D'Alema go home: i giovani di An contestano il ministro degli Esteri a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 marzo 2007 00:20
<I>D'Alema go home</I>: i giovani di An contestano il ministro degli Esteri a Firenze

Firenze - Con questo slogan i giovani di Azione universitaria hanno accolto ieri l'arrivo del ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, a Firenze per una lezione all'Università. “La nuova politica estera inaugurata dal Governo Prodi, in chiara discontinuità con la passata gestione del centrodestra e in continuità col tradizionale ruolo di ‘pontiere’ sul Medioriente, sta rilanciando l’Italia come protagonista di Pace e non più vassalla di politiche di guerra preventiva. Che il Ministro degli Esteri D’Alema non possa tenere una lezione nell’Università di Firenze motivando la protesta con l’argomentazione ‘esprime una politica estera non gradita al centrodestra, per cui non deve parlare all’ Università’, come afferma la organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale, è tesi talmente totalitaria da non meritare ulteriore commento.

Ma si sa, la cultura politica fascista alla base di questo modo di manifestare il dissenso continua a rivelarsi dura a morire.” Ad Affermarlo è Severino Galante, Capogruppo PdCI in Commissione Difesa alla Camera dei Deputati.

E’ stato il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, ad aprire il convegno “Dentro l’Afghanistan - Riflessioni sulla storia e sull’attualità di un paese travagliato”. L’incontro, che si è svolto oggi in Palazzo Panciatichi, è stato organizzato dal Consiglio con la rivista Testimonianze, diretta dal consigliere regionale Severino Saccardi (Ds).

Tra i relatori, l’Ambasciatrice onoraria per la cultura e gli aiuti umanitari presso l’Unione Europea, India d’Afghanistan; l’orientalista e scrittrice Marika Guerrini, Gabriella Bruckmann, fondatrice e portavoce del Comitato Italiano di Solidarietà con l’Afghanistan e Abdullah Amirian, vicepresidente del Comitato Italiano di Solidarietà con l’Afghanistan. Con loro anche i consiglieri regionali Angelo Pollina e Stefania Fuscagni, Fi, rispettivamente presidente e commissario della commissione speciale per i Rapporti con l’Europa e le relazioni internazionali del Consiglio regionale.
Nencini ha sottolineato l’importanza di un incontro dedicato a un tema – l’Afghanistan – sicuramente centrale nello scacchiere della politica internazionale, e al centro di un passaggio imminente nel Senato della Repubblica, che domani discuterà in riferimento alla missione italiana nel Paese martoriato dalla guerra.

Il presidente ha ribadito che “la Regione non ha competenze sulla politica estera, ma è titolare di relazioni internazionali che vanno sotto il capitolo della cooperazione e delle forme di solidarietà”. Un passaggio con il quale Nencini ha introdotto la missione che, con Pollina e Fuscagni, il Consiglio regionale ha fatto lo scorso agosto proprio in Afghanistan. “Qui – ha spiegato il presidente - abbiamo assunto impegni con il governo afgano (aiuti per le popolazioni civili, ndr), che in parte si sono già concretizzati; ora stiamo lavorando con il parlamento per iniziative di formazione destinate alle parlamentari afgane”.

Un’iniziativa che, ha ricordato il presidente del Consiglio, si rivolge ad “un Paese che ha una percentuale di donne elette pari a quella dei paesi del Nord Europa: intorno al 30 per cento degli eletti”.
Severino Saccardi ha sottolineato la valenza della delegazione intervenuta al convegno in Palazzo Panciatichi: “Interventi e presenze che hanno conoscenza di prima mano della situazione afgana, e che ci permettono di parlare della questa terra allontanandoci da logiche di partito e di schieramento interne”.

Per Saccardi, l’appuntamento di quest’oggi è un contributo per recuperare “elementi sulla storia e ragionare sull’attualità di questo Paese travagliato, che ha una sua unicità”. Saccardi ha richiamato la presenza di Gabriella Bruckmann (Fondatrice e portavoce del Comitato Italiano di Solidarietà con l’Afghanistan), “che conosco fin dagli anni ottanta, quando ai convegni di Testimonianze veniva a parlare dell’occupazione sovietica dell’Afghanistan; da lì è scaturita una lunga lista di travagli e conflitti, che oggi chiedono di essere superati in una visione di cooperazione e sviluppo”.

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