri programmatici, tessere le alleanze e mettere le idee e la creatività dei singoli candidati/e al servizio di un grande disegno collettivo.

Per PD e la coalizione il lavoro non manca: innanzitutto un programma chiaro e scritto in un linguaggio comprensibile
9)E la comunicazione politica?
La strategia di comunicazione è essenziale anche perchè obbliga ad avere le idee chiare. Penso ad un grande portale per le primarie, indirizzi postali e mailing list affidabili (utilizzando gli elenchi delle due primarie precedenti), forum tematici allargati, confronti tra i candidati dal vivo ed in web TV, tanti contatti porta a porta e nel mondo associativo.

Imperativo è che la comunicazione dei singoli candidati potenzi il messaggio "corporate" (complessivo) del PD e della coalizione.
10) Un freno all’intraprendenza ed alla creatività dei candidati?
No. Sanno benissimo che nessuno capirebbe una confusa corsa di solisti solitari. Con una buona regia politica, invece, si possono risparmiare soldi (per esempio i circoli possono mettere a disposizione sedi e si risparmia l’affitto), ma sopratutto si evitano brutte figure, evitando che i cittadini siano sommersi da una overdose scoordinata di sms, email, volantini, video, manifesti e quant’altro…
11) E' ottimista?
Dipende, ma penso di si, se fatte bene le primarie potrebbe essere sono un momento di rilancio della politica.

Ci vuole fiducia perchè ci aspetta una mobilitazione popolare di tante energie positive “tipo 14 ottobre”, ma con una bella novità in più: la competizione vera. Non mi è mai piaciuta molto l’espressione blairiana "partito arcipelago" soprattutto se le isole sono incomunicanti. Con le primarie, al di là delle fortune dei singoli, è in gioco l’affidabilità del PD che punta al governo perché ascolta, ma non subisce, gli umori della gente.
12) E il centro-destra?
Con le primarie la politica lungimirante offre ai cittadini un'occasione in più per contare..… Non è più un mistero che tanti amici ed estimatori di Migliori e Verdini (i due veri leader fiorentini del PdL, unici potenziali candidati del centro destra radicati in città) hanno iniziato a domandarsi: perché a noi è negato il diritto di scegliere?

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