L’Alta Velocità: la Firenze-Bologna sfonda i 10.000 miliardi di lire
Il 20 dicembre a Borgo San Lorenzo il tavolo istituzionale sull’Addendum

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2004 13:52
L’Alta Velocità: la Firenze-Bologna sfonda i 10.000 miliardi di lire<BR>Il 20 dicembre a Borgo San Lorenzo il tavolo istituzionale sull’Addendum

Si riunirà il prossimo 20 dicembre a Borgo San Lorenzo il tavolo istituzionale sull’Addendum Alta Velocità (l’accordo governo-Regione che stanzia 53 milioni di euro per ripristino ambientale e interventi acquedottistici in Mugello). Ci sarà anche l’assessore regionale all’Ambiente Tommaso Franci. Lo ha detto ieri sera durante la commissione consiliare “Ambiente e territorio” dedicata all’Alta Velocità il sindaco Giovanni Bettarini. Erano presenti consiglieri comunali, tra cui il presidente della Comunità Montana del Mugello Stefano Tagliaferri, l’assessore all’Ambiente del Comune di Borgo Leonardo Romagnoli, il professor Giuliano Rodolfi dell’OAL e Luca Ranfagni dell’Arpat che hanno ripercorso con schede e grafici le tappe più significative della vicenda Alta Velocità in Mugello soffermandosi in particolare sull’intercettazione avvenuta nel 1999-2000 nella galleria di Marzano che provocò l’essiccamento delle fonti Casa d’Erci 1 e 2 e l’impoverimento di altre vicine.

Pochi giorni fa, ha riferito Ranfagni, l’ultimo diaframma della galleria Firenzuola è stato abbattuto e i lavori a Marzano sono terminati. Nel comune di Borgo, dunque, non si scava più ma fuoriescono ancora dalla galleria circa 200-220 litri al secondo. Con cartine e schemi al computer Rodolfi ha fatto notare come l’approccio scientifico iniziale nella progettazione dell’opera sia risultato sbagliato: i progettisti, infatti, si erano molto probabilmente affidati a basi teoriche geologiche senza svolgere indagini e sondaggi nelle aree interessate dal passaggio della linea ferroviaria veloce.

Tra gli interventi, l’assessore Romagnoli ha ribadito l’importanza della sperimentazione e attivazione del drenaggio controllato nei tratti previsti della galleria di Firenzuola poiché al momento non è stato possibile verificarne gli effetti. In commissione si è parlato anche degli investimenti per il ripristino ambientale previsti dall’accordo governo-Regione e del processo di Firenze a 63 imputati del Cavet, nel quale il Comune di Borgo insieme ad altri comuni mugellani e alla Comunità Montana, cittadini e associazioni ambientaliste si sono costituiti parte civile.

Sulla quantificazione economica dei danni il Comune di Borgo insieme alla Comunità Montana e in accordo con la Regione sta producendo la documentazione necessaria: «Anche su questo, oltre agli interventi di ripristino ambientale e sugli acquedotti previsti dagli accordi, faremo il punto alla riunione del 20 a Borgo - sottolinea il sindaco di Borgo Giovanni Bettarini -. Come enti locali chiediamo che si confermi e rilanci anche in questa fase il ruolo dell’OAL, sia come nostro garante, e anche dell’intera comunità mugellana, sia - continua - come soggetto che in loco potrà svolgere con adeguate risorse un controllo sugli effetti degli impatti negli anni a venire e sugli esiti dell’Addendum stesso».

Alla fine è arrivata al traguardo a quattordici cifre, e non sarà probabilmente l’ultima sorpresa finanziaria che la TAV SpA regala all’erario: partita nel ’91 dalla già cospicua quota di 2.100 miliardi di vecchie lire (solo il 40% dei quali avrebbe dovuto pesare sulle casse dello Stato, secondo il preteso modello di “project financing”), la previsione di spesa per la realizzazione della tratta sotterranea TAV Firenze-Bologna ha superato silenziosamente quota 10.000 miliardi di vecchie lire (5.205 milioni di euro), interamente pubblici (come ebbe a dichiarare il ministro dei Trasporti Claudio Burlando nel ‘97, i privati non hanno messo una lira nella TAV, che dal ’98 è stata riacquisita al 100% - anche formalmente - da FS Spa, il cui unico azionista è il Tesoro).



Di fronte a questo crescente e vorticoso salasso di denaro del contribuente per un’opera che – come se non bastasse - ha provocato danni irreversibili al territorio e alle risorse idriche dell’Appennino, richiedendo l’esborso di altro denaro pubblico (a oggi, 53 milioni di euro) per un “ripristino ambientale” improbabile, l’associazione di volontariato ecologista Idra ha trasmesso ieri al ministro dell’economia e delle finanze Domenico Siniscalco la richiesta di un intervento urgente di garanzia a tutela del buon governo della spesa pubblica.

Alla vigilia della conferenza di servizi che ha in agenda per mercoledì 15 dicembre la valutazione del progetto di “Scavalco” ferroviario ad Alta Velocità fra le stazioni di Firenze Castello e Firenze Rifredi (la cui approvazione darebbe il via libera alla realizzazione del progetto di doppio sottoattraversamento AV di Firenze), il vicepresidente di Idra Pier Luigi Tossani sottolinea nella lettera al ministro Siniscalco la "non ulteriore tollerabilità" degli oneri finanziari dell'impresa.

Secondo Idra, semplici e rapide misure di potenziamento e di riorganizzazione della rete ferroviaria di superficie renderebbero del tutto superflua la soluzione del sottoattraversamento di Firenze, che è “da più parti avversata in città in quanto particolarmente costosa, laboriosa, inefficace e impattante”. Tossani osserva peraltro: “Alla già ingente lievitazione dei costi per lo Stato del progetto nazionale Alta Velocità, di fatto, il sottoattraversamento A.V. di Firenze andrebbe a conferire – temiamo - un significativo contributo.

Certo è che il costo della tratta A.V. Bologna-Firenze, previsto e concordato in origine (1991) in una cifra corrispondente a 1.110 mln. di euro (di cui solo il 40% erano annunciati come pubblici), risulta essere giunto oggi a 5.205 mln. di euro (fonte: sito web di TAV Spa), esclusivamente pubblici”.
Perciò l’associazione fiorentina chiede al ministro Siniscalco un intervento affinché “sia sospesa l'approvazione del progetto di “Scavalco” ferroviario ad Alta Velocità fra le stazioni di Firenze Castello e Firenze Rifredi”.

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