Sanità: presentato il bilancio regionale 2007
Ma liste di attesa, carenze di organico ed errori preoccupano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 dicembre 2006 19:48
Sanità: presentato il bilancio regionale 2007<BR>Ma liste di attesa, carenze di organico ed errori preoccupano

Firenze, 6 dicembre 2006- Sono stati presentati in IV Commissione, presieduta da Fabio Roggiolani (Verdi), il bilancio di previsione per il 2007 e il bilancio pluriennale 2007/2009 per quanto riguarda il settore sanità e sicurezza sociale. Come hanno spiegato i funzionari responsabili della Giunta, per la parte sanitaria in bilancio compaiono 5 miliardi e 613 milioni di euro. Gli stanziamenti sono coerenti con quanto prevede il piano sanitario regionale vigente, con particolare attenzione allo sviluppo dei servizi territoriali, dei trapianti, della ricerca, dei servizi in zone insulari e montane e delle sperimentazioni in atto.
Per la parte sociale in bilancio ci sono 36 milioni di euro, destinati per la maggior parte ai trasferimenti agli enti locali e a progetti come l’autosufficienza e l’inclusione sociale, nonché al sostegno delle famiglie.

Apprezzamento per come i fondi sono stati indirizzati è stato espresso dalla consigliera Rosanna Pugnalini (Ds), mentre Marco Cellai (An) ha giudicato grave la diminuzione prevista per gli indennizzi agli emotrasfusi e per il sociale. Fabio Roggiolani si è detto soddisfatto “perché è stata rifinanziata la legge sulle barriere architettoniche” e ha chiesto assicurazioni sul fatto che la prevista realizzazione del Centro unico di prenotazione regionale stia andando avanti.
Il concorso per un’unità operativa di geriatria verrà bandito presto.

Inoltre, poiché il complesso geriatrico ad oggi ospitato all’interno dello Iot fiorentino non consente di contenere una serie di servizi che vengono ritenuti importanti nella geriatria moderna, si è deciso di collocare il polo geriatrico presso lo Sma. A comunicarlo oggi in sanità sono stati i responsabili degli uffici della Giunta regionale, in risposta a un’interrogazione a questo proposito presentata dai consiglieri Luca Ciabatti, Monica Sgherri e Carlo Bartoloni.
I consiglieri di Rifondazione Comunista, venuti a conoscenza di un possibile scorporo del reparto di geriatria riabilitativa dello Iot-Asl 10 di Firenze, avevano chiesto alla giunta “quali azioni intendesse intraprendere in merito” e “il rispetto dei tempi e delle modalità di ristrutturazione dello Iot”.

Luca Ciabatti si è detto soddisfatto della risposta, soprattutto perché è stato assicurato che non ci saranno scorpori a favore di organismi privati.
“Indipendentemente dalla querelle che è nata in questi ultimi giorni tra la Giunta Regionale, l’Asl 8 di Arezzo e una nota trasmissione televisiva, l’Assessore Regionale alla Sanità Rossi è chiamato politicamente ad assumersi le proprie responsabilità riguardo alcuni disservizi come le lunghe liste di attesa che ormai da tempo colpiscono i cittadini del Valdarno.

A poco o niente sono valse, o valgono, le continue delibere emanate dalla Giunta, ognuna delle quali, ogni volta, viene annunciata come la soluzione del problema. I dati non lasciano alcuno spazio alla polemica politica, tanto meno a quella di parte. Anna Maria Celesti – Vicepresidente della Commissione Sanità – e Rossella Angiolini – membro della stessa Commissione – intervengono annunciando un’interrogazione urgente per conoscere le motivazioni che ad oggi vedono il Valdarno inadeguato a rispondere ai bisogni di salute dei cittadini.

