FIRENZE - Stabilizzazione, integrazione e inclusione sociale: il movimento cooperativo favorisce l’inserimento nella nostra società dei lavoratori extracomunitari. Questo il principale dato che emerge da una ricerca condotta campionaria svolta dall’Ufficio Studi della Lega Toscana delle Cooperative inviando un questionario a 180 lavoratori extracomunitari che lavorano nelle cooperative toscane.
A confermare questa indicazione sono alcuni fra I risultati della ricerca, dalla quale emerge ad esempio che l’86,6% dei lavoratori extracomunitari delle cooperative toscane ha un alloggio fisso, o che il 61,6% vive in Italia insieme alla famiglia, con la quale quindi è avvenuto in molti casi il ricongiungimento.
Una circostanza confermata anche dal sostanziale equilibrio fra uomini (55,4%) e donne e dal fatto che il 76,8% di loro è in Italia da più di tre anni. Per la gran parte (il 44%) si tratta di persone giovani, di età compresa fra I 30 e i 40 anni.
Positivi anche I riscontri di tipo culturale. La grande maggioranza dei lavoratori extracomunitari che lavorano nelle cooperative toscane conosce bene la lingua italiana, ma ben l’86,4% dichiara che vorrebbe conoscerla meglio, affermando quindi in questo modo il proprio desiderio di inclusione sociale.
Positivi I giudizi sul lavoro e sul posto di lavoro.
Il 75,9% ha un contratto di tipo indeterminato e l’84,9% dichiara che non vorrebbe cambiare mestiere, mentre il 90,2% sostiene che all’interno della cooperativa non esistono forme di discriminazione.
Quanti sono I lavoratori extracomunitari nelle coop toscane
Complessivamente nelle cooperative toscane sono impiegati 1.750 lavoratori extracomunitari (dicembre 2004) che rappresentano il 4,5% del totale degli addetti. Il dato è in crescita sostanziale rispetto ad un anno prima, quando I lavoratori extracomunitari erano 1.490, pari al 3,9% del totale degli occupati.
La gran parte di loro (l’86% trovano un impiego nel settore dei servizi.
Quali sono I Paesi di origine dei lavoratori extracomunitari delle coop
Per la gran parte sono di origine africana (il 40,2%), quindi per il 18,8% provengono dall’America latina, per il 33% dell’Europa dell’Est e per l’8% dall’Asia.
