Fondi strutturali: in Toscana meno 40% di risorse per lo sviluppo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 settembre 2005 00:39
Fondi strutturali: in Toscana meno 40% di risorse per lo sviluppo

Tutti con il fiato sospeso per la prossima mandata di Fondi strutturali europei. Al Convegno organizzato da Anci Toscana nella giornata di oggi a Firenze, si cerca di delineare assieme agli amministratori locali e regionali e agli esperti Anci quali potranno essere le prossime mosse della Commissione europea sul proprio bilancio e soprattutto come si dovrà comportare il sistema locale toscano di fronte all¹unica certezza: la diminuzione netta delle risorse in seguito all¹allargamento a 25 stati di Eurolandia.

150 i partecipanti al Convegno ³Fondi strutturalli europei. Un¹opportunità per lo sviluppo locale?² che si è tenuto al Palaffari a partire dalle 9 di stamattina. ³La tendenza dell¹Unione ­ afferma Albino Caporale, responsabile programmi intersettoriali e integrati della Regione Toscana ­ è quella di diffondere meno risorse e più raccomandazioni². Ma il punto vero è: quanto ci costa l¹allargamento? Secondo i dati che la regione sta preparando la diminuzione dei fondi andrebbe dal 32 al 49%, i dati del ministero parlano invece di una diminuzione del 40% da 7 miliardi a 4,5 mililardi di euro NELLE REGIONI OBIETTIVO 2 (Centro Nord più Abruzzo e Molise ed esclusa la Sardegna) tra Fse (Fondo sociale europeo), Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale).

³L¹Anci deve lavorare per sviluppare un percorso che porti ad un¹intesa insteristitutizionale sui fondi ­ ha affermato durante il convegno Francesco Monaco, responsabile dell¹Anci nazionale per le politiche comunitarie ­ ed è necessario che i sindaci trovino uno spazio dove esprimere la propria posizione politica sui Fesr che può essere la XXa assemblea dell¹Anci che si terrà a Cagliari dal 19 al 22 ottobre². ³Con la diminuzione dei fondi ­ ha concluso Monaco ­ è ovvio che bisogna concentrare i nostri obbiettivi su alcuni temi o territori ben determinati, compiere quindi delle scelte precise.

Queste scelte devono essere però fatte dal territorio non possono essere compiute solo dai ministeri a Roma. Per la divisione dei compiti tra livello locale e nazionale lo strumento legislativo esiste: è il titolo V della Costituzione che però deve essere ancora applicato nella sua interezza².

³Si alla concertazione con gli enti locali ­ ha detto invece l¹assessore regionale Riccardo Conti ­ ma non si può non prescindere da una strategia regionale, poiché altrimenti si rischia di mancare gli obiettivi di Lisbona e della nuova programmazione comunitaria investendo su cose non strategiche².

³Nella Toscana ci sono due grandi rappresentazioni sulle quali bisogna puntare la nosta capacità di programmazione ­ dice ancora Conti ­ sono la Toscana urbana che segue la direttrice dell¹Arno, da Arezzo fino al mare, e tutto il resto che è la Toscana rurale. Seguendo queste due direttrici è necessario trovare il modo per stare tutti in un sistema regionale istituzionale ed economico con la pianificazione partecipata bottom-up ma anche con la programmazione strategica top-down².

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