SESV di Firenze: New Techniques = A New Landscape

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 aprile 2005 16:47
SESV di Firenze: New Techniques = A New Landscape

Il 7 (ore 19.30) il SESV, galleria dell’Università di Firenze, presenta la mostra "ABALOS & HERREROS. New Techniques = A New Landscape", dedicata all’opera e alla ricerca progettuale di Iñaki Abalos e Juan Herreros, orientata verso il punto di incontro tra economia ed ecologia, dove, secondo gli architetti spagnoli, la distinzione fra naturale e artificiale si dissolve. La mostra, per la prima volta in Italia, è stata presentata a Londra, presso l’Architectural Association School of Architecture, all’Illinois Institute of Technology di Chicago, al College of Architects di Cadice e al College of Architects di Caceres.

Essa concentra l’attenzione su quattro opere recenti: New Museum of Contemporary Art a New York, Cristina Enea Park a San Sebastian, Sagües area a San Sebastian, Coast Park North-East, Forum 2004 a Barcellona. Intorno a queste opere la mostra, insieme alla conferenza di Juan Herreros che si terrà alle 17.00 presso l’Aula Magna del Rettorato, esplora il percorso mentale e costruttivo, rivoluzionario e sorprendente, fin qui compiuto.

ABALOS & HERREROS
New Techniques = A New Landscape
Iñaki Abalos e Juan Herreros esplorano un’idea apparentemente provocatoria: le tecnologie e la loro applicazione originale possono definire un nuovo paesaggio, nel quale la tradizionale distinzione fra naturale e artificiale si dissolve, in favore di una scena ibrida.

Esattamente come la città contemporanea.
Il concetto di ibrido, secondo gli architetti, schiude nuove possibilità di definizione del fenomeno estetico e apre orizzonti inesplorati, alternativi e rivoluzionari per il progetto di architettura. La tecnologia diviene protagonista decisivo della fisionomia del progetto e si impone nel paesaggio, costruito e naturale, non con pretesa di antagonismo, ma piuttosto in cerca di un dialogo paritario. Senza compromissioni né sottomissioni, quindi. L’architettura non è più addomesticata dal paesaggio, non persegue più l’obiettivo di adattarsi ad esso, ma piuttosto sperimenta la tecnica del collage: pezzi diversi che si giustappongono ognuno con un’identità forte propria.

Da qui l’ibrido come momento di ispirazione.
Durante la conferenza Juan Herreros racconterà le dinamiche di questo dialogo fra natura e artificio, chiarendo una teoria che lui stesso definisce paradossale: la loro architettura persegue un “nuovo naturalismo privo di riferimenti naturali”. A introdurre l’incontro sarà Francisco Sanin, architetto e docente presso la Syracuse University di Firenze.
La mostra offrirà un complemento visivo alla discussione della prima parte del pomeriggio attraverso l’illustrazione di quattro opere recenti di Abalos & Herreros: New Museum of Contemporary Art a New York, Sagües area a San Sebastian, Cristina Enea Park a San Sebastian, Coast Park North-East, Forum 2004 a Barcellona.

I primi due lavori sono quelli che dichiarano con maggiore incisività l’intenzione di disegnare e di definire una nuova idea di paesaggio, legata alle potenzialità espressive delle nuove tecniche: “New Techniques = A New Landscape”, per l’appunto. Il nuovo museo introduce un dialogo sperimentale fra naturale e artificiale. Il linguaggio compositivo dell’involucro esterno è decisamente tecnico; all’interno, l’area del foyer introduce ad un giardino-osservatorio sulla città e visibile esso stesso dalla città.

Tecnologia all’esterno, verde all’interno: la tecnica diventa la cornice di un nuovo paesaggio. New Techniques = A New Landscape, ancora una volta. L’intervento nell’area Sagües a San Sebastian sintetizza energicamente il paradosso provocatorio della progettazione di Abalos & Herreros, e cioè la ricerca di un “nuovo naturalismo privo di riferimenti naturali”. Il linguaggio tecnico è forte e protagonista e si specchia sul mare –protagonista naturale- che lambisce l’area. Nessuno dei due elementi in gioco si piega alla forza dell’altro: artificio e natura coesistono con la medesima energia, senza scontro, anzi con l’intenzione sinergica di costruire “nuovi paesaggi”.

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