Lavavetri: spariti dalle strade di Firenze dopo una quindicina di denunce
Blitz della Polizia Municipale in un terreno in via dell'Olmatello: sgomberato accampamento abusivo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 agosto 2007 14:03
Lavavetri: spariti dalle strade di Firenze dopo una quindicina di denunce<BR>Blitz della Polizia Municipale in un terreno in via dell'Olmatello: sgomberato accampamento abusivo

Firenze, 29 agosto 2007- Avevano allestito un accampamento abusivo in un terreno in via dell'Olmatello ma sono stati scoperti e fatti sgomberare dalla Polizia Municipale. Si tratta di cinque persone che sono stati identificate e denunciate per invasione di un terreno privato. Il blitz è avvenuto ieri mattina in seguito intorno alle 7.30. Agenti della sezione controllo del territorio, del distaccamento di Rifredi e del Pronto Intervento sono intervenuti sgomberando l'accampamento abusivo sorto nel terreno di proprietà di Rfi in via dell'Olmatello, di fronte alla Centrale del Latte.

Per le cinque persone trovate sul posto (quattro cittadini rumeni e una donna di nazionalità russa) è scattata la denuncia. La donna è risultata priva di documenti e quindi è stata accompagnata alla centrale operativa della Polizia Municipale per la sua identificazione. Una volta allontanati gli occupanti, Rfi ha avviato la bonifica della zona, dove era stata ammassata una notevole quantità di materiale. Previsto l'intervento del Quadrifoglio per lo smaltimento dei rifiuti.
Dieci persone denunciate con sequestro degli attrezzi del mestiere.

E' questo il bilancio dei controlli effettuati dalla Polizia Municipale sulle strade cittadine ieri mattina per vigilare sul rispetto dell'ordinanza che vieta "l'esercizio del mestiere girovago di lavavetri". Gli agenti hanno fermato, identificato e denunciato dieci persone, di età compresa fra 19 e 46 anni: otto di nazionalità rumena e due cittadini marocchini, nove gli uomini e una donna. I controlli sono stati effettuati in piazza Dalmazia (due denunce), in viale Gori, lungarno Colombo, via Bronzino, viale Fratelli Rosselli, piazzale Donatello, viale Redi, viadotto Marco Polo, piazza Ferrucci.

I controlli sono proseguiti fino alle 13, ma gli agenti di Polizia Municipale hanno notato che già da metà mattina i lavavetri non erano più presenti agli incroci.

"Questo atto è la risposta concreta a una situazione pesante che si è creata nelle strade della nostra città -spiega il sindaco Domenici- Una risposta alle segnalazioni e denunce arrivate dai cittadini e anche un modo per intervenire in modo deciso per prevenire fenomeni criminali". Sì perché dalle indagini della Polizia Municipale e dagli episodi degli ultimi mesi si sta configurando a Firenze una gestione non legale dell'attività di lavavetri con la suddivisione del territorio in aree "gestite" da diverse famiglie.

Insomma una sorta di racket in formazione se non già operante con tutto quello che ne consegue anche a livello di sfruttamento di minori come "manovalanza. Per queste ragioni si è reso necessario un intervento incisivo che - precisa il sindaco Domenici - non ha certamente l'obiettivo di colpire le persone in difficoltà che arrivano nel nostro paese alla ricerca di una vita migliore. Le politiche di accoglienza e gli interventi messi in campo dal Comune in questi anni testimoniano il nostro impegno in questo senso".

Una quota considerevole del bilancio sociale dell'Amministrazione viene infatti impiegata per l'accoglienza ai migranti, l'attivazione di percorsi di inserimento, il sostegno delle persone in difficoltà. "Questa ordinanza - sottolinea ancora il sindaco Domenici - non vuole colpire chi chiede l'elemosina, ma punta a scoraggiare e a reprimere i comportamenti aggressivi e a volte violenti dei lavavetri nei confronti degli automobilisti, soprattutto se anziani e donne sole".

Ma come stabilì la Corte di Cassazione (sezione I, sent.

n. 37112 del 05-11-2002 (ud. del 2.10.2002), Majstorovic: "Non integra il reato di cui all'art. 650 c.p. (inosservanza dei provvedimenti dell'autorità) l'inottemperanza all'ordinanza sindacale di interdizione allo svolgimento dell'attività di lavavetri, in quanto, non essendo quest'ultima soggetta ad autorizzazione, il Sindaco è sprovvisto del potere di emettere provvedimenti al riguardo, rientranti nelle esclusive attribuzioni del questore, a norma dell'art. 17-ter, comma 1, del R.D. 18 giugno 1931 n.

