La Galleria degli Uffizi si arricchisce di un nuovo capolavoro: La Madonna col Bambino e due angeli del Maestro del Bigallo, acquistato dallo Stato per un valore di circa 700 mila euro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 maggio 2007 14:11
La Galleria degli Uffizi si arricchisce di un nuovo capolavoro: La Madonna col Bambino e due angeli del Maestro del Bigallo, acquistato dallo Stato per un valore di circa 700 mila euro

Viene esposto nella sala 'delle Tre Maestà' che celebra gli esordi dell'arte occidentale con le pale di Cimabue, Duccio e Giotto. L'opera dell'artista anonimo - conosciuto come Maestro del Bigallo per aver realizzato un crocifisso dipinto conservato proprio nel museo del Bigallo - risale al 1230 circa ed è stata acquisita dallo Stato nel 2006; apparteneva tra l'800 e il '900 all'imponente collezione dell'antiquario Stefano Bardini. "Abbiamo deciso di collocarla - ha spiegato il direttore degli Uffizi Antonio Natali - sulla facciata che dà sulla sala del gotico fiorito.

Una posizione un po' arretrata rispetto alla Maestà d'Ognissanti, ma che ci permette di affiancarle la 'Madonna col Bambino' dipinta anch'essa nei primi del '200 da un artefice stilisticamente vicino al Maestro del Bigallo e finora conservata nei nostri depositi. In questo modo e' possibile anche valutare le similitudini delle due opere". Proprio un'analisi della Madonna col Bambino in raffronto alla pittura della prima metà del Duecento gli Uffizi è l'oggetto di un libro di Angelo Tartuferi edito da Polistampa nella collana «I grani»: Il Maestro del Bigallo e la pittura della prima metà del Duecento agli Uffizi.

La presentazione della Madonna col Bambino, affidata a Antonio Natali insieme alla soprintendente per il polo museale Cristina Acidini, è stata l'occasione per presentare un'altra acquisizione dei musei di Firenze: alla Galleria dell'Accademia é destinato il dipinto Battesimo di una santa di Francesco Granacco (1469/1543) realizzato nel 1530 per l'altare maggiore della chiesa di Sant'Apollonia a Firenze e disperso, nelle sue varie parti, nel corso del XIX secolo. L'opera è stata donata dall'antiquario Fabrizio Moretti.

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