Cerami da Melbookstore Seeber martedì 8 marzo
Dibattito sui Khmer mercoledì 9 marzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2005 13:07
Cerami da Melbookstore Seeber martedì 8 marzo<BR>Dibattito sui Khmer mercoledì 9 marzo

Martedì 8 marzo (ore 18.00) al Seeber Melbookstore (via De' Cerretani 16 r) Sergio Givone incontra Vincenzo Cerami in occasione dell'uscita del suo nuovo libro La sindrome di Tourette (Garzanti), coordina Giovanni Nardi.
"Per un verso o per un altro sia l’autore che i protagonisti di queste storie sembrano vittime di un disturbo scoperto alla fine dell’Ottocento dal medico francese Georges Gilles de la Tourette -scrive lo stesso Vincenzo Cerami- I sintomi sono spasmi muscolari, urli, grugniti, tic multipli e variegati, parole scurrili, sbalzi dell’attenzione e dell’umore.

Ma non sempre le manifestazioni sono così eclatanti, il malessere è spesso subdolo, dormiente, e incombe minaccioso. Ho individuato in questa sindrome, che a quanto pare dilaga negli ultimi tempi, l’estrema risorsa che resta all’uomo di sfogare la sua rabbia contro il mondo: la mente, la coscienza, l’intelligenza ormai tacciono, hanno dato forfait. Non c’è più né voglia né forza di dire “no”, di contrastare in qualche modo il corso delle cose. Questo compito se l’è preso, proditoriamente, il nostro corpo, che agisce fuori di ogni controllo.

Non è un caso che questo scostumato fastidio venga anche chiamato sindrome del cervello sbraitante".
Vincenzo Cerami è nato e vive a Roma. Tra le sue opere narrative, i romanzi Un borghese piccolo piccolo (1976, da cui Mario Monicelli ha tratto l’omonimo film con Alberto Sordi), Amorosa presenza (1978), Tutti cattivi (1981), Ragazzo di vetro (1983), La lepre (1988), Fantasmi (2001), e i volumi di racconti L’ipocrita (1991) e La gente (1993). Del 1997 è Fattacci, variazioni narrative sulla violenza della cronaca.

È anche autore di poesie e di testi per il teatro. Come sceneggiatore ha scritto, tra gli altri, Sergio Citti, Maco Bellocchio, Gianni Amelio e Roberto Benigni. Collabora con varie testate giornalistiche e da qualche anno tiene corsi di scrittura creativa in Italia e all'estero.
Sergio Givone è nato a Buronzo (Vercelli) nel 1944 e si è laureato in filosofia a Torino con Luigi Pareyson. Ha insegnato a Perugia, Torino e Firenze, dove attualmente è ordinario di Estetica. È stato condirettore con Sini, Cacciari e Vitello della rivista Paradosso.

Sergio Givone collabora con numerose riviste e quotidiani e con Storia del nulla (1995) è stato finalista al premio Viareggio.

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Mercoledì 9 marzo (ore 18.30) Alessandro Michelucci coordina il dibattito sul libro S-21, la macchina di morte dei Khmer rossi (ObarraO). Saranno presenti Emanuele Giordana, Andrea Jacchia, Maurizio Gatti e Severino Saccardi.
S-21 fu il principale “ufficio di sicurezza” sotto il regime dei Khmer Rossi guidato da Pol Pot.

Tra il 1975 e il 1979 in questo centro di detenzione 17 mila persone furono imprigionate, fotografate, schedate con minuzia maniacale, interrogate e torturate. Solo sette ne uscirono. In questo stesso luogo Rithy Panh ha voluto riunire, venticinque anni dopo, due sopravvissuti e alcuni ex-aguzzini, per capire come individui non particolarmente crudeli abbiano potuto progressivamente perdere qualsiasi forma di umanità. Da questo confronto nascono il film presentato al Festival del Cinema di Cannes nel 2003, e questo libro scritto in collaborazione con Christine Chaumeau.

Una testimonianza che apre il cammino della riconciliazione: affinché il passato che incide nell’anima non distrugga il presente e apra al futuro, occorre ripensarlo a fondo con chiarezza, intelligenza e coraggio.

GLI AUTORI
Rithy Panh: regista cambogiano, nato nel 1964 a Phnom Penh, sotto il regime di Pol Pot nel 1975 viene rinchiuso in un campo di rieducazione, dal quale riesce a fuggire quattro anni dopo rifugiandosi in Thailandia. Nel 1980 si reca a Parigi dove completa gli studi alla Scuola Nazionale di Cinema.

Vive tuttora in Francia.
Christine Chaumeau è giornalista. Ha vissuto più di tre anni in Cambogia. Ha lavorato per Phnom Penh Post, Radio France International e National Geographic.

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