Giornata di lotta contro il carovita: manifestazione anche a Firenze, città tra le più care d'Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 settembre 2008 22:54
Giornata di lotta contro il carovita: manifestazione anche a Firenze, città tra le più care d'Italia

Firenze– ''La crisi economica può aggravarsi'' Il ministro dell'Economia lancia l'allarme nel corso di una audizione parlamentare. E sottolinea: ''Il calo delle tasse avverrà entro fine legislatura''.
Domani mattina alle ore 11, in Via Cavour - presidio dei consumatori davanti alla Prefettura di Firenze. Il presidio, organizzato unitariamente dalle associazioni dei consumatori della Toscana, si pone l'obbiettivo di richiamare l'attenzione del Governo, della Regione, e delle istituzioni tutte al grave problema della perdita del potere d'acquisto da parte di tante famiglie, in particolare lavoratori dipendenti e pensionati.
Queste motivazioni sono le stesse della CGIL che ha denunciato a più riprese, sia in presenza del governo Prodi che del Governo Berlusconi, che nel paese vi è una grave e pesante “emergenza salariale” che riguarda il lavoro dipendente.

La CGIL sta organizzando una prima giornata di mobilitazione nazionale per sabato 27 settembre che si svolgerà in tutto il paese e, con una iniziativa specifica, anche nella nostra città.
Questa è l’agenda del Partito Democratico. Le prossime saranno settimane di intensa mobilitazione alla quale ha dato il via Walter Veltroni, domenica scorsa da Sinalunga, e che culminerà con la manifestazione nazionale del 25 ottobre. Venti minacciosi spirano dagli Stati Uniti dove l’incredibile diventa realtà: una grande banca fallisce gettando nel dramma risparmiatori e dipendenti, un’altra viene nazionalizzata nel paese simbolo del liberismo e del capitalismo più “wild”.


Ecco le proposte che le associazioni dei consumatori vogliono presentare alle istituzioni:
1. Prezzi e tariffe: moratoria di prezzi e tariffe fino al 30 giugno 2009, e tariffa sociale elettrica estesa anche al gas e Iva sul gas metano al 10% anche per il riscaldamento;
2. Scuola: sanzionare scuole e insegnanti che non rispettano i tetti di spesa per i libri di testo, incentivare l’uso di libri in comodato, il mercato dell’usato, e l’uso di internet per scaricare i libri (e-book), con il solo pagamento dei diritti d’autore;
3.

Generi alimentari e ortofrutta: definire con gli operatori dei “panieri” regionali o provinciali a prezzi calmierati o ripristinare prezzi amministrati per gli alimenti-base; applicare sgravi IVA o incentivi sui generi alimentari sfusi (vino, detersivi, latte) o ad imballaggio minimo; finanziare la realizzazione di punti vendita diretti dal produttore al consumatore; obbligo di cartellini con prezzo di vendita al dettaglio e prezzo di acquisto all’ingrosso;
4. Carburanti: ridurre le accise e garantire uguali periodi temporali di calcolo per aumenti e riduzioni del costo dei carburanti
5.

Fisco: recupero fiscale (detrazioni o bonus) per almeno 300 euro a famiglia, a fronte delle maggiori tasse dovute all’inflazione. Favorire la lotta all’evasione.
“Al di là dello specifico ruolo assegnato alla Regione dalla normativa vigente, riconosciamo quale obiettivo di fondamentale importanza la tutela dell’utente del servizio idrico integrato e pertanto siamo fortemente impegnati a seguire attentamente l’iter di attuazione della delibera del Coviri (Comitato di vigilanza delle risorse idriche ndr) compreso l’eventuale ulteriore dibattimento giuridico in caso di ricorso al Tar da parte dell’Ato”.

Così l’assessore regionale al Servizio idrico Marco Betti ha risposto ad un’interrogazione presentata dal gruppo Fi-Pdl sul caso Ato 3-Publiacqua. Vicenda con al centro la transazione tra Autorità di ambito ottimale Medio Valdarno e gestore del servizio pubblico: “6,2 milioni di euro quale conguaglio su ricavi mancati”, il cui recupero finanziario è “addebitato in tariffa e spalmato nelle annualità 2007-2011”. Secondo quanto riferito in Aula dall’assessore, “la revisione tariffaria straordinaria che sta alla base della transazione riguarda aspetti tecnici assai complessi e controversi sul piano nazionale dal punto di vista giuridico, che attengono al rapporto contrattuale ed economico tra Autorità e soggetto gestore”.

Ossia Ato ha riconosciuto a Publiacqua la cifra complessiva forfettaria di oltre sei milioni per “mancati ricavi riferiti al periodo 2002-2006”. Un deficit di introiti per: “mancata gestione dei Comuni del Valdarno aretino nel 2002; vendita di acqua all’ingrosso nel periodo 2002-2006; svolgimento di prestazioni accessorie (volture, tarature di contatori, verifiche di pressione) come disciplinate da patti aggiuntivi tra soggetto gestore e autorità; valutazione del corrispettivo per lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura”.

L’assessore Betti, ricordando che il Coviri “ha sancito l’obbligatorietà del recupero della somma riconosciuta al soggetto gestore da parte dell’Autorità d’ambito”, ha evidenziato che “sarà nostra cura vigilare attentamente sul rispetto da parte dell’Ato e Publiacqua dei deliberati dei tribunali amministrativi competenti, una volta raggiunto il pronunciamento finale”. “Assolutamente insoddisfatto” della risposta si è detto il consigliere azzurro Paolo Marcheschi: “La Regione si lava le mani anche su un caso così eclatante di scippo ai danni dei cittadini”.

Per Marcheschi, le spiegazioni dell’assessore “sono agghiaccianti e deludenti”. “Sono notevolmente a disagio” ha continuato il consigliere, “mi sarei aspettato un provvedimento deciso a tutela dei consumatori. La misura minima che si sarebbe dovuta adottare sarebbe stata quella di sanzionare un sistema ‘inquinato’ che vede gli stessi soggetti essere sia i controllati che i controllori. E’ dovere della Regione fare chiarezza sulle procedure”. Il consigliere azzurro ha quindi fatto notare come “Publiacqua abbia chiesto ad Ato un rimborso per 21.9 milioni di euro per poi accordarsi su 6,2”.

“La cosa è gravissima, l’Ato è stato invitato a restituire le somme indebitamente spalmate nelle bollette e la Giunta volta la testa lasciando passare in silenzio un patto tutto a svantaggio dei cittadini, mentre non procede a mettere in campo alcuna verifica sull’esatto ammontare delle somme ingiustamente prelevate, né pensa ad un legittimo e doveroso rimborso”.

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