773 (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza)".

E' proprio sconcertante la decisione assunta dalla "rossa" amministrazione comunale di considerare "atti a delinquere" da perseguire?
«L'ordinanza ha uno scopo preventivo, evitare cioè che la situazione degeneri. Il provvedimento ha poi una scadenza: questo tempo servirà a tutti come pausa di riflessione». Lo ha detto il presidente il consiglio del consiglio comunale Eros Cruccolini a proposito del provvedimento che «vieta l'esercizio del mestiere girovago di lavavetri sulle strade fiorentine».

«Una pausa di riflessione da prendere in senso costruttivo - ha aggiunto Cruccolini - attivare sempre e comunque forme di tutela non fa gli interessi di chi è più debole. I lavavetri e altri cittadini che vivono in situazioni di disagio devono essere aiutati a capire che in città, a partire dai quartieri, esistono centri per l'impiego e sportelli che ascoltano anche chi non è in regola. Chi ha bisogno di un lavoro deve essere aiutato a compiere un percorso con gli strumenti che l'amministrazione comunale e le altre istituzioni mettono a disposizione.

Fare il lavavetri ai semafori deve essere un'attività temporanea, svolta con educazione: l'impegno dell'amministrazione deve essere quello di trovare altre soluzioni, meno umilianti. L'ordinanza della giunta va poi a colpire chi utilizzava i lavavetri come centro di sfruttamento». «Esperienze come quella del negozio di riparazioni sartoriali e stireria gestito da alcune donne rom - ha ricordato il presidente del consiglio comunale - sono importanti anche per abbassare il livello di pregiudizio che molti fiorentini hanno nei confronti di questo popolo e degli extracomunitari in genere.

Si è dimostrato che chi vive rispettando le regole può essere inserito bene nella realtà produttiva della nostra città».
Così invece i consiglieri Baruzzi-Soldani-Malavotli (SD): "... Se è vero che dietro questo fenomeno esiste un racket, che senso ha colpire coloro che sono obbligati a passare le loro giornate ad un semaforo? Occorre essere certamente duri con gli sfruttatori, ma allo stesso tempo prevedere percorsi di inserimento sociale e lavorativo per gli sfruttati. Crediamo che la giunta debba tornare sui propri passi e che nel mese di settembre si debba aprire sul tema una riflessione che, fuori dai sensazionalismi, possa condurre ad una proposta un po' più seria ed accettabile di quella che abbiamo letto oggi sui giornali".
"L'ordinanza dell'assessore Cioni mette ancora una volta in rilievo l'incapacità della Giunta comunale di Firenze di confrontarsi con la complessità dei problemi e delle tensioni sociali che quotidianamente si verificano sul territorio comunale -commenta Carlo Bartoloni, del Gruppo PRC-SE in Regione Toscana- Il problema dei lavavetri ai semafori non può essere trattato semplicemente come un problema di ordine pubblico.

Riguarda infatti i fenomeni migratori in atto anche nella nostra regione e le proposte di accoglienza capaci di indirizzarli verso soluzioni positive e condivise dalla cittadinanza. Pensiamo che mettere in prigione i lavavetri e sequestrare loro secchi e spugne sia una risposta sbagliata inefficace e anche contraria alle tradizioni di accoglienza e di grande solidarietà che da sempre contraddistinguono la città di Firenze. La percezione dell'insicurezza che i cittadini hanno si combatte con politiche sociali serie che risolvano i problemi lavorativi e abitativi delle persone e non con politiche repressive di ordine pubblico che generalmente, anziché risolvere, aggravano i problemi esistenti".
La Federazione dei Verdi, appreso dell'ordinanza comunale che punisce addirittura fino a tre mesi di arresto chi esercita "il mestiere girovago di lavavetro", chiede di poterla ridiscutere urgentemente nella sede democratica del Consiglio Comunale: "Riteniamo spropositate le pene previste dall'ordinanza e soprattutto le riteniamo inutili e frutto di un disegno tutto di strumentale pubblicità politica alla ricerca di facile consenso: il rischio è di non distinguere tra chi criminalmente gestisce il racket dell'immigrazione e chi cerca di sbarcare il lunario per pochi euro, tra lavavetri "per bene" e persone violente.

