Accademia degli artefatti al Teatro Studio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 marzo 2005 14:52
Accademia degli artefatti al Teatro Studio

Sabato 12 e domenica 13 marzo alle ore 21.15 arriva al Teatro Studio di Scandicci una delle realtà più innovative e poliedriche del nuovo teatro italiano, l’Accademia degli Artefatti con uno spettacolo in forma di concerto che indaga le possibilità di un nuovo modo di intendere l'unione fra musica e teatro, fra canto e parola, attraverso un prezioso intarsio drammaturgico: SAMPLE FOR DIE, DIE MY DARLING – un lavoro che rientra all’interno del Progetto Età Oscura che l’Accademia degli Artefatti sta compiendo sul mito del labirinto, di Teseo e del Minotauro – è un concerto teatrale neobarocco che coinvolge lo spettatore mediante sguardo e ascolto, una partitura vocale che si muove fra Sarah Kane, Samuel Beckett, Jean Cocteau, Heiner Muller.


Sulla scena, il transgender Ermanno Castrista, in arte H.E.R., – un artista che fa della musica un banco di prova per il concetto di identità e della sua voce un laboratorio di alchimia sonora – suona con grande impatto un violino alla Laurie Anderson e delinea un intenso scenario di solitudine e rabbia usando cover e musiche originali come frammenti di un inquietante universo sonoro alla deriva che spazia dall’hard core dei Misfits al blue mood di Billie Holiday, dai lamenti barocchi alle suggestioni di Emily Dickinson passando per composizioni originali, il tutto con la veemenza elettrica di un’icona rock.


A questa trama musicale si intreccia, quasi fondendosi con essa, un’altra trama, quella drammaturgica, che, ispirata e dedicata a “La voce umana” di Jean Cocteau che ne costituisce il tessuto connettivo, passa per la voce e il respiro di una Arianna sdoppiata che compita le parole della solitudine con il tratto rabbioso o disperato di una rocker o di una blues singer.
Sulla scena si assiste all’ossessione muta dell’istante prima della morte. Una morte bianca e violenta che si rimanda indefinitamente in attesa che il corpo ceda per esaurimento di forza e di volontà e si distragga dal duro destino.

Nulla viene rappresentato ma si attende la morte come la pioggia nell’afa estiva; non c’è tempo per illudersi e non c’è forza per disperarsi. Non c’è tragedia però perché non c’è morte ma solo un vertiginoso rimandare: è il dolore che è stato abbandonato.
Questa tappa, come tutte le altre ispirate alla figura di Arianna, è dedicata a Sarah Kane.

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