Un card per trans disoccupati

trans disoccupati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 maggio 2007 14:42
Un card per trans disoccupati

Firenze, 31 Maggio 2007- Meno soldi per la disoccupazione, più soldi per transessuali e transgender senza lavoro, titolano oggi le cronache locali. Tutto ciò poiché è in arrivo una card prepagata per agevolare i transessuali e transgender disoccupati residenti in Toscana a trovare un impiego. Lo strumento della carta prepagata servira' a rendere piu' flessibili e adattabili ai bisogni individuali i percorsi formativi di coloro che hanno sofferto discriminazioni di genere con 2500 euro spalmanti in due anni da investire in formazione. ”Un intervento che punta, grazie a risorse aggiuntive, finanziate grazie al Fondo sociale europeo, ad estendere le opportunità di occupazione a quante più persone possibile e, in particolare, a transessuali e transgender che hanno grandi difficoltà a trovare o a ritrovare un lavoro”.

Così l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro commenta la delibera con cui la giunta regionale, nella sua ultima seduta, ha stanziato, 150 mila euro per estendere alle persone transessuali e transgender la sperimentazione già avviata con ILA (Individual learning account), la carta prepagata destinata alle fasce deboli del mercato del lavoro. “Per ora – afferma l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro - sperimenteremo questa nuova estensione della carta appoggiandoci al centro per l’impiego di Pistoia, provincia già interessata dalla positiva esperienza di ILA.

Ci riserviamo, se avrà successo, di riproporla su scala più vasta, convinti che costituisca un arricchimento delle politiche per l’occupazione, anche in termini di risorse, proprio perché indirizzato in maniera mirata su una fascia di popolazione a forte rischio disoccupazione. Già da ora, comunque, tutti i residenti in Toscana potranno accedervi”. Lo strumento della carta prepagata servirà a rendere più flessibili e adattabili ai bisogni individuali i percorsi formativi di coloro che hanno sofferto o sono in cura per disturbi di indentità di genere e che non lavorano, o che lavorano ma incontrando grandi difficoltà e con contratti spesso atipici e precari.

“A chi invoca misure per l’occupazione per tutti i cittadini toscani, questa dovrebbe suonare come una iniziativa di civiltà, diretta, appunto, a questi concittadini, che sono uomini e donne toscani e che si pensa di sottrarre, in questo modo, alla precarietà o, peggio, alla strada”. “Destinatari di questo provvedimento spiega anche l’assessore all’attuazione dello Statuto - sono persone con un disturbo dell'identità di genere accertato clinicamente, che crea loro pesanti difficoltà e li mette a fortissimo rischio di esclusione sociale, specie nella delicata fase di passaggio da un sesso all'altro, in cui non sempre c'è, purtroppo, il sostegno della famiglia di origine ed il rischio di cadere nella prostituzione è alto.

Siamo intervenuti proprio su questo disagio sociale, dando a queste ragazze ed a questi ragazzi opportunità di ricrearsi una propria professionalità nel mondo del lavoro. In quest’ottica l’assessorato alle riforme istituzionali è fortemente impegnato ed ha attivato una task force per combattere discriminazioni di gay, lesbiche e transessuali, e in generale per costruire una Toscana dei diritti e delle pari opportunità per tutti e tutte”. Grazie alla carta prepagata ciascun titolare avrà a disposizione 2500 euro, da spendere in due anni ed erogate in tranche da 500 euro l’una), che gli consentiranno di partecipare ad attività formative che ciascuno sarà libero di scegliere, con l’ausilio di tutor, in modo mirato, secondo il proprio personale progetto. Con il provvedimento vengono stanziati 150 mila euro a favore della Provincia di Pistoia, che gestirà le azioni legate all’ILA attraverso i centri per l’impiego.

Tutte le attività formative sono ammesse, purchè abbiano carattere strettamente personalizzato e rilascino un certificato finale in regola con le norme stabilite dalla Regione. Fondamentale il ruolo dei Centri per l’impiego: è attraverso il centro che vengono reclutati i titolari di carta prepagata ed è con il personale del centro che ciascun titolare dovrà costruire il proprio percorso. I beneficiari sono, come si è detto, le persone transessuali o transgender residenti nel territorio regionale, in possesso di idonea certificazione medica, rilasciata dai centri di riferimento individuati dal servizio sanitario regionale.

La notizia ha fatto fare un salto sulla seggiola al Presidente di Alleanza Nazionale in Regione Toscana Maurizio Bianconi: «Siamo alla follia», ha esclamato. «Qui mancano i soldi per distribuire carrozzine ai disabili, si stenta a trovare fondi per assicurare assistenza agli anziani e ai non autosufficienti, si lasciano all’asciutto grappoli di capifamiglia cassintegrati o disoccupati e intanto che si fa? Si stacca un assegno da 150mila euro per i transessuali e i transgender senza lavoro, togliendo risorse proprio ai fondi per la disoccupazione.

E’ pazzesco. E’ l’ora di finirla». Secondo Bianconi si tratta di una vera e propria discriminazione all’incontrario: «Se questa è la redistribuzione delle ricchezze tanto invocata dalla sinistra, allora noi non ci stiamo. Perché una giunta deve mettere in campo provvedimenti di socialità per i toscani tutti, senza ritagliare ghetti e ghettini sfruttando le etichette di genere. Perché allora non ritagliare altre risorse per le donne senza lavoro? O per gli uomini senza lavoro con la barba? O per i disoccupati fra i trenta e i trentacinque anni? Paradossi, sì, come quello discriminatorio operato dalla giunta». “La carta prepagata per le persone transessuali per partecipare ad attività formative - dichiara Stefania Fuscagni Consigliere Regionale di FI-, potrebbe apparire semplicemente come un’idea eccentrica mentre credo che dietro questa “sperimentazione” si nasconda un progetto ben preciso che ritengo sia da combattere con determinazione.

Perché una scelta così evidentemente strumentale, fragile sotto tutti gli aspetti e che determinerà atteggiamenti di insofferenza proprio nei confronti dei transessuali e dei transgeder? C’è forse qualcuno così ingenuo da credere che con 2500 euro spalmanti in due anni da investire in formazione si può garantire a chicchessia, gay o etero o trans, un profilo professionale tale da vincere la discriminazione? Certamente nessuno lo crede- continua Fuscagni- e questo rende evidente che la Giunta con questa scelta non vuole risolvere nessuna discriminazione ma vuole solo “mettere le mani” sul mondo gay per ragioni di tipo meramente elettorale.

E’ una operazione di rara doppiezza perché parte da un problema vero, che è quello delle discriminazioni sessuali, e lo piega a proprio uso e consumo senza tenere conto delle conseguenze altamente negative che seguiranno. Non solo, infatti, questa carta non risolverà il problema della disoccupazione ma acuirà il senso di fastidio nei confronti di persone che oggettivamente possono trovarsi a disagio e rafforzerà il concetto che la soluzione per la disoccupazione passa attraverso un’operazione di assistenzialismo di parte e non grazie al merito individuale che non ha nessuna caratteristica sessuale.

Sarebbe utile che l’associazionismo gay si ribellasse- conclude Fuscagni- a una iniziativa che strumentalizza il disagio di tante persone e che lo fa in maniera evidentemente grossolana”

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