Sanità: aborto terapeutico, ma il figlio è sano e vivo

Redazione Nove da Firenze
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07 marzo 2007 12:50
Sanità: aborto terapeutico, ma il figlio è sano e vivo

Firenze, 7 Marzo 2007- Dopo i trapianti infetti da una paziente risultata positiva all' Hiv ora e' il caso di un aborto terapeutico a riaccendere i riflettori su Careggi. Solo con l'interruzione di gravidanza si è scoperto che non c'era alcuna malformazione e l'aborto terapeutico e' terminato con la rianimazione del feto. Il bambino, di poco più di 5 mesi, lotta per la vita, purtroppo con poche speranze di sopravvivenza.

L’interruzione di gravidanza era stata una scelta terapeutica seguita all’esito dell’ultima ecografia che, secondo la diagnosi dei medici di Careggi, avrebbe evidenziato una malformazione letale nel feto. Ora si deve appurare se si può ravvisare un’ipotesi di reato.
«Avviare verifiche interne atte ad appurare eventuali responsabilità» e «assumere provvedimenti urgenti al fine di evitare il ripetersi di simili tragedie». E’ quanto chiedono alla giunta regionale tramite interrogazione urgente il Consigliere regionale di Alleanza Nazionale Marco Cellai (componente della IV Commissione – Sanità) e il suo Capogruppo Maurizio Bianconi «Si evince dalla stampa – scrivono i consiglieri regionali di An nel loro atto – dell’incredibile vicenda che ha coinvolto una famiglia fiorentina, decisa ad intraprendere un aborto terapeutico dopo che dagli accertamenti ecografici il nascituro era risultato affetto da artresia dell’esofago.

Al momento dell’aborto, il feto è sopravvissuto e così, come prevede la legge, è stato rianimato e trasportato al Meyer. Qui i medici hanno rilevato l’errore diagnostico commesso in precedenza e la relativa assenza di qualsiasi forma di artresia dell’esofago». Il bimbo, 500 grammi appena, rischia ora di non farcela. Una tragedia, su cui Cellai e Bianconi chiedono alla Regione di fare piena chiarezza: «Quali provvedimenti urgenti si intende assumere al fine di evitare il ripetersi di simili tragedie?», domandano a Martini invitandolo ad «avviare verifiche interne atte ad appurare eventuali responsabilità».

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