Innovazione biotecnologica e diritti genetici: il ruolo delle Regioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 novembre 2005 13:38
Innovazione biotecnologica e diritti genetici: il ruolo delle Regioni


di Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana

La Toscana ospiterà per il secondo anno, a Villa Bellosguardo di Lastra a Signa, il Congresso Internazionale dei diritti genetici il 10, 11 e 12 novembre. Il tema dell’innovazione biotecnologica sarà esaminato da tre angolazioni: il dibattito sul determinismo/riduzionismo nella scienza; le implicazioni giuridiche ed etiche della normativa sulla brevettabilità della materia vivente; le responsabilità della politica nella gestione del progresso scientifico.

La Regione negli ultimi anni si è impegnata su questi temi, dalla battaglia agli Ogm, che ha portato alla nascita della rete delle Regioni europee “Ogm free” di cui la Toscana è promotrice, al progetto dell’osservatorio regionale per le biotecnologie, alla nascita della fondazione “Toscana Life Sciences”. La scienza e le sue applicazioni innovative entrano sempre di più nel quotidiano delle persone, talvolta senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Proprio per questo la Toscana – insieme ad altre Regioni europee - è impegnata ad influenzare le dinamiche decisionali della Ue attraverso iniziative politiche di pressione nei confronti delle istituzioni internazionali.

Le trenta Regioni “Ogm free” che hanno firmato la “carta di Firenze” contro la diffusione indiscriminata di coltivazioni transgeniche sui loro territori sono oggi impegnate a dimostrare le ragioni economiche, scientifiche e sociali di questa scelta. Gli Ogm e la brevettabilità della materia vivente rischiano di essere strumenti pericolosi nelle mani delle multinazionali: monopolizzano le biotecnologie e minano le fondamenta dell’esistenza stessa di molte specie. È un rischio che non vogliamo correre, e per questo continueremo a batterci perché venga riconosciuto alle Regioni il diritto di scegliere di essere libere dalle colture geneticamente modificate.

Nasce da questa convinzione il modello toscano per una governance dell’innovazione biotecnologica: è un modello che si fonda sulla nostra storia, sulle qualità umane, sull’arte e sulla cultura, sui cibi e sulle piante. Da questo modello nascono le tipicità toscane, la qualità dei nostri prodotti agricoli a cui non vogliamo rinunciare perché costituiscono la nostra ricchezza. Ed è proprio grazie a questo che nel 2004 la nostra agricoltura ha registrato un aumento del 4% nell’occupazione, del 6.8% nell’export e del 19% nella produzione agricola vendibile.

Il nostro è un modello che funziona. Per questo lo difenderemo.

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