Ulteriore rischio è di dare seguito ad una politica "spettacolo" fatta di annunci che raramente ottiene risultati: chi si ricorda dell'ordinanza che proibiva di sedersi sugli scalini del Duomo od il quotidiano gioco a guardie e ladri tra vigili e venditori abusivi? L'ordinanza quindi va discussa seriamente tra i rappresentanti dei cittadini e nel frattempo ci auguriamo che l'umanità e l'intelligenza delle forze dell'ordine sappiano fare quelle distinzioni che il provvedimento non contiene".

L'Associazione per la difesa degli utenti e dei consumatori di Firenze si schiera contro l'ordinanza.

Don Alessandro Santoro, il prete delle Piagge intervistato ieri da Liberazione ha detto che veniva spontaneo e naturale fare un'azione di protesta. Già ieri una decina di attivisti della sinistra critica erano nel pomeriggio in piazza della Libertà a lavare vetri, con un volantino informativo. Le reazioni ai semafori sono state significative. Informati del provvedimento di Cioni, oltre la metà degli automobilisti rispondeva semplicemente: "Ha fatto proprio bene. Tre mesi sono troppo pochi" e cose del genere.

Praticamente unanime la posizione delle ragazze e donne che sostevano che l'ordinanza è fatta per salvaguardare le donne e gli anziani soli in auto. Alcuni scoppiavano a ridere: del tipo "eccone un'altra di Cioni". Non molti quelli che invece si sono dimostrati nettamente contrari al provvedimento.

“Una scelta difficile, ma coraggiosa, responsabile, assolutamente non razzista e sopratutto doverosa per la tutela della legalità, la vivibilità della città e la sicurezza dei fiorentini.” E’ con queste parole di plauso che Antonio Catanese, presidente di Confartigianato Imprese Firenze, saluta l’entrata in vigore dell’ordinanza comunale che vieta in città l'esercizio del mestiere girovago di lavavetri.

“Un provvedimento, quello voluto dagli assessori alla sicurezza e vivibilità urbana Graziano Cioni e alle attività produttive Silvano Gori, che già sta dando buoni frutti, basti osservare la situazione agli incroci semaforici: nessun lavavetri, traffico più fluido, automobilisti (specie se anziani, soli o di sesso femminile) così sicuri da poter tentare l’azzardo di un finestrino abbassato. In breve un intervento utile, oltre che necessario. Ed è proprio seguendo politiche come queste, improntate all’utilità e al soddisfacimento dei bisogni della cittadinanza, che l’amministrazione comunale potrà far tornare Firenze vivibile come venti anni fa” aggiunge Catanese.

“Mi aguguro –conclude Catanese– che Palazzo Vecchio voglia prorogare il provvedimento ben oltre la data prevista del 30 ottobre, magari adottandolo in pianta stabile”

Per quanto riguarda la destra «Sostegno pieno all'ordinanza sui lavavetri» arriva dai consiglieri del gruppo democratico Marco Carrai e Francesco Ricci «Non si tratta di essere contro la povertà e le persone più deboli quali gli immigrati - hanno aggiunto - ma di essere a favore della legalità nella quale tutti i cittadini devono riconoscersi.

Il servizio dei lavavetri molte volte nasconde sfruttamento di giovani, donne e bambini che in un paese civile non può essere tollerato. Non si tratta di nascondere la polvere sotto il tappeto ma di garantire un senso di legalità diffuso per scoraggiare tutte quelle realtà dietro le si celano storie di sfruttamento e miseria umana. Chi fa dell'accoglienza e della lotta all'emarginazione ed alla povertà, indispensabile per una città come Firenze, il suo punto fermo, deve avere un progetto d'insieme nel quale rispetto delle leggi e sostegno alla lotta all'emarginazione e cultura dell'accoglienza vadano di pari passo».

«Tolleranza, rispetto e aiuto - hanno concluso Ricci e Carrai - non vogliono dire illegalità così come legalità non vuole dire intolleranza e disprezzo».
«Oggi a Firenze ci sono 35 gradi di temperatura e tutti i lavavetri sembrano miracolosamente scomparsi dalle strade. Ritorneranno il 1 ottobre, quando finirà il caldo». E' quanto ha dichiarato la consigliera di Forza Italia Bianca Maria Giocoli a proposito dell' «iniziativa della giunta che vieta l'esercizio del mestiere girovago di lavavetri sulle strade fiorentine».

