Sulla WebTv della Provincia di Firenze i risultati dell’indagine sull’Adorazione dei Magi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 maggio 2006 19:41
Sulla WebTv della Provincia di Firenze i risultati dell’indagine sull’Adorazione dei Magi

Sulla WebTV della Provincia di Firenze si possono vedere i risultati delle indagini diagnostiche eseguite dal team di Maurizio Seracini (titolare della Editech, Centro diagnostico per i beni culturali), che hanno permesso di svelare completamente il mistero di questo capolavoro. Risultati sorprendenti che sono stati illustrati lunedì scorso durante la giornata di chiusura del Genio Fiorentino 2006.

Ad esempio, nel filmato è possibile notare che sulla sinistra del celebre dipinto si staglia una monumentale architettura rovinosa, dove su due livelli si muovono molti attori.

Proprio al piano superiore di questo edificio le indagini hanno registrato l’esistenza di manovali che s’affannano a tirar su assi di legno e materiali da costruzione. La scoperta si fa indizio d’un cambiamento iconologico di non poco peso, poiché, se assai frequente è la raffigurazione di rovine nelle natività di Cristo o nelle Epifanie (la rovina attesta il crollo d’un mondo che non esisterà più dopo l’avvento del Redentore), inusuale è invece quella dell’edificio crollato, ma in procinto d’essere ricostruito.

Nello stesso filmato di Florence Tv appare la spiegazione dell' indagine diagnostica fornita dall’ingegnere Maurizio Saracini.

Visibile anche un’intervista con il professor Antonio Natali - storico dell’arte, direttore del Dipartimento di Studi sul Rinascimento, Manierismo e Arte Contemporanea della Galleria degli Uffizi di Firenze - che ha curato la nuova lettura iconologica dell’Adorazione dei Magi, alla luce delle nuove immagini scoperte.

Cade così ogni mistero sulla celebre opera di Leonardo da Vinci che negli ultimi tempi aveva suscitato notevole curiosità soprattutto per il fatto che, sia il dipinto che l’ingegnere autore delle investigazioni, erano stati citati da Dan Brown a pagina 202 del libro “Il Codice da Vinci”.

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