Nuovi sguardi d’Africa all’Istituto Francese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2007 14:15
Nuovi sguardi d’Africa all’Istituto Francese

Mercoledì 21 novembre seconda giornata del festival dei Popoli all’Istituto Francese, con i “Nuovi sguardi d’Africa” sezione dedicata ai cineasti africani emergenti, presentata in collaborazione con gli États Gènéraux du Film Documentaire di Lussas. Si parte alle 16.00 con Njakhass (Patchwork) di Oumny Ndour (Belgio/Senegal, 2007, francese sub francese). Idrissa e Fa abitano a Saint Louis in Sénégal e governano una famiglia di 30 persone che vive secondo un culto musulmano derivante dal mouridismo.

Alle 16.40 Sandra Démal (GSARA/Filmer à Tout Prix) introduce La Brache di Abdoul Aziz Cissé (Belgio/Senegal, 2007, lingue locali, sub francese) A Saint-Louis, nel delta del fiume Sénégal, alla nascita di un bambino le popolazioni locali fanno delle offerte alle divinità acquatiche. Dall’inizio degli anni ‘80 l’adeguamento delle infrastrutture idriche ha messo in pericolo il quadro ecologico del delta. Alle 17.20 Surtout, Souriez! di Fatou Jupiter Touré (Belgio/Senegal, 2006, francese, sub francese) Storia di Maimouna e di una giornata particolare alla stazione degli autobus.

Alle 17.40 Papa di Aïcha Thiam (Belgio/Senegal, 2006, francese, sub francese) In uno scenario di mare, cielo, sole, nuvole e sabbia un figlio evoca la separazione dal padre e il suo ritorno attraverso gli oggetti che conservati dopo la sua morte. Piatto forte della giornata alle 18.00 Destins Croisés di Maïmouna Guèye (Belgio/Senegal, 2006, francese, sub francese) in cui la giovane regista va alla ricerca dell’ex re del basket senegalese Etienne Preira, vittima alcuni anni prima di un incidente che aveva colpito e commosso l’intero paese.

“Etienne Preira è un anziano giocatore di basket molto famoso in Senegal – dice la Guèye –-. Vittima di un incidente stradale, restò due mesi in coma. Io rimasi talmente colpita da questo tragico evento che un legame insospettato e inatteso nacque tra me e quest’uomo”. Il loro incontro, non privo di spunti malinconici, viene tuttavia allietato dalla presenza dei giovani che abitano il quartiere dell’anziano atleta, che col loro sostegno e calore, fanno sì che la stella del basket possa continuare a brillare.

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