The Gesture. A visual Library in progress al Quarter-Centro Produzione Arte da domani alle ore 18.30

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2005 19:18
<I>The Gesture. A visual Library in progress</I> al Quarter-Centro Produzione Arte da domani alle ore 18.30

Giovedì 6 ottobre alle ore 18.30 a QUARTER, il Centro di Produzione Arte di Firenze in viale Giannotti 81, inaugurerà “The Gesture, a visual library in progress”.

La mostra ha avuto una prima tappa espositiva al Macedonian Museum of Contemporary Art di Salonicco in Grecia conclusasi lo scorso 18 settembre.


Mai come nell’attualità dei nostri giorni comprendiamo la vastità dei significati del gesto, che può essere espressione d’amore, di solidarietà, partecipazione, ma anche di odio, di intolleranza, di distruzione.

L’arte, dagli anni ‘60 a oggi si è confrontata con il mondo reale, e con le sue dimensioni trascendentali, sintetizzando nei gesti e nella loro rappresentazione un complesso sistema di comunicazione. Il gesto, dunque, è la chiave di lettura della realtà, è il vettore attraverso il quale si attuano i confronti, gli scontri e gli scambi più immediati. Il gesto parte da un corpo per rivolgersi a un altro corpo, e di seguito conosce un’estensione a livello antropologico fino al mondo ineffabile del divino, interessando anche aspetti sociali e politici.

The Gesture, pur nascendo da ragioni di lettura estetica e poetica, è una mostra caratterizzata da una forte connotazione etica. La mostra scaturisce dall’esigenza di leggere la cultura del nostro tempo usando un tema unificante come griglia di interpretazione. Il gesto è quanto di più umano ci possa essere. E lo dimostrano le opere che vanno dalla Pietà di Marina Abramovic, che ripropone il più solenne dei drammi umani, al nichilismo suicida delle Cecene nel lavoro di Cesare Viel; da Gerda Steiner e Jörg Lenzlinger, che girano il mondo per abbracciare uomini e donne di tutti i paesi, all’abbraccio di Paolo Canevari, teso verso una bomba in caduta libera dal cielo azzurro.

Il gesto nella contemporaneità trascorre dalle rappresentazioni di apparente gratuità e leggerezza, come il salto nel vuoto di Yves Klein o i gestes di Ben Vautier, all’impegno degli Stalker e alla protesta sonora e antimilitarista di Allora e Calzadilla, che infrangono la legge applicando una tromba al tubo di scappamento di una motocicletta. The Gesture raccoglie testimonianze visibili, senza l’ambizione di compilare un regesto completo delle rappresentazioni del gesto nella cultura contemporanea.

Ogni azione, dalla creatività estemporanea dei gesti sul piano di Giuseppe Chiari, alla fissità di Marcello Maloberti, che riduce il gesto ad una soluzione di equilibrio precario, ha prodotto conseguenze sociali, estetiche e culturali (talvolta anche politiche). Tuttavia, il significato più importante intorno al quale si annodano la masturbatoria soddisfazione di Elke Krystufek o di Santiago Sierra, la danza di Pipilotti Risti o la fatica ‘inutile’ di Francis Alys, che trascina per tutta la città un blocco di ghiaccio, riguarda l’identità individuale, alla ricerca di una condizione umana che nei gesti sintetizza la volontà di comunicare.

La mostra, attraverso generazioni che sono diversissime tra loro, nonostante il ridotto arco di tempo (dagli anni 60 a oggi), mette in risalto una continuità su cui gli artisti contemporanei si confrontano ancora e che comprende tanto l’azione estrema di Chris Burden, che nel 1971 fa del suo corpo una scultura facendosi sparare con un fucile, quanto l’abbraccio collettivo dei Gao Brothers (2000).

ARTISTI PARTECIPANTI:

Marina Abramovic, Vito Acconci, Dennis Adams & Laurent Malone, Jennifer Allora & Guillermo Calzadilla, Francis Alÿs, Fikret Atay, Manolis Babousis, Joseph Beuys, John Bock, Pavel Braila, Chris Burden, Gao Brothers, Sophie Calle & Gregory Shepard, Paolo Canevari, Carlos Capelan, Letizia Cariello, Nikos Charalambidis,Giuseppe Chiari, Collective Action Group, Michele Dantini, Jeremy Deller, Daniela De Lorenzo, Christina Dimitriadis, VALIE EXPORT, Makis Faros, Lara Favaretto, Makis Faros, Anna Galtarossa, Alexandros Georgiou, Douglas Gordon, Mona Hatoum, Thanasis Hondros & Alaxandra Katsiani, Mike Kelly & Paul McCarthy, Rustam Khalfin & Julia Tikhonova, Yves Klein, Elke Krystufek, Ketty La Rocca, Ma Liuming, Marcello Maloberti, Jenny Marketou, Gordon Matta Clark, Yerbossyn Meldibekov, Ana Mendieta, Marzia Migliora, Aleksandra Mir, Scott Myles, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Bruce Nauman, Maria Papadimitriou, Leda Papakonstantinou, Lygia Pape, Mike Parr, Nicola Pellegrini & Ottonella Mocellin, João Penalva, Michaelangelo Pistoletto, Pipilotti Rist, Georgia Sagri, Yorgos Sapountzis, Carolee Schneemann, Gerry Shume, Santiago Sierra, Stalker, Georgina Starr, Gerda Steiner and Jörg Lenzlinger, Vibeke Tandberg, Lina Theodorou, Salla Tykkä, Uri Tzaig, Mierle Laderman Ukeles, Piotr Uklanski, Ben Vautier, Cesare Viel, Gillian Wearing, Li Wei, Sislej Xhafa, Vadim Zakharov.

Partecipazione speciale: Situationist international online (www.cddc.vt.edu/sionline/)


‘’Il Gesto’’ è un progetto espositivo in progress aperto e fluido, in cui sono messi a confronto molteplici espressioni fisiche, emozionali, personali, politiche e sociali di artisti attivi dagli anni Sessanta fino ai nostri giorni.

Il progetto espositivo presenta l’esplorazione personale dei tre curatori sul tema del gesto nelle arti visive, secondo le sue diverse modalità come gesto d’amore, gesto impossibile, gesto di resistenza o di trascendenza. Combinati in modo non lineare, i diversi “documenti” vengono presentati in forma di biblioteca visiva, creando un luogo di scambio, di piacere e di scoperta; una sfida ai codici convenzionali della storia delle arti visive.

Il gesto è il paradigma scelto per una grande esplorazione dell’arte contemporanea e quindi della nostra realtà che attraverso il movimento artistico ha trovato risposte ai propri interrogativi.

In questo senso quello del gesto è un tema trasversale ed “elementare” da usarsi per meglio capire l’arte e il mondo - e per questo va considerato come strumento di ricerca culturale: il soggetto e l’oggetto di rappresentazioni ed espressioni artistiche senza limiti di genere, di tecnica o di materiali.

Il gesto protagonista di questo progetto esula dalla storia classica della rappresentazione, esclude tutta quella grammatica di gesti, con tutta la loro retorica e la loro messa in scena, che per secoli si è fissata nella pittura o nella scultura.

Né vuol essere una storia di quei gesti che hanno trasformato radicalmente la storia dell’arte, i gesti di Picasso, quelli di Brancusi, i gesti di Pollock o di Fontana tanto per citarne solo alcuni. Dagli anni Sessanta a oggi, le ricerche sperimentali delle avanguardie hanno messo in evidenza nuove condizioni culturali mettendo in crisi le tradizionali categorie di forma e contenuto a favore di una pratica artistica consapevole della natura fluttuante dell’opera. Enfatizzando la body art e l’environment, gli artisti hanno amplificato il ruolo del processo rispetto al prodotto, aprendo i confini della pittura e della scultura al tempo reale, al movimento, al peso, alla forza, alla semplice e radicale espressività della phonè.

Ciò che ha avuto inizio negli anni Quaranta come consapevolezza del gesto in pittura si è andato traducendo nella comprensione di come il processo pervade la pratica artistica. Tuttavia, è impossibile costringere le live arts entro i limiti del termine “performance”. Si possono distinguere in manifestazioni fisiche, azioni concettuali, attivismo, happenings, dimostrazioni ed eventi, gesti privati o pubblici, costruttivi o distruttivi. Il “gesto” degli artisti contemporanei è stato in grado di creare una nuova dimensione o percezione dello spazio, del tempo, del potere, una consapevolezza delle relazioni umane e dell’arena geopolitica.

“Il Gesto” è un progetto d’autore che vuole provocare uno “spiazzamento” fisico e mentale, con il quale il pubblico possa trovare nuovi paradigmi del gesto capaci di confondere i confini geografici e culturali.

Uno spazio composto di intersezioni enigmatiche riferite alla condizione fisica e sociale della cultura e della memoria globale.

L’esposizione è corredata di un catalogo edito da Maschietto Editore, con testi di Achille Bonito Oliva, Mariuccia Casadio, Pietro Gaglianò, Nikos Papastergiadis, Letizia Ragaglia, Pier Luigi Tazzi e dei curatori.

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