ITI-IPIA Leonardo da Vinci: mercoledì 22 marzo, ore 15, l’uranio negli scenari dell’attualità, al confine tra energia, politica e guerra

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 marzo 2006 09:19
ITI-IPIA Leonardo da Vinci: mercoledì 22 marzo, ore 15, l’uranio negli scenari dell’attualità, al confine tra energia, politica e guerra

Per i mercoledì della “Leonardo”, incontri a larga banda aperti alle scuole e alla cittadinanza, organizzati dalla Biblioteca e dalla Redazione del giornalino “Scuola & non solo”, mercoledì è il turno di L’incubo nucleare: solo un ricordo o ancora una minaccia?, incontro col fisico Angelo Baracca dell'Università di Firenze e Nicola Novelli, direttore di Nove da Firenze, presso la Sala della Biblioteca, in Via del Terzolle 91 [stazione ferroviaria di Rifredi, bus ATAF 14, 23, 18, 57 (Via Carlo del Prete), bus ATAF 8, 14, 20, 28, 56, linea R (piazza Dalmazia)].
"Oggi quasi nessuno percepisce gli armamenti nucleari come un pericolo (se non per gli allarmi che vengono dati per i programmi dell’Iran o della Corea del Nord) -scrive Angelo Baracca- Eppure appena 8 anni fa l’India e il Pakistan scioccarono il mondo con l’esecuzione improvvisa di numerosi esperimenti nucleari, che fecero entrare i due paesi nel club nucleare.

Rinfrescare la memoria serve allora anche per fare il punto su un pericolo che è tutt’altro che scomparso.
Il vero rischio per il futuro viene dai programmi dei paesi nucleari, Stati Uniti in testa, e probabilmente altri, volti a realizzare armi di concezione completamente nuova, basate su nuovi processi nucleari, di potenza molto piccola, che si possano utilizzare effettivamente sul campo di battaglia, cancellando la fondamentale distinzione tra guerra convenzionale e guerra nucleare. Rispetto a questi nuovi rischi di proliferazione il TNP e tutti i trattati internazionali sono inefficaci, poiché considerano solo le armi basate sulla reazione a catena nell’uranio e nel plutonio.
Mentre durante la Guerra Fredda l’equilibrio del terrore implicava un’informazione sulla consistenza degli arsenali, oggi nessuno è in grado di sapere quante siano le testate nucleari ancora non distrutte: le valutazioni parlano però di circa 30.000 testate, anche se molte smontate e di riserva.
E’ necessario informare correttamente l’opinione pubblica che il rischio della guerra nucleare è ancora più grave che mai, ma che le potenze nucleari hanno l’obbligo perentorio di eliminare totalmente queste armi: il disarmo nucleare, quindi, non è solo necessario, ma possibile!"

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