La Toscana benpensante si scandalizza solo quando il treno ritarda per ragioni di pace
Nistri (An): sull'uranio impoverito la Sinistra ha la memoria corta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 febbraio 2003 15:38
La Toscana benpensante si scandalizza solo quando il treno ritarda per ragioni di pace<BR>Nistri (An): sull'uranio impoverito la Sinistra ha la memoria corta

FIRENZE- “In occasione di questa manifestazione organizzare una presenza della giunta regionale è stato impossibile. Non abbiamo ricevuto alcun invito, né conosciamo la piattaforma politica dell’evento. Per di più la manifestazione è stata programmata in contemporanea ai lavori del consiglio regionale, che ovviamente costituisce un impegno al quale è doveroso partecipare”. Il presidente della Regione Claudio Martini spiega così l’assenza della giunta regionale dalla manifestazione contro la guerra organizzata per oggi pomeriggio a Pisa.
“Altre occasioni non mancheranno – aggiunge - soprattutto se le manifestazioni in corso resteranno fedeli allo spirito del Social forum di Firenze e della grande manifestazione di Roma del 15 febbraio.

Una prima occasione è rappresentata dalle fiaccolate per la pace promosse da Cgil, Cil e Uil la sera del 5 marzo”. Il presidente rinnova anche l’invito a tutti i toscani a sottoscrivere la cartolina “15 parole per la pace” indirizzata al segretario generale dell’Onu, Kofi Annan. L’iniziativa sta ottenendo grande successo. Nel giro di poche ore, all’appello di Martini hanno già risposto 90 toscani, con i messaggi più diversi. Il primo ad arrivare è stato quello di Enzo M., per la verità un po’ più lungo di 15 parole: “Non esistono valide motivazioni per fare la guerra all’Iraq se non quella di controllare le fonti del petrolio.

L’Onu deve fermare la prepotenza e l’arroganza dell’America e dell’Inghilterra”. E’ arrivato sul sito del presidente alle 21.52 di ieri sera. L’ultimo, delle 16.15 di oggi, è di una bambina, Marta M.: “Sono una bambina di 11 anni e anch’io voglio dire la mia: non fate questa guerra!”. Altri messaggi ripetono per 15 volte la parola “pace”. Qualcuno cita Gandhi: “La guerra non è necessaria, la pace sì”. Maurizio P. scrive: “Fare la guerra per portare la pace è la cosa più folle che ci sia”.

Maria B.: “E’ bello sentire che anche la mia voce grida no alla guerra, sì alla pace”. Leonardo A.: “No alla guerra, disarmiamo pacificamente Saddam e anche Bush”. La mobilitazione della Regione per la pace continua.
"Venerdì scorso il Consiglio regionale ha discusso della possibile guerra all'Iraq -scrive Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana nella propria newletter settimanale- E' stata approvata una mozione per chiedere al Governo di non fornire alcun supporto ad azioni che coinvolgano l'Italia verso la guerra.

Nell'occasione ho espresso il nostro fermo rifiuto ad una soluzione bellica. Bisogna disarmare pacificamente Saddam. Nello stesse ore hanno cominciato a muoversi verso la base di Camp Darby treni carichi di materiale bellico. Comprendo la preoccupazione espressa dai ferrovieri e la loro contrarietà a guidare treni in marcia verso la guerra. O la posizione dei portuali livornesi che non vogliono movimentare i container delle armi. Penso però che, per evitare davvero la guerra, si debba allargare il consenso dell'opinione pubblica contro questo conflitto.

Azioni eclatanti e ai limiti della legalità rischiano invece di farlo diminuire. Il nostro obiettivo deve essere quello di fermare la guerra: per questo è fondamentale allargare il consenso e il sostegno in modo da rafforzare il ruolo e il peso di quei paesi che all'interno del Consiglio di sicurezza dell'Onu sono contrari alla guerra preventiva. Dal pennone di Palazzo Bastogi, sventola da sabato la bandiera dell'Onu. Vogliamo in questo modo dare un segnale di continuità tra la bandiera della pace - che abbiamo esposto durante le manifestazioni delle scorse settimane - e quella delle Nazioni Unite, organismo a cui spetta la scelta di una soluzione pacifica della crisi irachena".
La manifestazione di ieri sera alla stazione di Firenze era poca cosa.

Mancava una buona regia (striscioni piccoli) ma queste azioni hanno un'importanza simbolica forte. Basta guardare il canale satellitare Al Jazira che ne ritrasmete le immagini.
Le manifestazioni di protesta di pacifisti e disobbedienti svoltisi in questi giorni a Pisa ''non hanno dato luogo ad alcuna ipotesi di reato''. Lo ha detto il procuratore della repubblica presso il tribunale di Pisa, Enzo Iannello.
Secondo la questura sono attesi oggi 2.000 manifestanti da tutta Italia, mentre gli organizzatori parlano di almeno 5.000 persone.

Il concentramento sara' alle 17 in Piazza san Martino ed il corteo dovrebbe concludersi, tra le 19,30 e le 20, sul piazzale davanti alla stazione ferroviaria, dove e' previsto lo scioglimento dei manifestanti. 400 i carabinieri ed i poliziotti impegnati nel servizio d'ordine.
“Spero con tutto il cuore che la guerra non si faccia, auspico che le parole del ministro degli esteri della Santa Sede vengano prese in seria considerazione dal nostro governo e credo comunque che, se intervento ci deve essere, debba avvenire sotto l’egida dell’ONU, unico organismo in grado di legittimare un attacco contro uno Stato sovrano.

Però ritengo che la sinistra, dinanzi alla crisi del Golfo, sia scesa al di sotto della comune soglia del pudore. Chi oggi vuole vietare, usurpando prerogative sovrane dello Stato, il transito dei trasporti militari Nato, appartiene agli stessi partiti che quattro anni fa non solo bombardarono la Serbia, ma nulla fecero per impedire che i nostri soldati nei Balcani operassero in territori contaminati da proiettili a uranio impoverito, provocando la morte di molti militari, anche della provincia di Firenze.

Lo dico con cognizione di causa perché ho per primo sollevato il problema in Consiglio Provinciale, nella scorsa legislatura”.
Lo ha dichiarato il capogruppo di Alleanza Nazionale in Consiglio Provinciale Enrico Nistri, il quale ha aggiunto: “Le ‘bombe intelligenti’ che mieterono vittime nel 1999 presso il popolo serbo, cristiano ed europeo, non erano meno sanguinarie di quelle che, nell’eventualità di un conflitto, farebbero strage in Iraq. E il problema dei curdi sotto Saddam non è meno grave di quanto non lo fosse il problema dei kosovari sotto Milosevic”.

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