Pasolini trent'anni anni dopo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 novembre 2005 18:16
Pasolini trent'anni anni dopo

La sete di verità sulla vita di Pier Paolo Pasolini non si è spenta trascorsi trent'anni esatti. Il pubblico continua a domandarsi i perché della morte dell'artista percorrendo a ristroso la sua esitenza quasi per riavvolgere una matassa terribilmente confusa. E' un'impresa ardua che rischia solo di spezzare quel filo di poesia in troppe parte per poterci rendere una visione d'insieme.
Oggi a tre decenni dalla scomparsa Pasolini è ancora protagonista sui giornali, in TV e negli scaffali delle librerie.

Tra i molti volumi pubblicati, o ripubblicati, Nove da Firenze ha scelto quello dell'editrice Zona di Arezzo. Si tratta di Lo specchio a colori di Francesca Romana Merli, la riflessione di una giovane autrice-regista. Ed è proprio il punto di vista dell'artista contemporanea, ancora bambina negli ultimi anni di vita di Pasolini, che guida un percorso, apparentemente ingenuo, di avvicinamento ad uno degli ultimi miti italiani. La ricerca della Merli è cioè animata da sincera curiosità, un gioco di specchi scevro però da pregiudizi e sopratutto dal senso del morboso, che spesso aleggia nei discorsi su Pasolini.
Che importanza ha nel giudizio complessivo sull'opera dell'artista friulano sapere come trascorresse, davvero, le Sue notti? E al limite, nel definirne la grandezza di autore, quanto conta il modo in cui è morto?
"La critica migliore ha già capito -scrive la Merli- che nell'esporsi pasoliniano, in quel darsi in pasto al pubblico con viscere e desideri straripanti si vede tutta una strategia, un darsi per negarsi, un mostrare qualcosa per nascondere tutto.

Una vera, forte e nativa, diversa metà. Questo mettersi in scena è un fatto apparente, una strategia diversiva, un modo per parlare d'altro mentre il nucleo reale rimane segreto. E' facile gridare per non farsi sentire. Mostrarsi prima che gli altri ci vengano a sezionare. Mostrare solo quello che ci pare. Forse è questa l'altra metà, proprio quella dei morti che stanno già là".

Nicola Novelli

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza