Tramvia: Forza Italia chiede la Commissione d'inchiesta
La De Zordo vuole la Valutazione di Impatto Ambientale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2007 14:12
Tramvia: Forza Italia chiede la Commissione d'inchiesta<BR>La De Zordo vuole la Valutazione di Impatto Ambientale

“Chiediamo con fermezza una commissione d’indagine, nell’ambito del consiglio comunale di Firenze, che faccia luce sui veri costi della tramvia”. Così Guglielmo Picchi, deputato fiorentino di Forza Italia chiede che il consiglio comunale di Firenze in base all’art 32 del regolamento del consiglio comunale istituisca una commissione d’indagine per verificare la correttezza e la regolarità degli atti amministrativi relativi alla tramvia.

“Dopo la denuncia dei comitati “no tram” di ieri e l0ordine del giorno dell’Unione appare sempre più evidente che nel progetto c’è qualcosa che non quadra. Da più parti sulla stampa e tra gli addetti ai lavori sono emersi dubbi sulla vera situazione finanziaria del progetto tramvia e già ad oggi risultano oltre 100 milioni di euro di extracosti. Noi crediamo che siano di più e che la giunta Domenici stia nascondendo qualcosa. Il consiglio comunale a garanzia dei cittadini e della correttezza dell’operato della giunta ha l’obbligo di investigare.

Invito pertanto tutti i consiglieri comunali di Firenze a sottoscrivere questa richiesta. Siamo di fronte – continua Picchi - ad una emergenza finanziaria del progetto che la giunta Domenici e la sinistra un domani potrebbero rovesciare sui cittadini a cui chiederebbe maggiore tasse e darebbe minori servizi per finanziare i propri errori e le proprie inefficienze di oggi nella gestione della tramvia. La città si sta mostrando sempre più sensibile ai grandi cambiamenti che la investono, ma la giunta impedisce una partecipazione e condivisione dei progetti non solo ai cittadini ma anche all’opposizione e a certe aree della maggioranza.

La commissione d’inchiesta – conclude il deputato azzurro – potrebbe riattivare la partecipazione e fare luce su un progetto imposto alla città e senza basi finanziarie solide in quanto sbagliato”.
Quando finiranno i lavori della prima linea della tramvia? E quanto costerà all'Amministrazione il ritardo previsto per il termine dell'intervento? E' quanto chiede il consigliere comunale di Alleanza Nazionale Stefano Alessandri che sul tema ha presentato oggi una interrogazione. "Da notizie pubblicate dalla stampa cittadina è emerso un ritardo nel termine dei lavori della 1 linea.

Nonostante il vicesindaco Giuseppe Matulli abbia più volte dichiarato che la conclusione della linea 1 sarebbe avvenuta entro e non oltre il 31 dicembre 2008 - spiega l'esponente di An - le ditte appaltatrici hanno sostenuto ripetutamente l'impossibilità di concludere i lavori entro la fine del 2008 posticipando il termine a primavera inoltrata del 2009". Alla luce di queste notizie, il consigliere Alessandri chiede di sapere "se corrisponde a verità la notizia secondo cui, in seguito a numerose riunioni tra l'Assessore Matulli e le ditte appaltatrici, sarebbe emerso un compromesso sulla tempistica dei lavori individuando nel mese di febbraio 2009 il termine perentorio di conclusione dei lavori per la linea 1".

E ancora "se si ritiene realmente possibile concludere in concomitanza con le elezioni amministrative del 2009 i lavori per la linea 1". E infine "a quanto ammonta l'onere finanziario per l'Amministrazione comunale per i ritardi previsti nel completamento dell'opera relativa alla linea 1".

Unaltracittà/Unaltromondo chiede all'amministrazione di rivedere la scelta di escludere i progetti delle linee 2 e 3 della tranvia dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. L'amministrazione ha infatti deciso di limitarsi alla fase di Verifica, un iter puramente amministrativo, senza informazione, senza osservazioni dei cittadini, e con un livello di approfondimento nettamente inferiore e, come dimostrano vicende anche recenti, insufficiente.

Procedere invece alla Valutazione di Impatto Ambientale, in linea con le più avanzate normative europee, significa una conoscenza più approfondita (che eviterebbe di scoprire a metà cantiere che il terreno non regge il peso dell'opera, o di sapere fin dall'inizio se una soluzione progettuale prevede il taglio massiccio di alberature), un confronto fra diverse alternative, e anche un corretto coinvolgimento dei cittadini: sono previste infatti azioni di informazione e pubblicità (con tempi garantiti e possibilità di fare osservazioni) e anche l'attivazione di apposite procedure di confronto pubblico (Inchiesta pubblica e contraddittorio – art.

15 L.R. 79/98).
L'adozione della procedura di VIA rappresenterebbe un atto di lungimiranza politica che consentirebbe di ricostruire un dialogo con i tanti cittadini che, pur condividendo una politica per il trasporto pubblico non inquinante, non condividono e avversano la realizzazione dei progetti come finora impostati. Solo così si potrebbero avere progetti di trasporto pubblico condivisi e qualitativamente più avanzati perché la partecipazione di cittadini e associazioni, una maggiore consapevolezza, e un confronto di soluzioni diverse serve anche a innalzare la qualità delle opere.

Concetto ben chiaro anche al Ministero dell'Ambiente che scrive: "La partecipazione dei cittadini ai processi decisionali pubblici è la prima condizione di sostenibilità dello sviluppo . Le politiche ambientali devono essere basate sul confronto con i soggetti sociali interessati e tradursi in strategie condivise. Una decisione concertata con i destinatari e costruita con un alto tasso di consenso è una decisione democratica che ha più probabilità di essere attuata in modo ottimale grazie alla collaborazione di tutti.

E' anche una decisione di migliore qualità: i cittadini e, in particolar modo le associazioni di protezione ambientale o in altro modo rappresentative, sono depositari di preziose conoscenze relative alla situazione del territorio, alle esigenze ambientali locali e agli interessi di chi vi abita." Una città che "vanta" un assessorato alla partecipazione non può limitarne l'azione alle fontanelle d'acqua nei giardini, e non metterne in pratica i presupposti in progetti ed interventi che riguardano la vita e la vivibilità di interi quartieri.

Invitiamo gli amministratori a ricordarsi di tutte le belle parole spese per l'adesione alla Carta dei Nuovi Municipi, per l'Agenda 21, a conformarsi allo spirito della Convenzione di Aarhus (sull'accesso alle informazioni, la partecipazione pubblica ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale) che l'Italia è stata fra i primi Stati a ratificare. Se la scelta invece sarà quella di continuare con il conflitto ed i cantieri presidiati dalle forze dell'ordine, non solo sarà una sconfitta per la politica di questa città, ma assicurerà anche progetti peggiori.

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