“Non è attaccando i media nazionali, per cercare di distogliere l’attenzione dei cittadini, che si possa riuscire a nascondere i veri problemi della sanità valdarnese”. Esistono obiettive disfunzioni organizzative e strutturali che producono, nello specifico, liste di attesa inaccettabili per esami urgenti. Il problema delle liste di attesa – proseguono le consigliere azzurre – è concreto e complesso, non certo una trovata mediatica, e necessita di soluzioni adeguate e non demagogiche per garantire il diritto alla salute di ognuno, sancito dalla nostra Costituzione e per il quale i cittadini toscani dovrebbero avere risposte appropriate, di qualità e di efficienza rispetto al loro bisogno di salute.
I dati parlano da soli, basti pensare che per ottenere una visita di chirurgia vascolare o un Eco addome completo ci vogliono oltre 5 mesi e per un Eco alla mammella e una visita di cardiologia Ecg ecodoppler passano più di 4 mesi, andando dunque ben oltre i trenta giorni previsti e annunciati da Rossi, pena una multa pari a 25 euro nei confronti dell’Usl che deve pagare al cittadino come risarcimento del ritardo sulla prestazione.

Peccato che la stessa prestazione a pagamento costi in media più di due o tre volte tanto. E’ su questi dati – concludono Celesti e Angiolini – che l’Assessore Rossi deve confrontarsi, per dare risposte certe ai cittadini-pazienti del Valdarno".
Prima le diagnosticano uno stato d’ansia a Massa Marittima e a Piombino, infine muore di tumore a Pisa. La Regione promuova un’inchiesta interna nelle strutture di pronto soccorso di Massa Marittima e di Piombino per accertare le responsabilità di questo incredibile, gravissimo episodio di malasanità».

E’ quanto chiedono tramite interrogazione urgente i Consiglieri regionali di Alleanza Nazionale Marcella Amadio e Marco Cellai (membro IV Commissione – Sanità) in merito alla vicenda che ha visto coinvolta una donna di 54 anni cui era stata sbagliata in due diverse occasioni la diagnosi con conseguenze letali.
Recatasi al pronto soccorso di Massa Marittima per problemi nel deglutire cibi e liquidi, le era stato diagnosticato semplicemente uno stato di ansia da curare con flebo di valium e psicotici.

Non risolvendosi il problema, e continuando nel giro di breve tempo a perdere peso, la donna si era poi presentata al pronto soccorso di Piombino, dove era stata confermata la diagnosi da “psicosi d’ansia”, senza quindi la necessità di un ricovero. Solo dopo circa due mesi dalla prima visita, effettuata al pronto soccorso di Massa Marittima, alla donna è stato diagnosticato, a seguito di gastroscopia, un carcinoma con conseguente ricovero d’urgenza. La paziente è infine deceduta al Santa Chiara di Pisa, quando al terzo giorno di ricovero è sopraggiunto il coma.
«A causa di due diagnosi errate – spiegano gli esponenti di An – non sono stati eseguiti esami più accurati che avrebbero potuto salvare la vita alla donna, premesso che la tempistica nell’individuazione di esatte e precise diagnosi è di fondamentale importanza per la prescrizione delle conseguenti cure».
Da qui la richiesta alla Regione di promuovere innanzitutto un’inchiesta interna per individuare colpe e responsabilità.

In secondo luogo, di svolgere con maggiore efficienza il proprio ruolo di tutela sulla salute dei cittadini: «I toscani vogliono essere certi che non si ripetano simili episodi, poiché è auspicabile che il sistema sanitario garantisca e tuteli la salute del cittadino in condizioni di totale efficienza, preparazione e scrupolo di chi opera nel settore», dichiarano Amadio e Cellai.
«L’altro fatto rilevante – conclude Amadio – è che mentre la donna iniziava la propria odissea, l’assessore regionale alla sanità Enrico Rossi difendeva a spada tratta il direttore generale della Asl 6 dalle molteplici lamentele rivolte al suo indirizzo sulla gestione della sanità livornese».

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