L'Urlo di Delbono sbarca al Teatro della Pergola di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2007 02:01
L'Urlo di Delbono sbarca al Teatro della Pergola di Firenze

Se l’intento del Teatro della Pergola era quello di inaugurare una stagione di prosa che lasciasse a bocca aperta, ha raggiunto chiaramente l’obiettivo.
La piece “Urlo” di Pippo Delbono ha sconvolto e coinvolto tutti gli spettatori provocando una reazione anche nei più restii. C’è stato chi ha riso, c’è stato chi si è angosciato e c’è stato chi non ha apprezzato e per questo ha lasciato ben presto la rossa poltrona.
Uno spettacolo al limite del buongusto per un occhio non attento, eccezionalmente provocatorio nella scelta degli attori, dei costumi, delle musiche e nell’alternanza delle scenografie, un’esibizione rifinita in ogni dettaglio come una “piccola bottega delle minuzie” in cui niente è lasciato al caso.


Ed ecco sul palco della città del giglio tutti i mali del mondo stagliarsi senza pudore di fronte al pubblico per mostrarsi nella loro versione più esasperata. Ecco le urla di una giovane donna che ha tutto, ma non le basta, e per questo strepita mentre si affoga nel cibo, ecco la cattiveria di un’aguzzina che imperterrita infierisce su uomo che non si vuole piegare ai suoi capricci e che per questo sarà punito, ed ancora, ecco i visi inebetiti di una gioventù bruciata e annichilita e le urla di dittatori che celebrano il loro potere da pulpiti insanguinati.


Nemmeno la religione è riuscita a sfuggire all’ondata provocatoria. Nello spettacolo si vede un Cristo in croce che però rimane solo sullo sfondo, un papa distratto con lo sguardo perso nel vuoto ed un religioso che insegna ai fedeli quanto servano nella società dei preti cattivi per avere qualcosa da cui liberarsi. Il messaggio è quindi chiaro: per la sacralità, in questo mondo di follie, pare proprio che non ci sia posto.
L’esibizione gioca inoltre su una continua dicotomia che vede confrontarsi maschile e femminile, agonia e divertimento ma anche e soprattutto il cadere ed il rialzarsi pur sapendo che si cadrà di nuovo.


Questo e molto altro è stato reso da Delbono con una tecnica che invita gli attori ad esprimersi solo con i gesti, intensissimi, di una violenza fisica e morale inaudita, oppure attraverso quell’urlo, acutissimo o soffocato, indicato dallo stesso titolo. L’uomo ha costruito ovunque delle carceri usando dei mattoni fatti di vergogna che, assieme a delle sbarre, non permettono a Cristo di vedere quanto sia caduto in basso.
Ma una speranza ancora c’è, ed è con questa che la piece si conclude: l’uomo e l’emarginato posso avvicinarsi e raccontarsi,, possono aiutarsi e condividersi anche solo scambiando qualche passaggio con il pallone, perché forse l’essere umano è ancora ‘umano’ da qualche parte.



Si ricorda che giovedì 18 ottobre alle ore 17.00 Pippo Delbono incontrerà il pubblico nel Saloncino del Teatro della Pergola. All’incontro seguirà la proiezione del film “Grido”. L’ingresso è gratuito.

Virginia Friggeri

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