Al Teatro Puccini Paolo Poli rilegge in chiave grottesca “Il ponte di San Luis Rey”di Thornton Wilder

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2006 17:27
Al  Teatro  Puccini   Paolo Poli  rilegge  in chiave  grottesca “Il ponte di San Luis Rey”di Thornton Wilder

(Firenze,17 febbraio) Con il romanzo “Il ponte di San Luis Rey” Thornton Wilder ha vinto il suo primo premio Pulitzer: era il 1927, e Wilder si avviava a diventare uno dei più importanti autori del suo tempo. Se il cinema ci ha regalato due non troppo fortunate trasposizioni, non sono mancate versioni teatrali di maggior fortuna , come si annuncia anche la commedia in due atti , che il regista , attore e autore fiorentino Paolo Poli, presenta al Teatro Puccini dal 21 al 26 febbraio .

E’ una lettura comico- grottesca della vicenda . Un ponte crolla improvvisamente in Perù alla metà del secolo diciottesimo, facendo perire cinque viaggiatori. Nasce nella coscienza di una religiosa una domanda: il Signore punisce così i malvagi oppure in tal modo chiama a sé gli innocenti? Cinque persone, cinque personaggi altrimenti sconosciuti, tornano a prendere vita attraverso le parole e i racconti di chi li ha veramente conosciuti: ci vengono presentati una vecchia marchesa egoista ed ubriacona e la sua giovanissima damigella di compagnia, un giovanotto ombroso e fiero in procinto di imbarcarsi, un vecchio artista di teatro strenuo sostenitore della commedia antica e il suo pupillo ancora fanciullo desideroso di istruirsi.

Intorno alle biografie degli scomparsi si muove un caleidoscopio di personaggi emblematici che fanno rivivere un’intera società. Paolo Poli è uno e tutti: è Madre Pilar, sofferente e cinica, pia donna di chiesa e altrettanto navigata donna di mondo; ma è anche zio Pio, il vecchio commediante che si divide fra angeli e demoni, commedie classiche e sacre rappresentazioni. Il romanzo di Wilder diviene infine un semplice pretesto per giocare con parole, personaggi e situazioni, una prova d’attore, un grande contenitore zeppo di battute e aforismi, quasi la comicità fosse l’unica vera arma per sconfiggere l’oblio della morte.

L’azione si muove nei vari ambienti evocati dalle scene di Emanuele Luzzati, sfoggiando i coloratissimi costumi ideati da Santuzza Calì, con l’accompagnamento delle musiche di Jacqueline Perrotin. Accanto a Paolo Poli recitano un’attrice di grido, un grande caratterista e uno scelto manipolo di brillantissimi attori.
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