Un misterioso manoscritto svelerebbe il vero volto della dantesca Pia de' Tolomei

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 maggio 2007 22:15
Un misterioso manoscritto svelerebbe il vero volto della dantesca Pia de' Tolomei

"Deh, quando tu sarai tornato al mondo
e riposato de la lunga via",
seguitò 'l terzo spirito al secondo,
"ricorditi di me, che son la Pia;
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che 'nnanellata pria
disposando m'avea con la sua gemma".
(Divina Commedia, Purgatorio. V, 130-136)

Così Dante descrive Pia de' Tolomei, la principessa senese che, secondo la vulgata fino ad oggi più in uso, sarebbe andata in sposa a Nello Pannocchieschi, Conte della Pietra e signore di Prata (Maremma), colui che prima l'avrebbe fatta rinchiudere nel suo castello e poi uccisa.

La Pia de' Tolomei di Dante è una figura epica, ai confini della leggenda. Una giovane principessa infelice, vittima della violenza e deigiochi di potere che caratterizzavano la Toscana del Secolo XIII.
Ben diversa la Pia che viene oggi descritta nel libro Matrimonio di sangue (pp. 216, euro 12) di Mario Sica, appena pubblicato, con una brillante prefazione di Franco Cardini, da Polistampa nella «Biblioteca del viaggiatore» diretta da Mario Graziano Parri. La Pia raccontata da Sica è un personaggio reale, una donna vera che vive eperienze piuttosto tipiche di quella che era la Toscana dell'epoca.

Si tratta di Pia di Ranuccio Malavolti, senese, vissuta nella seconda metà del Duecento, sposata a Tollo da Prata e misteriosamente scomparsa in Maremma. Il romanzo narra la storia d'amore di Pia e di Berretta, un giovane giullare capitato per caso alla corte del palazzo del signore di Prata. Le vicende si dipanano in modo appassionante sullo sfondo di una Siena bella e crudele, in un turbine di intrighi, avventure e contese politiche in cui compaiono personaggi che hanno fatto la storia di quegli anni, come Nello della Pietra, Guido di Montfort, Ghino di Tacco, Margherita Aldobrandeschi.

Un libro di un genere tutto originale. Un romanzo che s'incarna strettamente negli elementi storici e geografici che affronta, o piuttosto un saggio con alcuni elementi romanzati se è vero, come dichiara l'autore nell'introduzione, che le vicende narrate sono proprio delle notizie storiche, tratt da un manoscritto di una ventina di pagine stilate recto e verso in volgare. Il documento, dal titolo Ricordanze di Placido Abbate Sancti Galgani da me Messer Ranieri ricolte ad utile consiglio de' giovani, sarebbe stato ritrovato dall'autore stesso durante alcune sue ricerche all'interno della Biblioteca degli Intronati di Siena.
Mario Sica si è laureato a Firenze nel 1959.

Diplomatico dal 1962, ha prestato tra l'altro servizio a Saigon e a Mosca. È stato ambasciatore a Windhoek, a Mogadiscio, a Vienna (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) e infine al Cairo. Si è a lungo occupato di emigrazione e di Asia. Sulle sue esperienze vietnamita e somala ha scritto Marigold non fiorì. Il contributo italiano alla pace in Vietnam (Firenze, 1991) e Operazione Somalia (Venezia, 1994). In pensione dal 2004, continua a parlar e a scrivere di cose internazionali.

Vive in una casa costruita sulle mura del vecchio castello di Prata, teatro di questa avvincente storia.

Rudy Caparrini

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