A Firenze, dal 29 luglio al 5 agosto dell'anno prossimo, si svolgerà il 91-esimo Congresso Mondiale di Esperanto
Per la terza volta nel corso di cento anni questa manifestazione ritorna in Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 novembre 2005 23:30
A Firenze, dal 29 luglio al 5 agosto dell'anno prossimo, si svolgerà il 91-esimo Congresso Mondiale di Esperanto<BR>Per la terza volta nel corso di cento anni questa manifestazione ritorna in Italia

I Congressi Mondiali di Esperanto sono ogni anno i maggiori incontri fra coloro che parlano e usano la lingua internazionale esperanto. Il primo di essi ebbe luogo in Francia a Boulogne – sur - Mer nel 1905 e fu la prova che la lingua proposta dal Dr. Lazzaro Ludovico Zamenhof, nel 1887 con un libretto pubblicato a Varsavia, come lingua per la pace e per la collaborazione fra i popoli, effettivamente funziona.

Ma quanti parlano questa lingua? Non ci sono censimenti attendibili ma solo stime che li valutano nell'ordine di uno o due milioni nel mondo.
L'Esperanto trae le sue radici lessicali, le parole, da varie lingue, in cui sono ben rappresentate per motivi di internazionalità del lessico il latino ed altre lingue europee, incluse quelle germaniche e quelle slave.

Il materiale lessicale è, poi, organizzato da una grammatica semplice e razionale, che ha tratti di tutti i principali gruppi linguistici del mondo, e da un sistema di derivazione delle parole che riduce fortemente il numero delle radici da memorizzare. Una persona di media cultura, che voglia imparare l'Esperanto, lo può fare dedicandovi due o tre mesi di studio, anche da autodidatta.
Il mondo politico e linguistico italiano sta accogliendo molto bene l'iniziativa. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha concesso il suo patrocinio.

L'ex presidente della Repubblica Cossiga, i linguisti Tullio De Mauro e Francesco Sabatini e l'attore Moni Ovadia fanno già parte del comitato d'onore, al quale sono stati invitati tutti i principali nomi della cultura italiana. E' stato chiesto al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, di assicurare la presidenza di questo comitato d'onore.

Annualmente si riuniscono almeno 2500 persone da un centinaio di paesi di tutti i continenti in questo congresso sui generis, che è un momento di incontro ed una vetrina per il variegato mondo dei parlanti di questa lingua, e che si sposta da un continente all'altro senza problemi, dato che gli esperantisti sono in tutto il mondo.

Negli ultimi anni si è tenuto a Pechino e Vilnius, l'anno prossimo sarà a Firenze e l'anno successivo in Giappone. L'organizzazione in genere è curata dalla associazione nazionale di esperanto (in Italia la Federazione Esperantista Italiana che in anni lontani ebbe la sua sede proprio a Firenze ed ora a Milano) in collaborazione con l'associazione mondiale di esperanto, Organizzazione Non Governativa con sede a Rotterdam, Paesi Bassi, e dal 1954 in relazioni ufficiali con l'UNESCO e poi con le Nazioni Unite.

La manifestazione si caratterizza per i moltissimi incontri culturali, sociali e di dialogo, tra persone di paesi e culture più diversi, incontri resi possibili dalla lingua comune: l'esperanto.


Nel 2006 il tema del congresso sarà: "Lingue, culture ed educazione per uno sviluppo sostenibile". In pratica, in linea con quanto è emerso dall'ultima conferenza generale dell'Unesco, vari oratori si avvicenderanno per sostenere che la diversità culturale è una ricchezza dell'umanità, è l'humus da cui possono sbocciare nuove idee e nuove soluzioni per i problemi che ci affliggono, e che, quindi, questa diversità va preservata contro il rullo compressore di quanti tendono a considerare la globalizzazione come un mezzo per esportare la propria lingua e la propria cultura, se necessario con la forza.

La lingua internazionale esperanto si pone in questo quadro come quella lingua che ha vantaggi tecnici e ideali. Dal punto di vista tecnico è molto meno costoso insegnare l'esperanto rispetto ad altre lingue, rendendo possibile liberare risorse destinabili al miglioramento complessivo dei sistemi scolastici. Dal punto di vista ideale protegge le varie lingue e le varie culture perché non ha un retroterra nazionale come l'inglese che tende, naturalmente, a essere lo strumento di omologazione culturale e di fagocitazione delle altre lingue, che tutti conosciamo.

Non per caso l'oratore che farà il discorso ufficiale di apertura sarà il professore dell'Università di Ginevra, François Grin, autore di un rapporto al Ministero della Educazione francese, in cui si mettono a nudo i costi notevolissimi della generalizzazione dello studio del solo inglese nella scuola pubblica (praticamente la sola Francia trasferisce alla Gran Bretagna 18 miliardi di euro l'anno direttamente connessi a spese per l'insegnamento dell'inglese, ai viaggi di studio a Londra, ecc.) ed i vantaggi che il sistema Europa avrebbe dall'introduzione dell'esperanto combinato con un multilinguismo effettivo (stime dell'ordine di grandezza dei 25 miliardi di euro).
Un ultimo, ma notevole, punto di contatto tra l'esperanto, Firenze e l'Accademia della Crusca e' Bruno Migliorini, che fu grande italianista e presidente della Accademia e, contemporaneamente, grande studioso di esperanto ed autore di testi letterari e linguistici in esperanto di varia natura.

In suo onore sarà organizzato parallelamente al congresso principale ed in collaborazione tra l'Accademia della Crusca e l'Accademia di Esperanto un convegno scientifico internazionale presso l'Università di Firenze per ricordarne l'opera e per fare il punto sugli studi di esperantologia oggi.

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