«A marzo avevo sollevato il problema - ha ricordato l'esponente del centrodestra - sottolineando che ormai da qualche mese c'era un vero e proprio assalto da parte di intere famiglie o gruppi di lavavetri. Mentre in passato erano appostati a "canonici" semafori nelle zone più trafficate, ora è più così: i semafori di ogni quartiere hanno il loro lavavetri fisso. Le zone come piazza della Vittoria, il Campo di Marte, Coverciano o il viale Europa, che non conoscevano questo fenomeno, se non marginalmente, sono sotto assedio a tutte le ore».

«Per questo avevo chiesto che della questione si discutesse nel comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza - ha aggiunto Bianca Maria Giocoli - il rischio era far degenerare la situazione e assistere a gesti inconsulti sia da parte dei cittadini infastiditi che da parte dei lavavetri stessi, quando diventano insistenti oltre misura e somatizzano i rifiuti degli automobilisti. Ora, con molto ritardo, la giunta si è accorta che il problema esiste, così come avevo segnalato, e che va risolto.

Spero però che quello degli assessori Cioni e Gori per il decoro della città non sia il classico "amore estivo": l'impegno a tutela della legalità deve perseverare nel tempo. Ho qualche dubbio che ciò avvenga e sono pronta a scommettere che tra un po' tutto sarà come prima».
"Ora che, sull'esempio lodevole del sindaco di Firenze, in tutto il Paese si stanno cominciando ad applicare efficaci misure sanzionatorie contro la vergogna dei lavavetri abusivi, Torino -commenta On. Mario Borghezio, Capo Delegazione Lega Nord al P.E.- segna il passo.

E' ora di svegliarsi sindaco Chiamparino, e dotare anche la nostra città di adeguate normative anti-vu' lavà! La Lega Nord, fin da ora, è pronta a raccogliere migliaia di firme in calce ad una petizione in tal senso, onde far sapere al sindaco che, anche di questo, i Torinesi ne hanno le scatole piene".
“Lancio un monito – afferma il senatore di Alleanza Nazionale Achille Totaro - ai colleghi e agli amici del centrodestra a livello nazionale che hanno applaudito la trovata dell’ assessore del comune di Firenze Graziano Cioni, senza conoscere la realtà fiorentina.

Bisogna far attenzione ai suoi discorsi campati in aria, e lo sanno bene i miei concittadini!”. “A Firenze infatti – continua il senatore - abbiamo un dossier di iniziative propagandistiche di questo personaggio che da decenni al governo della città imperversa con le sue battute pubblicitarie contro l’abusivismo, l’illegalità ed il degrado. E le annose chiacchiere di questo autentico Veltroni in sedicesimo con antiche simpatie gappiste, chiacchiere che hanno ormai esasperato la cittadinanza, si sono concretizzate nello spostamento di qualche tavolo davanti ad alcuni locali e nella chiusura anticipata di qualche bar, mentre alcune zone di Firenze sono gravemente in mano al degrado e all’ illegalità.

Ricordo che l’assessore Cioni è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sul presunto tentativo di rapimento di un neonato avvenuto nell’ ottobre del 2005 in via Calzaiuoli, in pieno giorno, rapimento che il giorno successivo è diventato, a detta dei Vigili Urbani, il furto di un braccialetto, con tanti ringraziamenti di una nomade, accusata dell’accaduto, che ora è latitante e irreperibile e con sicuramente meno omaggi dei cittadini che per l’ennesima volta hanno avuto prova della precarietà della salvaguardia della loro sicurezza in una città come Firenze.

Tutto ciò con il placet di una sinistra che crea, a Firenze e in Toscana, le condizioni perché ciò accada perseverando in una politica che non è dell’accoglienza, non è della tolleranza ma è solo dell’illegalità. Fortunatamente i cittadini, consapevoli dello stato in cui è ridotta la nostra città dove degrado, stato di abbandono, criminalità, abusivismo, prostituzione fanno da padroni non si fanno certo abbagliare da una nuova battuta di spirito di Cioni”. “Rinnovo quindi il mio invito – conclude il senatore- alla prudenza nel plauso a Domenici e a Cioni, un Veltroni in sedicesimo che ha lanciato l’ennesima boutade propagandistica di fine estate.

Se Veltroni, quello vero, lo copiasse, otterrebbe lo stesso risultato ma con effetti ben più gravi su scala nazionale: tante parole e fumo negli occhi dei cittadini e nessuna volontà di risolvere realmente i problemi legali alla loro sicurezza”

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